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15 dicembre 2017 5 15 /12 /dicembre /2017 08:00

"Emma, amore, cosa vuoi fare da grande?"
"Mamma, io voglio fare il dottore dei bambini e degli animali. Avrò tante stanze diverse, una per i bambini, una per i cani, una per i gatti..."
"E per i pesci?"
"Anche una per i pesci, sì. E per le tartarughe. Le potrò mettere insieme mamma?"
"Secondo me sì. Curerai anche i coccodrilli?"
"Ma no, mamma! I coccodrilli hanno troppi denti!"
"Ah."
"Li curano i dottori della savana, non lo sai?"
"Eh, no"
"Curano leoni, tigrri, elefanti... e i coccodrilli."
"Ah, ecco."
"Li metto in tante stanze diverse, così i bambini non si spaventano degli animali e i gatti non hanno paura dei cani."
"Come sei previdente!"
"Comunque mamma, io da grande farò il dottore solo dal lunedì al venerdì. Sabato e domenica invece farò il pagliaccio."
"Il pagliaccio..."
"Sì, certo. Ma solo il sabato e la domenica, però."

Ma certamente...


 

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28 novembre 2017 2 28 /11 /novembre /2017 14:00

C’era una volta una coppia di anziani, molto ma molto anziani, molto più anziani della media degli anziani.
Li incontravo sempre le mattine d’estate oppure i pomeriggi d’inverno, quelli azzurri azzurri in cui il cielo sembra dipinto.
Camminavano a braccetto per la provinciale che costeggia il Trasimeno, lui teneva sottobraccio lei con la mano sinistra e nella destra teneva un bastone da passeggio. Lei, viceversa, teneva sempre a braccetto lui con la destra e nella sinistra stringeva il suo bastone da passeggio. Camminavano così, con una strana andatura ondeggiante, quasi fossero due pinguini indecisi sul ghiaccio. Una andatura che già da lontano sapeva di comprensione reciproca, di amore.
O almeno, a me e all’Amoremio piaceva immaginarli così: due innamorati che tutti giorni vanno a passeggio, ma tutti tutti giorni della loro vita.
Una passeggiata di salute, forse. Imposta dal medico, magari.


È arrivata l’estate del 2017, afosa e caldissima, e io non mi sono meravigliata poi molto del diradarsi degli incontri e poi della loro soppressione. Fa caldo mi sono detta, torneranno.

È arrivato l’autunno e loro non sono tornati.
Poi è apparso lui, solo.
Una volta, due. Forse tre. Solo.
Non puoi pensar subito che sia morta!“ diceva l’Amoremio “Ti stai costruendo un film, magari è solo a casa che prepara una torta!
Certo. E io sono io quella che costruisce un film.
Ma non mi sono arresa, ho continuato a cercare quella fantastica coppia con gli occhi, ad inseguire quella camminata traballante nei miei pensieri.
Fino a oggi pomeriggio.
Rientrando al lavoro e passando per la provinciale assolata, in uno di quei pomeriggi azzurri azzurri che solo l’autunno inoltrato sa regalare, quelli col cielo dipinto.
Ed ho visto lui.
L’ho visto da lontano, bastone alla mano e giacchetta da camera rossa, quasi fosse un novello Hugh Hefner. Gli occhiali da sole, il bastone e quell’andatura leggermente claudicante, ma che in passato mi era sembrata piena di allegria. Ero sola in macchina, senza l’Amoremio, e non ho potuto fare a meno di rallentare.


Così l’ho visto, l’ho visto in faccia per la prima volta dopo tutti questi anni.
E ho visto disegnata sulla sua faccia tutta la tristezza del mondo.
E lì ho capito, ho capito di avere dannatamente ragione io.

Lei, il braccio destro, non sta facendo una torta.

Lei, ha deciso di lasciare questo mondo prima di lui.

Ed eccolo lì, lui, in quell’andatura un po’ incerta ma non ancora doma.
Vestito come si può vestire un uomo che vive da solo, o vive con dei parenti, ma non certo con l’amore della sua vita.

Magari non è così, magari tutto un film, solo nella mia testa troppo piena di immaginazione anche quando l’età la vorrebbe doma.


Sarà solo un film, ma oggi sono triste.

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24 novembre 2017 5 24 /11 /novembre /2017 17:01

Ho 41, ok?
Anziana, ma non troppo.
Vintage, forse.
Ben conservata, almeno spero.

Ma a quest'età, e di questi tempi, i tagliandi sono importanti ed anche facendo seguito alle esperienze dirette delle mie amiche mi sono decisa a fare la mammografia.
Ora, per me non è mai facile farmi visitare, toccare e smanacciare da dottori che non conosco. Per estensione, la stessa cosa vale anche per la parrucchiera, l'estetista e per il dentista.
Non mi fido ad istinto, sono come un gatto che soffia.
Ma ho anche, appunto, sorpassato i 40 e quindi mi è sembrato logico ragionare con l'opportunità e prenotare questa visita con l'assicurazione sanitaria che ci mette a disposizione l'azienda.
Appuntamento veloce e struttura a scelta tra 5. Scelgo la più vicina e blasonata, tutto ok. Pronti via.
Vado, prendo il numero, veloce arriva il mio turno.
Il dottore è un'ometto piccolo e bianco di capelli, sembra stufo e stanco, soprattutto stufo.
Senza badare alla privacy (mia) mi fa spogliare e girare per le varie salette della radiologia dove ci sono anche altri dottori. Ma sono, mi dico, dottori ed infatti non mi si filano manco per sbaglio e mi sento molto quarto di manzo in macelleria.
Mammografia ok, visita senologica ok, tutto ok.
Nel mentre e per tutto il tempo il dottore sbuffa e sbatte contro i medici generici, le assicurazioni, la pioggia, la desertificazione ed il buco nell'azoto.
Poi mi invita a rivestirmi e va a prendere i risultati nell'altra stanza, lasciandomi sola.
Io tiro un sospiro di sollievo e mi guardo intorno mentre mi rivesto in fretta.
Butto un'occhio sulla sua scrivania, disordinata peggio della mia, e l'occhio mi cade su una tessera plastificata viola elettrico con scritte d'oro. 
Mi avvicino e leggo la scritta dorata e piena di arzigogoli: VIP MEMBER - VENUS STRIP CLUB.
...
...
...
Ok. 
Va tutto bene.
Non iperventilare.

Nel frattempo il dottore rientra, mi riconsegna i risultati e mi congeda.
Mi ritrovo fuori dalla clinica, sana (per fortuna) e smanacciata. 
Non voglio passare per moralista, ma trovo certi luoghi e situazioni oltremodo  sia per le donne che ci lavorano (e che spesso vivono condizioni disagiate o di abuso) sia per gli uomini che le frequentano.
E pensare che questo vip member m'ha palpeggiata, anche se con la massima noia, non mi rende entusiasta della scienza medica.

Per finire, fate prevenzione è importante!
Magari, però, cambiate clinica...



 

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13 novembre 2017 1 13 /11 /novembre /2017 14:45

A scuola di mia figlia, un po’ per motivi ecologici e di risparmio, un po’ per una miglior gestione ci hanno chiesto di portare per ogni bambino un bicchiere di plastica dura.
Come tutti i bambini sotto gli otto anni mia figlia ne ha una collezione ricchissima, ma la gnocca in questo weekend a casa dei nonni a Pescara ha scoperto un bicchiere appartenente a sua sorella.

Questo bicchiere è niente che un reperto archeologico dell’infanzia dell’ora adolescente figlia del mio compagno ed è un oggetto del desiderio ambitissimo: rosa fucsia e delle Winxs. Ovviamente la sorella maggiore lo ha regalato gentilmente alla minore, sia per generosità che per manifesto disinteresse.

Questo gigantesco oggetto del desiderio era destinato ad essere portato a scuola.
Stamattina.

Io, da mamma perfetta ed assolutamente connessa con il mondo scolastico, nonché dittatrice suprema, stamattina ho speso cinque minuti del mio preziosissimo tempo per fare un’etichetta con il nome da appiccicare sotto il bicchiere. Ero stata così brava da plastificarla addirittura con lo scotch: una vera opera d’arte.

Senonché la mia progenie appena si è accorta del mio bellissimo operato ha inscenato il dramma della follia, con pianti disperati, urla inarrivabili e scenate con svenimento annesso.
“Mamma, ma hai scritto il mio nome sotto il bicchiere!“
“Certo amore, hai visto come è carino?“
“Mamma, ma volevo scriverlo io!!“
“Vabbè amore, ormai l’ho fatto io“
A lei è balenato negli occhi un impeto di rabbia che nemmeno Ken il guerriero, ha preso il bicchiere, lo ha girato e ha strappato con un solo gesto plastico l’etichetta al grido di: “Mamma, non capisci niente! Io sono grande!“
Ecco, lì mi sono alterata. “Emma, ma come ti sei permessa? Sono molto arrabbiata con te.“  ho sentenziato cercando di mantenere uno straccio di calma, ché mica di lunedì è così semplice.
“No, mamma. SONO IO CHE SONO MOLTO ARRABBIATA CON TE.”
A quattro anni. Nemmeno.
Sulla zuffa seguente soprassiedo per pudore, però posso assicuravi che non ci siamo uccise ed abbiamo fatto la pace stabilendo di scrivere INSIEME il nome sotto il bicchiere stasera dopo cena.

La gnocca mi ha abbracciato le gambe prima di salire in macchina per andare all’asilo e io mi sono abbassata alla sua altezza.
“Facciamo la pace?”
“Sì mamma.”
“Ti voglio bene”
“Anche io mamma. PERO’ AVEVO RAGIONE IO”.
Ecco.

 

Mi chiedo come sarà la litigata per il motorino (che non avrà mai).

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9 novembre 2017 4 09 /11 /novembre /2017 14:30

Chiara Ferragni è incinta, e questo ormai lo sanno anche gli emù dell'Australia.
Lei e Fedez ad anno nuovo diventeranno genitori di un maschietto.
Della gravidanza, prima nascosta, poi smentita, poi accennata, infine rivelata a Oggi da un amico vicino alla coppia, si sa talmente tanto che mi sembra che Leone, il nascituro, stia per compiere 18 anni.
Che poi... amico vicino alla coppia che rivela la gravidanza ad Oggi... ad Oggi... voglio dire, con tutto rispetto, ma chi è stato, la portinaia? Chi è che legge Oggi nel 2017? Non ce l'ha nemmeno la mia parrucchiera, e dire che le peggio riviste in quell'ambiente le trovi tutte.
Ma vabbè, non volevo dire questo. 

Da quando è uscita la notizia gli haters della coppia, che già sapevano dare il meglio di loro ispirandosi ai piedi dell'influencer, alla sua magrezza o alla sua presunta stupidità, stanno superando i livelli della paranoia. 
Che poi, capisco i piedi, capisco la magrezza (per me eccessiva, lo dico), ma stupida no, dai.
A una che è riuscita a diventare famosa e ricca da schifo dal niente basandosi sul niente non puoi dire stupida. 
Ad ogni modo, il futuro arrivo di Leone ha scatenato le cattiverie gratis del mondo social. Eccone a voi una esemplificativa (ma non esaustiva) lista:
1) Non è vero che sei incinta, la pancia dov'è? 
2) Ah! hai messo quel vestito solo per far vedere la pancia, esibizionista! (Esibizionista? Lei? No, ma di, che dici... come se mettesse in piazza la sua vita per campare!)
3) Ha messo l'ecografia, che sputtanamento del privato! (Come la peggio pancina, aggiungerei!!)
4) Sei troppo magra, il feto soffrirà! (Un paio di corna, no?)
5) Guardate che madre snaturata, prende l'aereo!!! (...)
6) Ora farà i soldi anche con il figlio, che squallore.
7) Tanto prima o poi anche tu non potrai metterti più i minidress e capirai come ci sentiamo noi affamate 
8) S'è fatta mettere incinta per avere tette più grandi (Sì, che è una cosa duratura. Sìsìsìsì. Mannaggiallamorte
9) Chi ti ha messa incinta che lo sanno tutti che Fedez è gay?
10) Spero ti vengano le smagliature.

Ovviamente ho messo solo quelle più divertenti o sciocche, solo per sottolineare come ci sia gente che perde tempo ad odiare, invidiare o illivorirsi sopra un personaggio costruito ad arte per vendere, che magari sotto la superficie di Instagram può essere molto diverso. Come è possibile che si abbia voglia di arrabbiarsi ed indignarsi per lei?
Io non ho la voglia nemmeno di diventare hater di Salvini, per dire.

Vendere qualsiasi cosa, sia chiaro, dalle borse ai vestiti a, forse domani, body per neonati griffati e tiralatte ultratecnologici. Una la cui pancia cresce o scende a seconda di photoshop, sappiatelo. 
Perché, vi piaccia o no, è il suo lavoro.
E se vi chiedete perché la seguo, la risposta è semplice. Avete mai rallentato in autostrada per guardare un incidente nell'altra carreggiata?

Ecco, io uguale.


PS. Dimenticavo: se vi state chiedendo chi è la Ferragni, se non sapete nulla del suo amore sbanderiato su Istagram con Fedez, se non conoscete il significato della parola haters, se non provate una urticante sensazione in fondo all'orecchio ad ogni "Hi, guys!" allora forse non vivete nel 2017 ma siete stati catapultati qui da un buco nero o da un'altra dimensione.

 

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19 ottobre 2017 4 19 /10 /ottobre /2017 08:00

Una casa vicino alla nostra è di una famiglia svedese/danese che la usa giustamente per le vacanze. Hanno una bimba di un anno più grande di Emma, la famosa Alma, per cui Emma ha una ossessione generata dal fatto che, parlando lingue diverse, non riescono a comunicare.
E questo nonostante noi genitori, invece, sì: grazie alla lingua inglese.

Da qui la fissa più grande di Emma: "Mamma, devo imparare l'inglese"
Finora la cosa è stata limitata a sessioni di Peppa Pig in lingua inglese e ad una specie di esperanto che Emma parla con le sue bambole spacciandolo per l'idioma di Albione, oltre ad una serie di sguardi feroci rivolti a chi secondo lei padroneggia l'agognato linguaggio.
Fino ad oggi.

"Mamma, mamma!!!"
"Dimmi, amore"
"OGGI A SCUOLA ABBIAMO FATTO LA PRIMA LEZIONE DI INGLESE!"
"Ma dai! E ti è piaciuto?"
"Tantissimo. E' bellissimo studiare inglese!"
"E che cosa hai imparato?"
"Sciiit!"
"Come?"
"Sciit, mamma. Sciit! Non lo sai che vuol dire?"
"Aehm..."
"Mamma, ma vuol dire fate silenzio, no? Non sai nulla"
"Ah, sì... hai ragione! Come no?"

In fondo, non si comincia sempre dalle parolacce quando si vuol imparare una nuova lingua?

 

 

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16 ottobre 2017 1 16 /10 /ottobre /2017 14:00

Autunno, mattina.
Accompagno Emma a scuola in macchina.
Le sponde del Trasimeno sono sempre state luogo di sosta per le migrazioni di tutti i tipi di uccelli e in questa stagione il cielo è pieno e a volta fa anche un po' impressione.
Passa uno stormo che fa il cielo nero.
"Emma, guarda quanti sono! Lo sai dove vanno?"
"Certo mamma"
"Ma dai? E allora dimmelo."
"Vanno in vacanza, no? Quando qui fa freddo vanno in vacanza in un posto caldo e poi tornano quando il freddo è passato"
"Ah."
"Mamma?"
"Dimmi"
"Ma vanno in Tunisia?"
"Sì, amore può essere. In Tunisia fa caldo."
"Lo so. Nour c'è stata a trovare i nonni. Al mare."
"Quando siete grandi, magari, potrete andare insieme in vacanza. Che ne dici?"
"Eh, mi piacerebbe... ma non posso proprio. Da grande devo già andare a trovare Alma in Danimarca".
"Ah"

Emma.
Quattro anni il prossimo gennaio.

E già l'agenda così fitta.

 

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28 luglio 2017 5 28 /07 /luglio /2017 14:00

Emma è sempre stata malaticcia. O meglio, ha sempre sofferto di febbri improvvise e molto molto alte, ma il suo aspetto non è mai stato quello classico dalla bambina cagionevole. 
Anzi.
Schiere di dottori a cui ho donato l'equivalente monetario di una vacanza alle Maldive mi hanno trattato come la peggiore delle mammine pancine cuccioline, dandomi della paranoica isterica perché "Ma signora, non la vede? E' il ritratto della salute!"
E va bene, grazie, sarà anche 17 chili per 105 centimetri di altezza e 700 metri di lingua, ma l'esaurimento nervoso mi viene perché ogni venti giorni le si piazza addosso una febbre da cavallo che non se ne vuole andare, mica perché sono matta io!

E poi.
"Sarà la socializzazione!" Ma va all'asilo nido da quando ha sette mesi, cazzo. Non si immunizza mai?
"Ma quest'anno è tremenda, signora mia!" Sì, certo, son tre anni che c'è un'invasione di virus, presto saremo tutti zombie.

Poi, il mio pediatra SantoSubito (della ASl, lo voglio precisare) si è fatto venire un dubbio. 
- Signora, ma sarà pfapa?
- Che??????
- PFAPA! Ma lei non ci va in internet?
- Sì, ma non a fare le diagnosi, che mi monta l'ansia!

E insomma, dopo un bel prelievo di sangue (ricordate? Sì, proprio quello) ci siamo aggiudicati la sindrome più cool del web: la Pfapa.
Cos'è?
E' una sindrome che colpisce i bambini, la cui caratteristica principale è una febbre alta che si verifica periodicamente ad intervalli di 3-8 settimane. Ad oggi non sono ancora state chiarite le cause alla base della sindrome; l’ipotesi più accreditata è che la PFAPA rappresenti un disturbo dei meccanismi di controllo dell’infiammazione: l'organismo crede di dover affrontare una grossa infezione, ma si sbaglia.
I sintomi sono vari e a parte la febbre sopra i 39° non è detto che si verifichino tutti; Emma ad esempio ha la febbre alta, una leggere infiammazione alla gola, i linfonodi del collo ingrossati e stop. Ma la febbre può durare anche 4 o 5 giorni.
Come si ferma? Nurofen, Tachipirina, esorcismi, preghiere tibetane e tisane ayurvediche sono inutili. Ci vuole il cortisone. Una singola dose, almeno per Emma, ed è come spingere il tasto “reset” del PC. Comodo, no? No, perché in alcuni bambini avvicina gli attacchi e quindi bisogna sopportare a volte ed spettare che semplicemente passi.
E in genere con l’età scompare. O, nei casi più insistenti, occorre togliere le tonsille.

 

E’ pericolosa? No, per fortuna no.
Una volta (sì, è sempre esistita, anche se ha un nome solo dal 1987) si chiamavano “febbri di crescita” e le nostre nonne le trattavano con un scrollatina di spalle.

 

Lo saprò fare pure io?
 

 



 

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26 luglio 2017 3 26 /07 /luglio /2017 14:00

Stamattina, come tutte le mattine, ho tirato giù Emma dal letto e lei, come sempre, ha reagito con la simpatia e l'allegria devastante che hanno le formiche quando viene buttato giù a calci il loro formicaio da un bambino riottoso.

Le tolgo il pigiama e la piazzo sul water mentre ha ancora gli occhi chiusi. 
Mi giro, raccolgo il pigiama, mi giro di nuovo, mi rigiro di scatto. 
Oh, la gnocca arriva quasi a toccare il pavimento con i piedi, mentre se ne sta seduta lì, sopra al riduttore. Ma quando è diventata così lunga, esattamente?
- Mamma, guarda!!!!
Scende, va verso il lavandino e alza il miscelatore. 
- Ci arrivo da sola!
Ok, è il lavandino più basso della casa.
Ok, è tutto a posto.
Ma io dov'ero mentre lei cresceva così???
Una voce mefistofelica dentro di me sogghigna e mi sussurra all'orecchio "Al lavoro, madre snaturata! Ecco dov'eri!!"
Maledetto subconscio mammolo, ma ci stai zitto?
"Buahahahhahah!"
Ma ti impicci delle mammine pancine e mi lasci in pace?

- Mamma?
- Dimmi, amore.
- Ora ho quattro anni, vero?
- No, Emma. Ne hai quasi tre e mezzo, non quattro. Per il tuo compleanno ci manca ancora: deve venire il freddo, poi Natale e poi...
- No.
- Come no, certo che è così.
- No. No. Vedi? Arrivo al lavandino, sono grande. 
- Sei cresciuta, certo, ma in altezza.
- ...
- Ti vuoi misurare?

Andiamo al metro a forma di tigre appeso in camera e ci misuriamo.
- Wow, sei 106 cm!!!
- Te lo avevo detto che in altezza ho quattro anni.

Sì, ma solo in altezza, però...
 

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24 luglio 2017 1 24 /07 /luglio /2017 08:00

Mare della nonna.
Luglio.
Caldo.
E sono anche a dieta.
Favoloso.
Seduti al tavolino allo stabilimento, guardo Emma e Alice, la figlia dodicenne del mio compagno, sbranarsi un gelato sotto gli occhi invidiosi miei e dell'Amoremio (a dieta per solidarietà).
Allegria.

Sono strappata via da considerazioni amene sulle calorie da urla e parolacce che provengono dalle nostre spalle. 
Tutti gli astanti girano la testa verso la fonte della diatriba. 
Un gruppo di ragazzini col ciuffo e di ragazzine limitrofe stanno prendendo in giro un uomo. Lo riconosco, gira sempre per lo stabilimento vestito da ragioniere, ma con tutti i colori dei vestiti sbagliati. Ama giocare a carta, i numeri ed ha l'intelletto di un bambino di sei anni.
Lo stanno sbeffeggiando, gridano e lo spintonano.
Lui reagisce mugolando, poco più di come potrebbe fare Emma al suo posto.
C'è un ragazzino, forse il capetto del gruppo, che è il più aggressivo di tutti. Gli grida forte in faccia che non capisce niente e che deve stare zitto. E' così avvelenato che gli si muove il ciuffo sulla testa, nemmeno avesse vita propria.
Lui ha gli occhi pieni di lacrime, risponde con voce stridula.
Dalla mia posizione non capisco l'oggetto del contendere, ma qualunque esso sia mi sta salendo una rabbia che non posso più tollerare. 
Mi alzo per intervenire, ma l'Amoremio mi prende per un braccio e mi fa rimettere seduta. Lo guardo interrogativa e lui mi indica un ragazzo, coetaneo di quello col ciuffo, che dal fondo del bar si sta dirigendo, scuro in volto, verso il capannello. Va da Mr. Ciuffo e lo invita a smetterla subito, a prendersela con lui che può difendersi invece che con chi non può e che è, come è ovvio, un coglione.
Il gruppo rumoreggia, ride, schernisce il Don Chiscotte della situazione che però non arretra di un passo, anzi inviata nuovamente Mr. Ciuffo ad andare fuori dallo stabilimento a misurarsi gli attributi in solitudine. Quest'eventualità sembra non piacere molto a Mr. Ciuffo che invita i suoi prodi ad andarsene che qui è una noia.
Anche il proprietario dello stabilimento finalmente interviene tentando di sedare gli animi con fare annoiato, ma ormai è tutto finito.
Mr. Ciuffo e la compagnia dei coraggiosi se ne vanno, Don Chiscotte se ne torna al mare mentre il ragioniere sbagliato torna a contare le carte seduto al tavolino. Sembra si sia dimenticato già di tutto, e voglio credere sia così.
Emma non ha percepito nulla, ma Alice sì. 
Mi guarda, vorrebbe una risposta, ma l'unica cosa che mi viene da dire ad una dodicenne che ha già capito tutto è: "Mi raccomando: quando ti innamori non ti far fregare da quelli come Mr. Ciuffo che non valgono nulla. Scegli sempre, c'è speranza!"

E stavolta lo credo davvero.


 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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