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29 gennaio 2019 2 29 /01 /gennaio /2019 18:39

Saliamo in macchina la mattina, destinazione diretta scuola dell’infanzia.

Gelo.
Vetro ghiacciato.
Freddo.
Tempo francamente del cazzo, diciamolo.
ODIO L’INVERNO.

- Ma quando finisce questo tempo del cavolo??? Lo odio!

- Mamma, tutte le stagioni sono belle, l’ha detto la maestra!!!

- Oh, Emma… che ti dico? A me non piace l’inverno, preferisco l’estate. Poi ogni stagione avrà le sue cose belle, non lo nego.

- DICIAMOLE!

- Ok. Prima l’estate.

- Andare al lago e in piscina. Andare al centro estivo!
- Vestirsi con maglietta e pantaloncini, andare al mare, mangiare il cocomero!
- Mamma, mangiare il gelato! Andare al mare dalla nonna e fare il bagno con le onde per mille mila minuti con Alice.

- Anche andare a Isola Polvese! Poi?
- Andare a cercare le more. MANGIARE LE MORE! Andare all’orto con il nonno e Tobia.

- Camminare scalzi!

- Le lucciole! Andare al parco la sera! Mangiare in terrazza! Innaffiare i fiori con il tubo e bagnare i gatti!

- Basta, basta. Troppe e troppo belle. Non vedo l’ora. Adesso l’inverno.

- Sì, lo so. LA NEVE.

- Brava. Poi?

- I pupazzi di neve. Fare a pallate di neve!
- No, Emma. Rientra tutto nella neve è solo una cosa.

- Mmmm… ok. Allora…. IL NATALE!
- Brava amore! Poi?
- I regali di Natale!
- No, sono sempre un di cui di quello sopra. Non vale.

- Fare l’albero di Natale?

- Uguale.

- Ah.

- Eh.

- E allora niente.

- Mi sa che aveva ragione la mamma, è meglio l’estate.

- Sì, mamma. Però…

- Però?
- Però in estate ci sono le zanzare.

- E in inverno ti viene la tosse e il raffreddore.

- Mmmm…

- E in estate non c’è la scuola.

- Eh, mamma.

- Cosa?

- Mamma, la scuola è bella, non fare l’asina.

 

Ma ti pare…

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13 novembre 2017 1 13 /11 /novembre /2017 14:45

A scuola di mia figlia, un po’ per motivi ecologici e di risparmio, un po’ per una miglior gestione ci hanno chiesto di portare per ogni bambino un bicchiere di plastica dura.
Come tutti i bambini sotto gli otto anni mia figlia ne ha una collezione ricchissima, ma la gnocca in questo weekend a casa dei nonni a Pescara ha scoperto un bicchiere appartenente a sua sorella.

Questo bicchiere è niente che un reperto archeologico dell’infanzia dell’ora adolescente figlia del mio compagno ed è un oggetto del desiderio ambitissimo: rosa fucsia e delle Winxs. Ovviamente la sorella maggiore lo ha regalato gentilmente alla minore, sia per generosità che per manifesto disinteresse.

Questo gigantesco oggetto del desiderio era destinato ad essere portato a scuola.
Stamattina.

Io, da mamma perfetta ed assolutamente connessa con il mondo scolastico, nonché dittatrice suprema, stamattina ho speso cinque minuti del mio preziosissimo tempo per fare un’etichetta con il nome da appiccicare sotto il bicchiere. Ero stata così brava da plastificarla addirittura con lo scotch: una vera opera d’arte.

Senonché la mia progenie appena si è accorta del mio bellissimo operato ha inscenato il dramma della follia, con pianti disperati, urla inarrivabili e scenate con svenimento annesso.
“Mamma, ma hai scritto il mio nome sotto il bicchiere!“
“Certo amore, hai visto come è carino?“
“Mamma, ma volevo scriverlo io!!“
“Vabbè amore, ormai l’ho fatto io“
A lei è balenato negli occhi un impeto di rabbia che nemmeno Ken il guerriero, ha preso il bicchiere, lo ha girato e ha strappato con un solo gesto plastico l’etichetta al grido di: “Mamma, non capisci niente! Io sono grande!“
Ecco, lì mi sono alterata. “Emma, ma come ti sei permessa? Sono molto arrabbiata con te.“  ho sentenziato cercando di mantenere uno straccio di calma, ché mica di lunedì è così semplice.
“No, mamma. SONO IO CHE SONO MOLTO ARRABBIATA CON TE.”
A quattro anni. Nemmeno.
Sulla zuffa seguente soprassiedo per pudore, però posso assicuravi che non ci siamo uccise ed abbiamo fatto la pace stabilendo di scrivere INSIEME il nome sotto il bicchiere stasera dopo cena.

La gnocca mi ha abbracciato le gambe prima di salire in macchina per andare all’asilo e io mi sono abbassata alla sua altezza.
“Facciamo la pace?”
“Sì mamma.”
“Ti voglio bene”
“Anche io mamma. PERO’ AVEVO RAGIONE IO”.
Ecco.

 

Mi chiedo come sarà la litigata per il motorino (che non avrà mai).

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26 luglio 2017 3 26 /07 /luglio /2017 14:00

Stamattina, come tutte le mattine, ho tirato giù Emma dal letto e lei, come sempre, ha reagito con la simpatia e l'allegria devastante che hanno le formiche quando viene buttato giù a calci il loro formicaio da un bambino riottoso.

Le tolgo il pigiama e la piazzo sul water mentre ha ancora gli occhi chiusi. 
Mi giro, raccolgo il pigiama, mi giro di nuovo, mi rigiro di scatto. 
Oh, la gnocca arriva quasi a toccare il pavimento con i piedi, mentre se ne sta seduta lì, sopra al riduttore. Ma quando è diventata così lunga, esattamente?
- Mamma, guarda!!!!
Scende, va verso il lavandino e alza il miscelatore. 
- Ci arrivo da sola!
Ok, è il lavandino più basso della casa.
Ok, è tutto a posto.
Ma io dov'ero mentre lei cresceva così???
Una voce mefistofelica dentro di me sogghigna e mi sussurra all'orecchio "Al lavoro, madre snaturata! Ecco dov'eri!!"
Maledetto subconscio mammolo, ma ci stai zitto?
"Buahahahhahah!"
Ma ti impicci delle mammine pancine e mi lasci in pace?

- Mamma?
- Dimmi, amore.
- Ora ho quattro anni, vero?
- No, Emma. Ne hai quasi tre e mezzo, non quattro. Per il tuo compleanno ci manca ancora: deve venire il freddo, poi Natale e poi...
- No.
- Come no, certo che è così.
- No. No. Vedi? Arrivo al lavandino, sono grande. 
- Sei cresciuta, certo, ma in altezza.
- ...
- Ti vuoi misurare?

Andiamo al metro a forma di tigre appeso in camera e ci misuriamo.
- Wow, sei 106 cm!!!
- Te lo avevo detto che in altezza ho quattro anni.

Sì, ma solo in altezza, però...
 

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14 giugno 2017 3 14 /06 /giugno /2017 14:30

Arriva per tutti, un giorno o l'altro.
La prima volta fa paura, specie perché si è piccoli, ma molti continuano ad esserne terrorizzati anche da grandi.
Ed è toccato anche ad Emma, come a molti della sua età, prima e dopo di lei.

E' il primo prelievo di sangue.
PANICO.

Soprattutto per i genitori, visto che la gnocca si è recata con me (brutta madre) al centro analisi con la stessa consapevolezza dell'agnellino che non conosce le festività pasquali. Pensava di fare un tampone alla gola ed era tranquilla, l'ingenua.
Il tampone è una cosa che mi spaventa da morire, tanto per essere chiari. Mi devono tenere ferma tre infermiere nerborute, sempre concesso che mi presenti all'appuntamento.
Ma a lei no, lei va serena. Sempre che poi arrivi il dottore che le regala due caramelle gommose.
Ma questa è una storia diversa.

Appena arrivata, però, ha subito intuito la portata dell'avvenimento e si è irrigidita. Ma non scomposta, attenzione; si è seduta in braccio a me, ha tirato su col naso e allungato obbediente il braccio. 
Due lacrimoni le hanno solcato il viso mentre il sangue riempiva le provette, ma non u gemito è uscito dalla sua boccuccia da treenne. 
Per premio le infermiere, che mai avevano visto tanto coraggio in una bimba così piccola, l'hanno invasa di caramelle gommose che lei sdegnosamente ha accettato.

In macchina, muta.
"Emma, tutto bene?"
"Mamma"
"Dimmi, amore mio".
"Mamma, che cosa mi hai fatto?"
E la diga si è rotta. Ha iniziato a singhiozzare e piangere disperata, finché non l'ho consegnata tra le braccia di mio padre che l'aspettava a casa.
"Nonno, la mamma mi ha fatto uscire una cosa rossa dal braccio, ho avuto paura"
"Amore, è passato. Stai tranquilla."
"Puoi dare due sculacciate alla mamma? Così mi passa prima"

Brutta madre...

 

 

 

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9 maggio 2017 2 09 /05 /maggio /2017 14:00

Emma è brava, molto brava.
Dorme, gioca da sola, va all'asilo, è indipendente.
Mangia anche, tutto.
Quasi tutto.

"Emma, mangia le carote."
"NO."
"Emma, ma come mai... mangia le verdure, le carote sono pure arancioni! E' il tuo colore preferito!"
"NO. Io le verdure non le mangio."
"Ma perché?"
"Mamma, ricordi quando ero piccola? Mangiavo tutto, anche le verdure. Ricordi?"
"Certo, eri molto brava."
"Sì, mangiavo tutto"
"Eh, ma ora no."
"..."
"..."
"..."
"Però magari crescendo ti piaceranno di nuovo, che ne sai? Magari da grande sarai vegetariana, mangerai solo le verdure e non ti piacerà la carne."
"O magari mangerò solo ma cicci."
"Già."
"..."
"..."
"..."
"Mamma?"
"Eh?"
"Le carote, io, no."

E ti pareva...

 

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20 febbraio 2017 1 20 /02 /febbraio /2017 14:30

Dormo male, dormo poco.
Non è colpa di Emma, lei dorme il sonno dei giusti e l'unico pensiero che ha è la sveglia.
Sono proprio io.
Ed il mio naso, che non funziona.
Apnea amica mia.
E l'ansia, poi? La vogliamo dimenticare così? Dopo una vita insieme? NOOOO.

Ma stanotte ho dormito stranamente cinque ore consecutive.
- Amoremio, ho dormito!!! Però ho fatto un sogno strano.
- Cosa?
- Ho sognato che perdevo i capelli a ciocche. Li pettinavo e venivano via. 
- Brutto!
- E che vuol dire?
- Ma che ne so! Perché vuol dire qualcosa?
- Eh, qualcosa vorrà dire. E poi il terrone della famiglia sei tu!
- Forse vuol dire che devi smettere con la piastra.
- Scemo.

Poi l'ho cercato su Google, eh, ed ha un significato ben preciso.

Perdere i capelli a ciocche vuol dire essere molto stanchi e stressati ed avere necessità immediata di una vacanza.
(Seguono grasse risate registrate)

Inoltre perdere i capelli mentre ci si pettina davanti allo specchio vuol dire che per risolvere i problemi che ci si trova davanti si può contare solo se stessi e nessun altro.

Allegria e buonumore.
Tutte cose che non sapevo, tra l'altro.

 

Stanotte non dormo, che è meglio.

 

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21 novembre 2016 1 21 /11 /novembre /2016 08:00

Avere un figlio è anche, e sopratttutto, la bellezza di vederlo crescere, imparare, evolversi.

Vedere il cucciolo appena nato trasformarsi in un essere senziente, capace di pensieri propri è una vera magia della natura, un miraoclo quasi.

Non sono mai stata una di quelle mamme che hanno la smania di volere far rimanere i propri figli dei cuccioli da accudire, ho sempre desiderato ardentemente di poter comunicare con Emma e di capirne i pensieri.
Discuterci persino.
Mica di massimi sistemi, dico io, però.

 

- Mamma?
- Dimmi amore della mia vita.
- Sei grrrassa, lo sai?

- ...

Era molto meglio quando se ne stava zitta.

Grazie amore, eh...

 

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14 novembre 2016 1 14 /11 /novembre /2016 18:00

Io ed Emma, in macchina.
Dalla radio esce la voce di David Bowir che canta "Starman" e la gnocca batte le mani a tempo come sempre.
"Mamma. quanto bella questa canzone! Chi la canta?"
"Un signore che si chiama David Bowie. Ti piace?"
"Sì. Ma chi è?"
"David Bowie era un cantante molto bravo ma un pazzo. Sai, un giorno si vestiva da maschio e poi, se gli andava, il giorno da femmina."
"No, mamma. NO VERO."
"Perché no Emma?"
"No, mamma. Maschio è maschio e femmina è femmina"
"Ah. Quindi i maschi come si devono vestire?"
"Maschi pantaloni, mamma. Femmine gonna."
"Ah. E tu le metti le gonne, vero?"
"Io, ceeeerto!! Feste, compleanni, io sempre gonna bella!"
"Ah. Ed è per questo che sabato abbiamo litigato mezz'ora per vestirti e poi alla fine dopo un bagno di lacrime sei andata al compleanno di Riccardo in jeans, vero?"
"..."
"Ti piacciono molto le gonne, vero?"
"..."
"Io femmina, ecco." sentenzia mettendo il muso.
"Certo, ma le femmine possono mettersi anche i pantaloni, oltre alla gonna. Come preferiscono. Se ti piacciono più i pantaloni va bene lo stesso."
"..."
"Maschi però gonna no."
"Vabbè, diciamo tendenzialmente no."
Si illumina: "Allora FEMMINA è meglio!"

Contentati così, figlia mia, ché non sai quello che ti aspetta.

 

PS. Per tutti quanti, specie per chi non l'ha visto mai, ecco a voi David Bowie alla BBC nel 1972 che canta "Starman".

 





 

 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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