No, non ho perso la password per entrare nel blog.
Non mi si è nemmeno rotto il computer.
Non è nemmeno colpa del lavoro, della vita frenetica, del tempo che è sempre poco e va spartito tra cose più importanti e bla bla.
La verità è una sola, semplice e banale: NON AVEVO VOGLIA.
Non di scrivere, sia chiaro.
Di condividere un’idea, una storia, un pensiero anche fosse solo tra i 5 amanti dell’orrido che leggono queste paginette o tra gli annoiati contatti dei miei social. Di vedere l’effetto delle mie parole su qualcuno che non conosco, la voglia di condividerle, di spararle nel mondo.
Forse perché, all’onor del vero, già c’è chi ne spara a sufficienza e senza ritegno.
Forse perché non sono sufficientemente glamour o influencer.
O forse solo perché non ho voglia.
La voglia, sì.
Quella che ti fa mettere davanti ad una tastiera e sbatter tasti per scrivere lettere una dopo l’altra.
Interno sera. Emma guarda la tv mentre gioca con le sue Pinypon. "Tutti gioni, alle 9:55 torna L'ape Maia!!" strilla la tv. - Mamma, noi ci siamo alle 9 e 55? - No amore. Io sono al lavoro e tu a scuola. - E allora per chi lo fanno il cartone in televisione? - Che c'entra, Emma, per i bambini che non possono andare all'asilo. Tipo quelli che sono mal.. - Tipo quelli che non hanno fatto i vaccini? - ... - ... - Sssì. Tipo loro. Ma anche quelli che magari stanno male, hanno la febbre, il raff... - Perché non hanno fatto il vaccino. - Emma, ma ci sono bambini che non vengono alla tua scuola perché non hanno fatto i vaccini? - Ecco, una volta Ettore non è venuto perché doveva andare a fare il vaccino. - Non è questo il caso. - ... - ... - Io comunque li ho fatti tutti. E da quando andavo alla scuola dei piccoli. Io sono a posto. - Certo Emma, fino al prossimo. - E non ho nemmeno pianto. MAI. - Su questo avrei da dire. - Comunque sono a posto. IO SONO A POSTO.
- Mamma, ma che fai? Mangi il pane? - Certo amore. - Mamma, non si fa. NON SI FA! (Oddio, no. mia figlia di quattro anni che mi controlla i carboidrati NO.) - Vabbè, amore. Sono 50 grammi... adesso, non è che... - Ma mamma, non lo sai? Nel pane c'è Gesù! - Come? - Nel pane, mamma. Non lo sai? - Ma... cioè... ecco, no! - E invece sì. (Adesso ditemi come cazzo le spiego l'eucarestia. Ha quattro anni. Ma io il giorno che l'ho segnata per l'ora di religione non potevo stare ferma?) - Ma no Emma, non è in questo pane comune, ma in quello che ti dà Padre Vincenzo in chiesa. Ma devi aver fatto la Comunione, però. Devi essere grande, come Alice.
Mi guarda scettica. Molto scettica. In effetti, chi sono io per parlarle di religione? - Sei sicura mamma? - Ma certo, ho vinto anche le olimpiadi del catechismo da piccola! Che credi! - ... - ... - Io, intanto, il pane non lo mangio. Per sicurezza.
“Emma, è ora di andare a letto. Vatti a mettere il pigiama”
“Mamma, sei cattiva!”
“Come?” “Sei cattiva. Sei la più cattiva di tutte le mamme dei miei amici”
“…” “CATTIVA”
“E perché sarei cattiva?” “Perché non mi dai mai ragione!” “Ecco.” “E perché… perché… non mi vieni mai a prendere all’asilo e invece le mamme dei miei compagni sì. Ecco.” Colpo basso. Mostro di una bambina. “Emma, vai a metterti il pigiama. ORA.” “NO” “Vai a mettere il pigiama o ti tolgo tutti i libri e tutte le pinypon” “NO, NO E NO” Cerco di non perdere la calma. Respiro, visualizzo le onde le mare, i fiori, le luci dell’alb…
“SEI CATTIVA” “VAI A METTERTI IL PIGIAMA. ORA!”
“Mi hai strillato, lo dico a papà!” “Sicura che ti convenga?” “…” “…” “Vado a mettere il pigiama, ma tu sei cattiva” “E tu sei testona.” “No, ti sbagli. La mia testa è piccola!” “Sì, ma affollatissima”
“In effetti c’è un gran traffico”
“Immagino”
“Ora però andiamo a letto, tutto questo traffico mi ha stancato"
Io, mia mamma e la gnocca tutte al bagno a simposio, giusto per assistere all'evento promesso dalla mia prole: la cacca. Ah, che bei momenti. Ah, la maternità. Mia mamma seduta sul bidet, io a gambe piegate, tutt'altro che comoda. - Emma, ti sbrighi che mi fanno male le gambe? La mamma è vecchia, non ce la fa! - Mamma, ma tu non sei vecchia!!!! E mi abbraccia. Com'è dolce la mia bambina, amorevole e falsa. - Amore, che carina. Dai, la mamma è un po' vecchia. - No mamma, davvero. Non sei vecchia. - Silenzio - La nonna è vecchia invece, guarda: ha le rughe!!! E indica la fronte di mia madre. - Vedi? Vedi? - Ha le gughe! E ride. Che ridere. - Nonnina cara! E l'abbraccia. Anche mia madre ride. A denti stretti.
Ho 41, ok? Anziana, ma non troppo. Vintage, forse. Ben conservata, almeno spero.
Ma a quest'età, e di questi tempi, i tagliandi sono importanti ed anche facendo seguito alle esperienze dirette delle mie amiche mi sono decisa a fare la mammografia. Ora, per me non è mai facile farmi visitare, toccare e smanacciare da dottori che non conosco. Per estensione, la stessa cosa vale anche per la parrucchiera, l'estetista e per il dentista. Non mi fido ad istinto, sono come un gatto che soffia. Ma ho anche, appunto, sorpassato i 40 e quindi mi è sembrato logico ragionare con l'opportunità e prenotare questa visita con l'assicurazione sanitaria che ci mette a disposizione l'azienda. Appuntamento veloce e struttura a scelta tra 5. Scelgo la più vicina e blasonata, tutto ok. Pronti via. Vado, prendo il numero, veloce arriva il mio turno. Il dottore è un'ometto piccolo e bianco di capelli, sembra stufo e stanco, soprattutto stufo. Senza badare alla privacy (mia) mi fa spogliare e girare per le varie salette della radiologia dove ci sono anche altri dottori. Ma sono, mi dico, dottori ed infatti non mi si filano manco per sbaglio e mi sento molto quarto di manzo in macelleria. Mammografia ok, visita senologica ok, tutto ok. Nel mentre e per tutto il tempo il dottore sbuffa e sbatte contro i medici generici, le assicurazioni, la pioggia, la desertificazione ed il buco nell'azoto. Poi mi invita a rivestirmi e va a prendere i risultati nell'altra stanza, lasciandomi sola. Io tiro un sospiro di sollievo e mi guardo intorno mentre mi rivesto in fretta. Butto un'occhio sulla sua scrivania, disordinata peggio della mia, e l'occhio mi cade su una tessera plastificata viola elettrico con scritte d'oro. Mi avvicino e leggo la scritta dorata e piena di arzigogoli: VIP MEMBER - VENUS STRIP CLUB. ... ... ... Ok. Va tutto bene. Non iperventilare.
Nel frattempo il dottore rientra, mi riconsegna i risultati e mi congeda. Mi ritrovo fuori dalla clinica, sana (per fortuna) e smanacciata. Non voglio passare per moralista, ma trovo certi luoghi e situazioni oltremodo sia per le donne che ci lavorano (e che spesso vivono condizioni disagiate o di abuso) sia per gli uomini che le frequentano. E pensare che questo vip member m'ha palpeggiata, anche se con la massima noia, non mi rende entusiasta della scienza medica.
Per finire, fate prevenzione è importante! Magari, però, cambiate clinica...
Una casa vicino alla nostra è di una famiglia svedese/danese che la usa giustamente per le vacanze. Hanno una bimba di un anno più grande di Emma, la famosa Alma, per cui Emma ha una ossessione generata dal fatto che, parlando lingue diverse, non riescono a comunicare. E questo nonostante noi genitori, invece, sì: grazie alla lingua inglese.
Da qui la fissa più grande di Emma: "Mamma, devo imparare l'inglese" Finora la cosa è stata limitata a sessioni di Peppa Pig in lingua inglese e ad una specie di esperanto che Emma parla con le sue bambole spacciandolo per l'idioma di Albione, oltre ad una serie di sguardi feroci rivolti a chi secondo lei padroneggia l'agognato linguaggio. Fino ad oggi.
"Mamma, mamma!!!" "Dimmi, amore" "OGGI A SCUOLA ABBIAMO FATTO LA PRIMA LEZIONE DI INGLESE!" "Ma dai! E ti è piaciuto?" "Tantissimo. E' bellissimo studiare inglese!" "E che cosa hai imparato?" "Sciiit!" "Come?" "Sciit, mamma. Sciit! Non lo sai che vuol dire?" "Aehm..." "Mamma, ma vuol dire fate silenzio, no? Non sai nulla" "Ah, sì... hai ragione! Come no?"
In fondo, non si comincia sempre dalle parolacce quando si vuol imparare una nuova lingua?
Sono sparita, non scrivo più. Vorrei poter dire che sia stato per mancanza di tempo, di voglia o per inerzia. Oppure che sia stato il caldo, o il lavoro. Oppure la vita frenetica. Ma direi una bugia.
La verità è che qualche volta la vita non ti travolge, ma ti erode. Ti sembra che sia tutto tranquillo, che la tua vita proceda dentro una routine placida e comoda, fatta di giorni sereni e uguali. Eppure non è così, non del tutto. La vita quotidiana ti lavora agli angoli, smorza l'ironia, annulla l'allegria. "Hai qualcosa che non va? Non ridi più" No, niente. Ma che dici. Non è vero.
Però qualcosa c'è, magari. Nascosto in fondo ad un cassetto. Sì le rogne, i problemi, la famiglia, il lavoro, una bimba piccola, i soldi, corri corri, niente tempo, blabla, blabla. Ma non è questo. Non è solo questo. Un po' come la polvere, dentro di me si sono accumulate tante cose. La stanchezza, prima di tutto certo. Ma anche la routine dei giorni tutti uguali, la gabbia di un cliché, l'obbligo di fare certe cose in un certo modo. E i problemi, anche. I problemi, che però così sembrano montagne.
Così ho iniziato a lavorare su di me. Mi sono messa a dieta seriamente, seguita da uno specialista, tanto per cominciare. Ho ripreso a guardarmi allo specchio. Mi prendo del tempo per me. Progetto di tagliarmi tutti i capelli. Ho prenotato una fenice da tatuarmi addosso. Progetto uscite con mia figlia e con le mie amiche. Ho ricominciato a scrivere qui.
Emma è sempre stata malaticcia. O meglio, ha sempre sofferto di febbri improvvise e molto molto alte, ma il suo aspetto non è mai stato quello classico dalla bambina cagionevole. Anzi. Schiere di dottori a cui ho donato l'equivalente monetario di una vacanza alle Maldive mi hanno trattato come la peggiore delle mammine pancine cuccioline, dandomi della paranoica isterica perché "Ma signora, non la vede? E' il ritratto della salute!" E va bene, grazie, sarà anche 17 chili per 105 centimetri di altezza e 700 metri di lingua, ma l'esaurimento nervoso mi viene perché ogni venti giorni le si piazza addosso una febbre da cavallo che non se ne vuole andare, mica perché sono matta io!
E poi. "Sarà la socializzazione!" Ma va all'asilo nido da quando ha sette mesi, cazzo. Non si immunizza mai? "Ma quest'anno è tremenda, signora mia!" Sì, certo, son tre anni che c'è un'invasione di virus, presto saremo tutti zombie.
Poi, il mio pediatra SantoSubito (della ASl, lo voglio precisare) si è fatto venire un dubbio. - Signora, ma sarà pfapa? - Che?????? - PFAPA! Ma lei non ci va in internet? - Sì, ma non a fare le diagnosi, che mi monta l'ansia!
E insomma, dopo un bel prelievo di sangue (ricordate? Sì, proprio quello) ci siamo aggiudicati la sindrome più cool del web: la Pfapa. Cos'è? E' una sindrome che colpisce i bambini, la cui caratteristica principale è una febbre alta che si verifica periodicamente ad intervalli di 3-8 settimane. Ad oggi non sono ancora state chiarite le cause alla base della sindrome; l’ipotesi più accreditata è che la PFAPA rappresenti un disturbo dei meccanismi di controllo dell’infiammazione: l'organismo crede di dover affrontare una grossa infezione, ma si sbaglia. I sintomi sono vari e a parte la febbre sopra i 39° non è detto che si verifichino tutti; Emma ad esempio ha la febbre alta, una leggere infiammazione alla gola, i linfonodi del collo ingrossati e stop. Ma la febbre può durare anche 4 o 5 giorni. Come si ferma? Nurofen, Tachipirina, esorcismi, preghiere tibetane e tisane ayurvediche sono inutili. Ci vuole il cortisone. Una singola dose, almeno per Emma, ed è come spingere il tasto “reset” del PC. Comodo, no? No, perché in alcuni bambini avvicina gli attacchi e quindi bisogna sopportare a volte ed spettare che semplicemente passi. E in genere con l’età scompare. O, nei casi più insistenti, occorre togliere le tonsille.
E’ pericolosa? No, per fortuna no. Una volta (sì, è sempre esistita, anche se ha un nome solo dal 1987) si chiamavano “febbri di crescita” e le nostre nonne le trattavano con un scrollatina di spalle.
Luglio. Mare della nonna. Fa caldo. Molto caldo. E quando fa caldo io sono più intollerante verso il genere umano tutto. Che ODIO. E che non si sa come mai si esprime sempre ai massimi livelli in ambienti collettivi e discinti come la spiaggia, dove l'italiano medio sa regalare al prossimo il peggio di sé. Se sono genitori, poi, è BINGO.
Cose che odio (elenco esemplificativo e sempre in aggiornamento).
1) I genitori che si mettono sul bagnasciuga a strillare alla prole ("Esci!!!! Ti ho detto esci!!!hai le dita raggrinzite, esci!!!!!") con la sigaretta in mano e nell'attesa spengono la sigaretta sulla sabbia spingendo giù il mozzicone per nasconderlo. Ma cazzo, ti preoccupi che tuo figlio abbia le dita raggrinzite dal troppo stare in acqua, ma di lasciargli pulito il mondo non te ne fotte nulla?
2) Quelli che fanno buche sul bagnasciuga di 5 mc e poi si dimenticano di richiuderle, sicché tu che porti tua figlia di 18 chili (ripeto di-ciot-to) a spasso sul passeggino per farla addormentare devi fare un percorso che il fil-rouge di Giochi senza frontiere ti spiccia casa.
3) Quei genitori i cui figli non dormono MAI, per cui alle due del pomeriggio, nel momento del riposo per tutto l'universo balneare, nel momento in cui tua figlia dorme spiaggiata come una foca permettono alla loro vispa prole di cantare/vociare/ascoltare youtube a 150 decibel. Svegliando tua figlia. Vaffanculo lo posso dire?
4) Quei genitori (ma anche nonni, zii, parenti accessori) che permettono ed anzi incentivano la ricerca di animaletti tra gli scogli al puro scopo di torturarli. No, lo scopo no è educativo, non cominciamo a dire fesserie. Andare in cerca di granchi, stelle marine, pesciolini e gamberetti per poi lasciarli sotto al sole in un secchiello con un dito d'acqua non ha nulla di educativo. Poi non vi lamentate se mi tocca fare il giustiziere della spiaggia.
5) In spiaggia ci sono tre contenitori per l'immondizia: plastica e vetro, carta, indifferenziato. Perché tu, bullo di periferia tatuato male, devi gettare il bicchiere della granita nella carta? Perché? Ti hanno bocciato tre volte in seconda elementare e non sai leggere?
Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!