Interno sera. Emma guarda la tv mentre gioca con le sue Pinypon. "Tutti gioni, alle 9:55 torna L'ape Maia!!" strilla la tv. - Mamma, noi ci siamo alle 9 e 55? - No amore. Io sono al lavoro e tu a scuola. - E allora per chi lo fanno il cartone in televisione? - Che c'entra, Emma, per i bambini che non possono andare all'asilo. Tipo quelli che sono mal.. - Tipo quelli che non hanno fatto i vaccini? - ... - ... - Sssì. Tipo loro. Ma anche quelli che magari stanno male, hanno la febbre, il raff... - Perché non hanno fatto il vaccino. - Emma, ma ci sono bambini che non vengono alla tua scuola perché non hanno fatto i vaccini? - Ecco, una volta Ettore non è venuto perché doveva andare a fare il vaccino. - Non è questo il caso. - ... - ... - Io comunque li ho fatti tutti. E da quando andavo alla scuola dei piccoli. Io sono a posto. - Certo Emma, fino al prossimo. - E non ho nemmeno pianto. MAI. - Su questo avrei da dire. - Comunque sono a posto. IO SONO A POSTO.
- Mamma, ma che fai? Mangi il pane? - Certo amore. - Mamma, non si fa. NON SI FA! (Oddio, no. mia figlia di quattro anni che mi controlla i carboidrati NO.) - Vabbè, amore. Sono 50 grammi... adesso, non è che... - Ma mamma, non lo sai? Nel pane c'è Gesù! - Come? - Nel pane, mamma. Non lo sai? - Ma... cioè... ecco, no! - E invece sì. (Adesso ditemi come cazzo le spiego l'eucarestia. Ha quattro anni. Ma io il giorno che l'ho segnata per l'ora di religione non potevo stare ferma?) - Ma no Emma, non è in questo pane comune, ma in quello che ti dà Padre Vincenzo in chiesa. Ma devi aver fatto la Comunione, però. Devi essere grande, come Alice.
Mi guarda scettica. Molto scettica. In effetti, chi sono io per parlarle di religione? - Sei sicura mamma? - Ma certo, ho vinto anche le olimpiadi del catechismo da piccola! Che credi! - ... - ... - Io, intanto, il pane non lo mangio. Per sicurezza.
Primavera. Parco in riva al lago. Certo, con l’invasione dei turisti tocca litigare per parcheggiare, ma è bello vedere il paesello pieno di gente. Botta di fortuna. Accostiamo per lasciar passare uno che esce. Accanto a noi su un mega Suv superaccessoriato che costa sei volte il mio catorcio salgono sul sedile di dietro tre bambine piene di pizzi e fiocchi, dall'età approssimativa di otto, sei e quattro anni. Tutte e tre evidentemente SENZA seggiolino. Emma, che ha il finestrino abbassato, dal seggiolino su cui è seduta strilla forte indicandole:”Mamma guarda!!!! Non hanno il seggiolino!! Chiama la polizia!! Guarda!!” Non si calma più, strilla e indica vistosamente l’auto. I passanti si girano, ridono. "Mamma, guarda!!!! GUARDALI!!" La signora che guida (La madre? La zia? La tata? Una ladra di bambini?) e che ha sentito tutto mi guarda fissa e torva. Mi sale la carogna. Velenosa. “Signora, lo capisce mia figlia di quattro anni, veda lei!!” Chiude il finestrino e se ne va sgommando contromano, piccata nell’orgoglio.
“Mamma, perché non avevano il seggiolino? La loro mamma non gli vuole bene?” “Emma, amore, i grandi qualche volta sono peggio dei piccoli, non si rendono conto...” “Mamma, dovevi chiamare la polizia” “Hai ragione, la prossima volta lo facciamo” “Ci parlo io, tranquilla”
“Emma, è ora di andare a letto. Vatti a mettere il pigiama”
“Mamma, sei cattiva!”
“Come?” “Sei cattiva. Sei la più cattiva di tutte le mamme dei miei amici”
“…” “CATTIVA”
“E perché sarei cattiva?” “Perché non mi dai mai ragione!” “Ecco.” “E perché… perché… non mi vieni mai a prendere all’asilo e invece le mamme dei miei compagni sì. Ecco.” Colpo basso. Mostro di una bambina. “Emma, vai a metterti il pigiama. ORA.” “NO” “Vai a mettere il pigiama o ti tolgo tutti i libri e tutte le pinypon” “NO, NO E NO” Cerco di non perdere la calma. Respiro, visualizzo le onde le mare, i fiori, le luci dell’alb…
“SEI CATTIVA” “VAI A METTERTI IL PIGIAMA. ORA!”
“Mi hai strillato, lo dico a papà!” “Sicura che ti convenga?” “…” “…” “Vado a mettere il pigiama, ma tu sei cattiva” “E tu sei testona.” “No, ti sbagli. La mia testa è piccola!” “Sì, ma affollatissima”
“In effetti c’è un gran traffico”
“Immagino”
“Ora però andiamo a letto, tutto questo traffico mi ha stancato"
Visto che sono una alla moda, anche io come Chiara Ferragni ho fatto il passaporto a mia figlia. Italiano, per carità, ma ognuno fa quel che può.
No, in realtà il passaporto serve per andare a Varsavia quest’estate ad un matrimonio per cui siamo tutti elettrizzati.
Sì, lo so che basta la carta d’identità, ma l’Amoremio pecca per eccesso di zelo e va bene così, visto che spesso compensa il mio menefreghismo.
“Emma, ma lo sai che con questo documento puoi andare in tutto il mondo?” “Ma da sola?” “No, con mamma e papà” “Ah.” “Mostro di mia figlia, ma non sei contenta?” “Sì, certo. Lo sai dove voglio andare?” “No, dimmi”
“Primo, da Andrea che si sposa. Poi da Alma al suo paese” “Bene.” “Aspetta, non ho finito. Poi dai nonni della Nour ché mi ha detto il mare è bellissimo.” “Ok.” “E poi dai nonni di Davide, in America. Sai che studio inglese?” “Certo” “E poi a Londra. E basta” “Ti sembra poco?” “Mamma, sai che a Londra ci vivono Mary Poppins, Paddigton e anche Peter Coniglio? Ma lui solo ogni tanto ci va.” “Eh.” “Quando andiamo a Londra andiamo da Mary Poppins?” “Ma lo sai che lei arriva e va via quando cambia il vento, amore mio.” “Ah. Allora andremo a casa di Paddigton, almeno lui c’è sempre”
Chiacchiere in macchina per andare al lavoro, io e l’Amoremio. Si sa che quando nasce un figlio il tempo per la coppia si restringe, ma noi sfruttiamo tutti gli spazi.
“Allora, ieri sera non mi hai detto poi se ti è piaciuto il finale di Star Trek Discovery”
“Sì, abbastanza. Un po’ lassa la trama, ma in fondo Qo’nos non lo potevano far esplodere per colpa del continuity, quindi… però boh, deboluccio. Potevano inventarsi qualche altro coup de théâtre.” “Oh, Silvia, però! Non ti sta mai bene nulla. A me è piaciuto, ecco. E parecchio.”
“A te piace Star Trek a prescindere, pure se girano un’intera puntata sulle abitudini alimentari degli Andoriani! Non sei obiettivo! Sei arrivato persino a digerire gli ultimi film mainstream di J.J. Abrams!" “E’ vero, c’hai ragione. Però non è stato male, no?” "Diciamo che da dopo Natale mi ha preso bene, è stato interessante. Non lo metto ancora tra i preferiti 2018, però."
… … “Sai che pensavo?” “Dimmi.” “I nostri figli non vedranno mai la creazione di colonie su altri pianeti, lo sai?” “Amoremio, credo di averne preso coscienza all’incirca a 12 anni, tu no? Vabbè la fantascienza, però…” “E’ che quando ero piccolo io c’era la NASA, il programma spaziale, lo Space Shuttle! E si sognava, sì. Oggi che sogni possono fare questi bambini?” “Hai ragione, ma se la mettiamo così allora a me spiace molto di più che non esista davvero la Federazione dei Pianeti Uniti e tutti i suoi principi. Il mondo di oggi ne avrebbe davvero un bisogno disperato, anche senza altre civiltà intorno. Ci facciamo talmente tanto del male tra di noi, che una visione utopistica come quella è meno realizzabile di una colonia mineraria su Marte." "In effetti" "Però..." "Cosa?" "E no, niente. Pensavo che potrebbe venire una civiltà aliena e colonizzarci, almeno per un po'. Magari ci fa bene, ci insegnano qualcosa, ci evolviamo." "O ci massacrano e annientano, magari" "Come in quella brutta serie con Noah Wyle. Come si chiamava?" "Falling Skies" "Ah, già. Per fortuna ci siamo fermati alla seconda stagione" "Meglio Star Trek." "Sempre"
Ipermercato all’interno di un grande centro commerciale.
Sabato pomeriggio.
Bolgia.
Accanto a me, Emma vestita da Rapunzel.
Siamo venuti qui solo ed esclusivamente perché le scuole dell’infanzia della provincia hanno fatto un concorso e la nostra ha ricevuto un attestato e del materiale didattico.
Siamo entrati nell’ipermercato perché i nostri nuovi gattini, Sibilla e Serafino, ci hanno fatto fuori la luce di cortesia del corridoio scambiandola non si sa come per una pallina rimbalzina e di andare da un’altra parto con questo freddo proprio non mi va.
“Prendiamo anche i wurstel per papà?” “Ma è a dieta, Emma.” “Dai! E’ rimasto a casa!” Beato lui, aggiungerei volentieri, ché in mezzo a sto casino sclero io figurarsi lui. “Va bene” “E il sushi? Per l’aperitivo!” Mia figlia a quattro anni ed è già viziosa. Vabbè.
Ed eccoci qui alla cassa veloce, quella massimo dieci oggetti, con una scatola di sushi, una confezione di wurstel e la luce di cortesia.
La spesa intelligente. Le altre casse brulicano come formicai.
Davanti a me in fila una ragazza con lo chador e un vecchino senza cappello, ma col carrello pieno. Oggi si ride.
La ragazza passa, paga, sta imbustando la sua spesa ed il vecchino esplode.
“Come sarebbe adì che non posso pagare qui?” La commessa, dai grandi occhi blu e dall’aspetto di una liceale, con un fil di voce e molta educazione gli dice: “Mi spiace, deve fare una delle altre file. Qui è massimo dieci oggetti e lei ne ha molti di più”
“Eh, ma ‘ta quella tlì col fazzoletto l’ha fatta pagà!” “La signora aveva otto oggetti e poi non la riguarda” “Eh! Ce vengono ‘n casa e ce mangnono in testa! Ma ariveranno ‘ste elezioni! Poi vedete!!! Finisce 'sta festa!” Ok, ragazzina: tranquilla: ci penso io. Ora basta. Prendo in braccio Emma, sorpasso a sinistra il carrello del vecchiaccio, metto i mie tre oggetti sul nastro, depongo mia figlia (sempre vestita da Rapunzel con tanto di corona) e mi giro verso di lui serena: “Senta, la cassiera è troppo educata per dirglielo e allora glielo dico io in un modo a lei comprensibile: HA ROTTO I COGLIONI. Lo capisce? Sta importunando me, tutti quelli in fila dietro, la cassiera e la signora che ha pagato prima di lei. Questa è una fila veloce per chi ha pochi oggetti e lei non ce l’ha. Se non si toglie chiamo la sicurezza e poi vediamo chi ha ragione.”
Cinque minuti di applausi, grazie.
Mi giro, lui indietreggia col carrello pestando i piedi con le ruote a quella dietro che protesta, andandosene poi inneggiando al ritorno del rigore e della serietà, e vaffanculo ‘sti marocchini e 'sti comunisti che li difendono.
“Grazie” mormora la cassiera bambina abbassando gli occhi. Le vorrei dire che nella vita se non si fa valere lei per se stessa non lo farà nessun altro. Che la paura non risolve nulla, mai.
Che mia nonna, fiera della sua terza elementare, diceva sempre che l’ignoranza fa più morti del vaiolo.
Che questo paese fa schifo e vorrei che mia figlia volasse via da grande.
Invece mia figlia ha fretta, deve andare a tirare stelle filanti.
E allora ciao mondo crudele, noi ancora dobbiamo giocare.
Io, mia mamma e la gnocca tutte al bagno a simposio, giusto per assistere all'evento promesso dalla mia prole: la cacca. Ah, che bei momenti. Ah, la maternità. Mia mamma seduta sul bidet, io a gambe piegate, tutt'altro che comoda. - Emma, ti sbrighi che mi fanno male le gambe? La mamma è vecchia, non ce la fa! - Mamma, ma tu non sei vecchia!!!! E mi abbraccia. Com'è dolce la mia bambina, amorevole e falsa. - Amore, che carina. Dai, la mamma è un po' vecchia. - No mamma, davvero. Non sei vecchia. - Silenzio - La nonna è vecchia invece, guarda: ha le rughe!!! E indica la fronte di mia madre. - Vedi? Vedi? - Ha le gughe! E ride. Che ridere. - Nonnina cara! E l'abbraccia. Anche mia madre ride. A denti stretti.
- Mamma, ti devo dire una cosa. - Dimmi amore. - Mamma, io conquisterò il mondo. - ... - E lo sai che vuol dire? - Dimmelo tu, Emma. - Vuol dire che io farò il giro del mondo da grande e tutto sarà MIO. - Ecco. - Già. - Sembra bello. - Lo sarà, mamma. - Posso venire anche io? - No, tu sarai vecchia.
"Mamma, posso farti una domanda?" Tremo. "Dimmi, amore" "Ma un giorno io sarò mamma?" Pensavo peggio. "Amore, quando sarei grande, se tu lo vorrai potrai essere mamma." "Mmmm" Rumore di rotelle del cervelletto della gnocca che girano vorticose. "E come si diventa mamma?" Panico. "Ehm. Quindi. Allora. Ecco, sì. Quando sarai grande incontrerai una persona che amerai così tanto che vorrai diventare mamma e così lo diventerai." L'avrò convinta? Sì? Sì? "Mamma, non ho capito una cosa però" Ohi ohi. "Cosa, amore?" "Se io amo due persone? Se non so scegliere? Io non so scegliere tra Alberto e Alfredo." "Eh, amore. C'è tempo, tranquilla" C'è tempo.
Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!