Overblog
Segui questo blog Administration + Create my blog
31 luglio 2017 1 31 /07 /luglio /2017 08:00

In macchina io e un'amica.
Dietro la gnocca ed il figlio di lei, più grande di BEN sei mesi.
Seduti sui loro seggiolini, discettano dell'universo conosciuto.
Noi, davanti, cerchiamo di non andar a sbattere dal troppo ridere. 

- Tu sei piccola. 
- Non è vero, sono un quadrato. 
- Sì.
- Nooo. Nooo.
- Zitta, sei piccola. io ho quattro anni e tu solo così (E fa il segno di "tre" con le dita). Io invece presto farò cinque anni.
- Non è vero, io sono un quadrato. Siamo uguali. Vero mamma??? Mamma????

- Lo sai che Giulia ha una sorellina piccola? Si chiama Bea.
- Ah ah.
- Anche io ho un fratellino. Si chiama Ettore e sa camminare.
- Ah ah.
- E tu?
- Io ho una sorella grande, sa fare le capriole e mi porta dove voglio io. 
- ...
- Ah ah.

- Facciamo finta che sei il mio bambino?
- No, io sono grande.
- Ma è per finta! Dai, giochiamo.
- No.
- Dai!!
- Ok. 

- Cantiamo?
- Cosa?
- Rovazzi.
- No.
- Fedez.
- No.
- Uffa, io canto da sola.

Poveri maschi.
 

Condividi post

Repost0
13 giugno 2017 2 13 /06 /giugno /2017 09:12

Ieri per caso, saltellando di link in link sui social, sono incappata nella nuova home page di #supereva. Lì per lì sono rimasta un po' basita, solo il nome mi ha subito riportato alla fine degli anni '90, ai modem 56k e ai forum litigiosi dei bei tempi andati. SuperEva però, a differenza di tanti altri, è sopravvissuta all'avvento dei social.
Non solo, ad una prima occhiata non ho potuto far a meno di notare come si sia modificato e plasmato per ascoltare la rete e le sue tendenze, modellandosi sul gradimento degli utenti. SuperEva è infatti il primo sito in Italia con argomenti scelti al 100% in base ai trend social e la sua grafica è creata appositamente per gli utenti che accedono con smartphone e tablet.

Ciò che più mi ha colpito, però, è il taglio del sito.
Sulla homepage si punta soprattutto sul cosiddetto “feel good factor”, con notizie basate su divertimento e soprattutto sulle storie a lieto fine di vario genere, dagli animali alle storie d'amore. Un sito positivo, quindi, con news che possono intrattenere utenti di varie età ed estrazioni tenendoli lontani da siti equivoci diffusori di bufale.Interessante anche il c.d. “trendometro” che mostra in tempo reale le notizie più interagite sui social e i contenuti più cercati sui motori di ricerca di qualsiasi genere, dalle ultime 'interessanti' avventure delle piccole star del web (*yawn*) fino ad interessanti articoli divulgativi su scienza e geografia.
O a Tiziano che regala pizze ai suoi fan in fila per il concerto. Adoro.
Un sito piacevole e divertente insomma, che crea un connubio intelligente tra passato (seppur recente) e futuro.

Visitatelo, non ve ne pentirete.

 

 Buzzoole

Condividi post

Repost0
19 febbraio 2017 7 19 /02 /febbraio /2017 16:06

In questi giorni il PD è nella bufera. E come al solito, non per particolari scandali etico-moralisti o per questione di soldi, ma perché, da veri maschi, tutti sono certi di avere il pisello più lungo e gli attributi più idonei al caso.
Non sono (quasi ) mai entrata nella politica attiva e soprattutto mai mi sono tesserata a nessun partito, nessuno mi ha mi davvero rappresentato in tutto e per tutto.
Eppure, dall'inizio della mia memoria politica, mi sono sempre definita di sinistra.

Alla luce di tutti questi onanismi, ha ancora senso definirmi tale? Ma soprattutto, cosa vuol dire essere di sinistra oggi per me?
Facciamo una breve lista esemplificativa:
1) essere di sinistra per me vuol dire credere che tutti, senza distinzione di colore, nazionalità, religione, affettività o sessualità abbiano gli stessi diritti e gli stessi doveri. Che tutti, se lo vogliono, possono sposarsi. Oppure anche no. Che tutti possono amarsi, riprodursi e commettere gli stessi errori da genitori. Che tutti possono vivere come meglio credono, basta non vadano ad inficiare la libertà degli altri.
2) essere di sinistra per me vuol dire credere nell'inclusione, a scuola e nella vita di tutti i giorni; in un futuro più bello dove diverso non voglia dire sbagliato, ma solo di un altro colore, dove essere giudicati per le proprie scelte personali sia solo un ricordo.
3) essere di sinistra per me vuol dire augurarmi che mia figlia possa crescere in Europa come cittadina di una entità più grande, restando fiera di essere italiana.
4) essere di sinistra secondo me oggi vuol dire credere in uno stato laico, che tutela tutte le religioni e non piazza crocifissi per alimentare l'abitudine popolare.
5) essere di sinistra per me vuol dire applicare nella mia quotidianità tutta l'empatia di cui sono capace per aiutare la gente e fare il meglio possibile per l'azienda per cui lavoro. Spingendo la gente a richiedere contributi che non conosce, facendo divulgazione e pigliandomi anche qualche vaffanculo.
6) essere di sinistra per me vuol dire considerare urgente la riforma dello ius soli, che giace dimenticata in parlamento, perché bambini come Nour, Emma e Aaron possano crescere insieme con gli stessi diritti e le stesse prospettive future.

No, il PD non mi rappresenta, ma nemmeno SI capace negli anni di star solo lì a guardarsi i piedi ed a sforzarsi di cambiar nome per trovarne uno incisivo. No, non ci siete ancora riusciti.
Ma anche se nessun partito mi rappresenta, non posso far a meno di essere me stessa e quindi di essere di sinistra.

Però datevi una regolata, cazzo, eh.




 

Condividi post

Repost0
4 novembre 2016 5 04 /11 /novembre /2016 08:00

- Mamma, io elfo
- Come?
Che dolce, la gnocca. Non sa dire forchetta, ma elfo sì.
- TA-DAAAN! Io pessa delle fate!!! Guarda, volo!!!!!!

La nuova simpatica mania di mia figlia si chiama "Il piccolo regno di Ben & Holly", ormai datato cartone animato britannico figlio dei creatori di Peppa Pig, ormai relegato a fare da tappabuchi nel palinsesto televisivo e scoperto da Emma tramite youtube. 
Il cartone in questione, che tuttavia non ha sostituito la Pimpa nel cuore di Emma, si incentra sulle avventure di un piccolo regno popolato di elfi e fate, rigidamente divisi in classi sociali ben distinte.  e fate, infatti, poco fanno se non attraverso la magia mentre tutte le attività manuali sono delegati agli elfi che, da par loro, odiano tutto ciò che è magico. Peggio che in India, insomma. 

In mezzo due amici del cuore: Ben e Holly, rispettivamente un elfo e la principessa delle fate. A fare da corollario alle loro storie tanti strampalati personaggi, tanta ironia ed un sottotesto per adulti che fa sorridere anche i grandi.

Come se non bastassero le storie animate, Emma non può far a meno di inserire le avventure del piccoletti anche tra le favole della buonanotte. Ormai so a memoria le storie del libro, che non può mancare MAI tra le favole della buonanotte, nemmeno in trasferta dai nonni.

Volete farvi mancare anche solo per una sera "I volpacchiotti" oppure "Re Cardo non sta bene"? Siete matti? 

Ma il vero problema non è nemmeno questo. E' l'ossessione per Gastone la coccinella e per tutti i suoi parenti. Povere bestie. Avete mai dato n mano ad una bambina di nemmeno tre anni una coccinella? No? Bene, quello che otterrete è polpetta di coccinella.
Senza rancore, eh?
- Perché non si muove più?
- Dome, Emma, dorme.

Non c'è coccinella che sfugga al controllo a tappeto del manto erboso della piccola volenterosa ricercatrice, nemmeno in autunno. anzi, soprattutto in autunno, quando le coccinelle supestiti sono un po' rintontite dal freddo e si lasciano cogliere impreparate. Derelitte e tapine.
Violenza su animali.

Ha piccole ali, e puoi montargli in sella
E' Gastone la coccinella!

Glielo spiegate voi che se butta la coccinella dalla terrazza al settimo piano della nonna Anna non la sta rimandando dalla mamma né tantomeno dalla principessa Holly?

Così, solo per non essere partecipi di una strage...

Condividi post

Repost0
5 maggio 2016 4 05 /05 /maggio /2016 08:00

Io ed Emma in macchina, in uno dei nostri momenti privati di chiacchiere, a dimopstrazione che io non imparo mai a star zitta
- Emma, amore, lo vogliamo prendere un gattino per casa nostra?
- Sì! Pitto, pitto! (trad. Piccolo, piccolo!)
- E come lo vuoi chiamare?
- ROCCO!
- No, amore, Rocco è il gatto della nonna, ci vuole un nome diverso. Tu pensaci, ok?
- Ah, ah.
- E gli darai da mangiare?
- Sì!!! La pappa!!!
- E gli farai le coccole?
- Sìììì, cocca cocca.
- E lo farai dormire nel tuo letto?
- NO! LETTO MIO!!!!!
- E chi ci dorme nel tuo letto?
- Emma!
- E la mamma?
- Sì, ma poto poto. 

Ecco, no. Per dire, la generosità di una bimba. Della serie addormentami e poi sciacquati dalle balle.

- E di che colore lo vuoi? Grigio come Rocco?
- Nooooooo.
- Allora come, rosso?
- Sì. No, rosso no. VERDE.

A posto.

 

Condividi post

Repost0
4 dicembre 2015 5 04 /12 /dicembre /2015 17:00

Stamattina i quotidiani riportano la morte della madre di Eluana Englaro, consumata da una lunga malattia. La vicenda di Eluana è nota a tutti, così famosa da aver generato movimenti nell'opinione pubblica, spettacoli teatrali e persino una graphic novel ispirata alla sua agonia e per questo non ne parlerò oltre, ma questo lutto seppur nella sua tipicità (una donna di 78 anni, una lunga malattia) mi ha invaso la testa di domande. 
Vorrei un interlocutore sensato, un uomo di fede saggio che risponda alle mie domande e con cui poter sedare l'inquietudine che la bambina che andava al catechismo porta dentro di sé. Non dico che vorrei la voce di Dio in persona, ma mi basterebbe Biff.

- No, ma dimmi Biff, fammi capire perché questa povera donna s'è dovuta consumare nel dolore per 17 anni? 
- Eh, tu donna partorirai nel dolore!
- No, dai, sìì  serio. A 'sta famiglia i media hanno fatto di tutto. 
- Se la sono anche cercata, predicando l'omicidio.
- Ma che omicidio, dai Biff! Non mi fare il cattolico bigotto. Ce l'avessi tu una figlia ridotta ad oggetto di arredamento manco fosse un Thun come la prenderesti?
- E' egoismo.
- Se permetti Biff, l'egoismo è un'altra storia eh...
- Phoebe carissima, è la volontà divina. L'uomo non può arrogarsi il diritto di decidere sulla vita e la morte. Solo Dio.
- Ma la volontà divina de chè? Se l'uomo non avesse inventato le macchine che la tenevano in vita ed alimentavano Eluana col cavolo che si sarebbe generato questo stillicidio infame.
- La scienza chi vuoi che l'abbia creata? Dio, no?
- Ma come, non eravate contro la scienza?
- Chi, io? Noi? No, ti sbagli.
- Scusa tanto, eh, ma allora l'inseminazione artificiale? 
- Quello è diverso.
- Diverso? 
- Sì, riguarda il sesso e quindi è terreno del diavolo.
- Ma dai. 
- Già.
- E le staminali?
- Che?
- Le sperimentazioni sulle cellule staminali, una tecnologia che potenzialmente può salvare molte vite?
- No, no. E' peccato. Non si può manipolare la vita. Solo Dio crea e distrugge.
- Fammi capire: i macchinari che tengono in vita una persona malata per anni e che è già celebralmente morta , sì. La tecnologia che può guarire, no?
- Ehm. 
- ...
- Oddio, m'ero scordato! Ho lasciato la pentola con l'acqua della pasta sul fuoco! mannaggia! O, grazie della conversazione, eh. Ci vediamo. Stammi bene. 

 

Ecco, quando una si riduce ai dialoghi immaginari comincia a diventare preoccupante.
Anche se state sereni, non sento ancora le voci.

Ancora.

 

Condividi post

Repost0
23 dicembre 2013 1 23 /12 /dicembre /2013 09:21

La mia Peugeot mi sta per abbandonare, oramai è un evento certo ancorché imprevedibile. Quando avverrà il fattaccio non si sa, ma la morte della lucina del portabagagli non fa presagire nulla di buono. Ma comprare una nuova macchina mi mette ansia. Un po' per i prezzi, un po' (molto) soprattutto per la manutenzione. Che per noi donne è una cosa praticamente incomprensibile. Almeno per me.
C'è da cambiare il filtro dell'olio?
Ah, sì? Aehm.

L'altro giorno, sfogliando il giornale in sala d'attesa dal medico, mi sono imbattuta in un bell'articolo sul car sharing che potrebbe essere una valida alternativa. Ma ovviamente vale (per ora) solo per Milano. Figuriamoci se in Umbria.

Il car sharing in questione è stato creato da ENI con lo scopo di ridurre il traffico all'interno delle nostre città sempre più congestionate e dare un nuovo volto alla mobilità. Il progetto Enjoy di  ENI prevede una flotta di oltre 300 auto (Fiat 500 e 500L, a seconda dei posti auto necessari) griffate, prenotabili tramite il sito internet oppure l'app scaricabile per iOS e Android. Con le stesse modalità si può trovare l'auto libera più vicina e noleggiarla al volo in pochi semplici passaggi.

Il costo di questo nuovo car sharing è di 25 centesimi al minuto per i primi 50 km, per poi passare ad una tariffazione al chilometro, sempre di 25 centesimi/km. La tariffa è all inclusive e comprende matutenzione, carburante, assicurazione. Pure filtro dell'olio, dicono.
Ma i vantaggi di Enjoy non finiscono qui.
Quanto trovate uggioso in una scala da uno a  dieci dover parcheggiare nelle nostre città? Lottare con gli ausiliari del traffico, con le strisce blu che piovono dal nulla nella notte, con le macchine in doppia fila? Ecco, con Enjoy potrete entrare nell'Area C di Milano e più in genere parcheggiare nelle strisce gialle per i residenti ed in quelle blu completamente gratis. Comodo, no?
Solo per quanto costa il parcheggio a Perugia, sarebbe una rivoluzione copernicana.

Ad ogni modo, trovo che in periodi come questo (ma non solo) il car sharing sia una idea vincente e spero  vivamente che l'idea di ENI non rimanga confinata alla città di Milano. 

E a voi? Piacerebbe fare car sharing?
O avete paura di dividere la macchina con qualche bifolco che lascia le cicche in macchina e fuma come un turco?
Oppure siete fanatici delle quattro ruote e ne volete una in esclusiva da coccolare e lavare la domenica? Come l'italiano medio dei film di Verdone tenete più alla macchina che alla fidanzata?

Attendo considerazioni.


Articolo sponsorizzato

Condividi post

Repost0
9 maggio 2013 4 09 /05 /maggio /2013 11:16

Come tutti gli anni, eccoci qui, ci siamo: è arrivato il momento del 730. 
MERAVIGLIOSO.
Sì…Aehm!

Avete già preparato tutti i documenti, fotocopiati e correttamente divisi, e inviato tutto al commercialista di fiducia? Oppure preferite un patronato o l'ufficio preposto di un sindacato? Poco varia, c'è sempre un poveraccio che, da bravo burocrate e come da richiesta dello stato italiano, dovrà far due conti tra dare e avere inerpicandosi tra le mille e più sfaccettature della fiscalità italiana.
Bel lavoro, sì.
Ma ci tocca ed allora tanto vale farlo bene, no? Quindi, tra tutti i documenti, non vi dimenticate di indicare anche a chi volete destinare il celeberrimo 5x1000 che per legge ognuno di noi può scegliere di assegnare ad una organizzazione senza scopo di lucro che ritiene meritevole, purché accreditata.
E' una di quelle cose a cui si presta sempre poca attenzione perché, diciamocelo, pagare le tasse è una rogna infinita e le leggi che regolano la dichiarazione dei redditi assomigliano ai calcoli necessari per costruire uno shuttle. Logico che, una volta arrivati in fondo, si chiuda tutto con slancio e buonanotte.
Ma destinare il 5x1000, destinarlo bene, è importante. E' una occasione unica per aiutare davvero a cambiare le cose. Specialmente se si decide di destinarlo ad associazioni come l’UNICEF che da anni aiuta i bambini di tutto il mondo, specie quelli che vivono nelle aree più povere, in condizioni al limite della sopravvivenza e che rischiano la vita per malattie come tetano e morbillo per cui da anni sono disponibili banalissimi vaccini. Paesi in cui la mortalità è elevatissima e ogni giorno muoiono 19.000 per malattie prevenibili con tempestivi vaccini.

L’UNICEF è il più grande fornitore mondiale di vaccini, sufficienti per oltre il 36% dei bambini nel mondo, ma ancora non basta, perché il 20% dei bambini non ha ancora accesso a questo genere di prevenzione.

Quando presenti la dichiarazione dei redditi quest'anno non dimenticarti dell’UNICEF e destina il tuo 5x1000 alla salvaguardia del destino di centinaia di migliaia di bambini nel mondo. E non dimenticare nemmeno di dirlo ai tuoi amici, diffondendo anche la voce sui social network tramite l'hashtag #aMeNonCostaNulla.

Rendi un obbligo noioso e difficile da mandar, giù come le tasse, un privilegio: aiuta l’UNICEF.

Aiuta il futuro.  

 


UNICEF, dona il tuo 5x1000

Articolo sponsorizzato

Condividi post

Repost0
30 aprile 2013 2 30 /04 /aprile /2013 19:53

Va di gran moda tra i politici italiani di certi nuovi movimenti (rivoluzionari solo a chiacchiere?) parlare di "wifi libero" come di panacea di tutti i mali. È vero? Oppure è solo la punta di un iceberg? Basterebbe questo a rendere le nostre città migliori, più vivibili, tecnologiche? Ovviamente no, sono solo chiacchiere.
Non sono chiacchiere al vento, invece, quelle del PON per la ricerca e competitività 2007-2013, finanziato in parte con fondi comunitari, in parte dalla nostra nazione, e che mira a promuovere lo sviluppo e la messa in pratica di progetti che migliorino le nostre città tramite l'utilizzo di nuove tecnologie semplificando l'accesso alla conoscenza, ad informazioni e servizi, cercando di smuovere le coscienze verso uno sviluppo sostenibile per tutti.
A questo scopo, PON ReC ha deciso anche grazie al patrocinio del MIUR, di scommettere sulle regioni dell'Obiettivo Convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) investendo più di 6 miliardi di euro nel progetto. Queste aree, infatti, sono da sempre caratterizzate da una altissima percentuale di alfabetizzazione elevata, ma anche da nessuno sbocco lavorativo. Combinazione che porta i ragazzi ad andarsene dalla propria terra, ad arrendersi e a continuare la loro vita altrove, impoverendo in un circolo vizioso la propria terra natia.
Con l'intervento del PON sono nati 8 progetti pilota in diverse aree importanti per il bene comune: salute, gestione dei rifiuti, mobilità, ambiente, scuola, pubblica amministrazione, energia, cultura e turismo.
Tra questi progetti troviamo Smart Cities, che punta a creare ambienti urbani intelligenti attraverso l'uso di nuove tecnologie, e Smart Education, che propone di sostituire i tablet ai libri nelle scuole. La campagna pubblicitaria allegata, di forte impatto, serve a dare risonanza a tutto il progetto, valorizzando il lavoro di PON attraverso la metafora dell'albero elettronico. Vi piace l'idea?
Una campagna molto forte, molto presente in rete, per non far passare questo progetto nel dimenticatoio, come troppo spesso accade. Per non dimenticare.

 L'Italia, forse, ha una speranza...

Articolo sponsorizzato

Condividi post

Repost0
30 aprile 2013 2 30 /04 /aprile /2013 19:52

Quante volte vi ha chiamato a casa il call center di qualsiasi tipo, pronto a vendervi qualcosa è a riempirvi di chiacchiere assurde? O peggio, quante volte vi ha chiamato al cellulare? Non so voi, ma io quando ricevo telefonate del genere non ascolto nemmeno l'offerta che mi viene proposta, mi si chiude la vena ed ho solo voglia di mettere giu ed abbandonare il povero telefonista al proprio triste destino.



Forse per questo enel energia cambia rotta, offrendo ai suoi clienti o futuri tali tutta una serie di sorprese.
Da aprile a giugno il Punto Enel di Via del Broletto 44 a milano diventa palcoscenico di eventi di musica, arte, spettacolo e design.
Dal 1 al 30 aprile ad esempio, se vi recate nel punto vendita di Via del Broletto 44 (il punto vendita  in cui cantavano gli usciti da X Factor, ricordate?) e aderite o fate aderire parenti ed amici ad enel energia riceverete tante cartoline da compilare quanti sono i contratti stipulati. Che si vince? Prima di tutto 10 biglietti per il più atteso concerto dell'anno, quello del 20 maggio. Poi altri premi meravigliosi, che potrete trovare nel regolamento, che contiene un fitto calendario di eventi.

Non perdete l'occasione di partecipare ai grandi eventi che ti offre milano, e ricordate che anche se siete già clienti enel energia potete partecipare invitando un amico!
Non dimenticatevi di andare al punto vendita più cool che c'è per scoprire tutte le altre iniziative ed eventi che fino a giugno vi faranno compagnia.

Meglio di un callcenter, no?


Articolo sponsorizzato

Condividi post

Repost0

Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

Piccolo spazio pubblicità



Archivi

Varie ed Eventuali

Il tarlo della lettura





buzzoole code