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12 giugno 2012 2 12 /06 /giugno /2012 17:25

goth-bride-with-chest-tattoo-birdcage-veil-vintage-earings_.jpgCerte volte mi metto a letto e non riesco a dormire.

Non certe volte: spesso.

Guardo il soffitto per un po’, poi chiudo gli occhi perché il buio da sempre mi intimorisce.

Non ho paura del buio, no, ma guardare e vedere tutto nero mi inquieta: sarà così la morte?

Un vedere tutto nero?

 

Al paradiso con gli angeli che cantano ci credo poco, e pure al paradiso della Lavazza, tipo condominio o casa di riposo.

Interessante digressione, non trovate?

E’ che dormo male, e continuo a fare strani incubi. 

E quando non dormo la testa va dove gli pare, scivola sui tasti che battono le corde più delicate, rincorrono le paure chiuse in naftalina, aprono armadi e scoprono scheletri. Uno via l’altro.

E dormire diventa impossibile.

Il mondo diventa un posto orribile, le persone che hai intorno esseri abietti e la tua vita un instancabile ticchettio in rincorsa ad un tempo che corre troppo veloce e che non riuscirai mai a raggiungere.

E mille dubbi, mille paure ti si affacciano alla mente in un gorgo irrazionale che non trova requie.

L’insoddisfazione di sé, le bollette da pagare (oddio, avrò saltato qualcosa?), l’IMU, un figlio, il tempo che passa, la paura.

 

Per spezzare la catena negativa, in genere mi alzo.

Vado in bagno, bevo un bicchier d’acqua, rifilo due coccole al gatto che ronfa come se non ci fosse un domani. Un po’ come l’Amoremio, pensandoci bene. Forse è un sogno da maschi, noi donne siamo più complicate, non riusciamo a staccare il cervello mai.

O magari no, non c’entra il sesso. Magari è solo un’attitudine.

 

Prendo un libro, in genere, e leggo. Non molto, mi bastano poche pagine.

Va bene anche un giornale (una volta ho letto anche PC professionale dell’Amoremio, immaginate un po’…), una rivista, qualunque cosa catapulti il mio cervello da un’altra parte. proprio stanotte riflettevo sulla mia passione per la lettura. L’ho sempre avuta, fin da bambina, e forse amo tanto leggere perché ho voglia di essere trasportata via, lontana: un’altra vita, un altro luogo, altre avventure, come Bastian  dentro Fantàsia.

Una catarsi. Una evasione. Una fuga, forse.

Lontana.

 

Se  neanche questo propizia il sonno, in genere vado di training autogeno e con una serie di esercizi di respirazione che sono così noiosi che finiscono per farmi addormentare.

Di noia, ma mi accontento.

Poi viene giorno, troppo troppo presto.

Il mondo ti reclama.

 

E la ricerca del Bianconiglio ricomincia…

 

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4 giugno 2012 1 04 /06 /giugno /2012 18:18

vintage.jpgQualche giorno fa ascoltavo questa canzone in cuffia mentre cercavo disperatamente di arrivare con una preparazione almeno vicina al cinque alla prova costume (Rossella Brescia, vaf*****lo tu e i cereali a cui sono allergica).

E’ capitata per caso, ripescata dal random nei meandri della mia libreria musicale dove era stata sepolta dal quotidiano e dalla musica del decennio successivo.

E mi sono ritrovata a pensare in ordine sparso che:

- Morgan prima di cadere in un film di Tim Burton e restarci imprigionato era un genio

I Subsonica non hanno inventato proprio un bel niente, anzi dovrebbero baciare la punta delle scarpe di Morgan

Gli altri componenti dei Bluvertigo devono essere stati o santi o fatti per tollerare Morgan così a lungo.

A parte questo, il testo:

 
Non posso fare tutto quello che voglio
non posso dire tutto quello che penso
non posso esaudire i miei desideri
la condizione in cui mi trovo e' proprio
fuori dal tempo

Illuminante.

E anche un po' spaventevole.

 

Esattamente come mi sento io.

Ecco, quando scopri che una canzone del 1997, anno in cui iniziavo l’Università e guardavo Videomusic il pomeriggio facendo merenda e immaginandomi scrittrice o magistrato, ti calza ancora a pennello ti senti male.

E una canzone dei Bluvertigo, per di più.

 

Ma non voglio annoiarvi con le mie paturnie.

Invece di annoiarvi, vi racconto del mio vicino, che oramai è una supestar del web a sua insaputa. Nella mia opera di stalkeraggio, tra le varie cose, ho scoperto che intaglia il legno.

Intaglia dei tronchi, sì. E ci fa delle figure di donna.

Lunghe.

Tipo Modigliani.

Tutte  a bocca spalancata.

Bianche.

 

Ora vado a portargli i muffin, se non scrivo nulla nelle prossime 24 ore allertate le forze dell’ordine.

Oh, scherzo eh?

 

Forse…

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16 maggio 2012 3 16 /05 /maggio /2012 10:47

Mummy-20Boy.jpgUltimamente non dormo bene.

Per niente.

 Ho degli incubi nel bel mezzo della notte, incubi che sembrano veri.

No, non sogno mostri, né morti, né tantomeno macabre rappresentazioni indotte dai film.

No.

Io sogno che c’è qualcuno che mi guarda mentre dormo. E si avvicina, si avvicina, si avvicina… finché poi io mi sveglio sobbalzando, con la certezza che ci sia qualcuno e con il cuore che mi batte a mille. Non è sempre la stessa persona, vedo facce diverse. Una volta, addirittura un nano da giardino, con tanto di cappello a punta rosso d’ordinanza.

Ieri sera, per dire, un’altra variante. Un barboncino piccolo piccolo, abbarbicato sopra all’Amoremio che dormiva beato il sonno dei giusti, tentava di strappargli via un orecchio. Ho urlato per scacciarlo, non so se in sogno o nella realtà. Forse nella realtà, visto che la tachicardia l’ho fatta venire anche all’Amoremio.

Ho ravanato anche in siti di interpretazione dei sogni, provato a chiedere a pseudo-esperti, ma niente.

Sembra che questo sogno ricorrente riguardi solo me.

E mi terrorizza.

Ora, a meno che casa mia non sia infestata dallo spirito dei padroni precedenti (che dovrebbero tra l’altro essere vivi e in Belgio), non so cosa pensare.

Sto diventando pazza?

C’è qualcuno chiuso nell’armadio che si diverte e farmi scherzi?

Il mio subconscio sta cercando di dirmi qualcosa?

Ma cosa?

 

Che sia più chiaro, perdindirindina!

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11 maggio 2012 5 11 /05 /maggio /2012 14:15

imagesCA0FSK1D.jpgAccade a volta che il peso che ci si porta dentro non riesca a venir fuori, che le parole manchino anche a chi, come me, ne vorrebbe far un mestiere.

Eppure parlare di sé non è mai facile, nemmeno se in possesso di un vocabolario superiore alla media.

Perché è facile raccontare una storia, astrarsi, parlare di emerite sciocchezze travestite da aneddoti divertenti. Ma parlare di quel che ci si porta dentro, poi, è diverso e non sempre facile da tradurre, interpretare e poi spiegare.

Sono sensazioni, paranoie, idee che frullano tra i neuroni come falene intorno alle luci d’estate,

Ma stamattina, leggendo uno dei miei blog preferiti, ecco stamattina l’ho capito.

 

C’ho la sindrome della piccola fiammiferaia.

La conoscete la storia, no?

 

A me la raccontava sempre mia nonna, anzi no: credo sia uno dei primi libricini illustrati che ho mai posseduto.

Indicativo, nevvero?

La storia è da vietare ai minori di 18 anni per evitare traumi diffusi alle nuove generazioni, esattamente come Dolce Remi, ma ormai su di me il danno (aiutato evidentemente da una propensione genetica) è stato fatto.

 

Io, piccola fiammiferaia all’angolo della strada mi ci sento eccome.

Capita, capita a tutti, no?

Capita di sentirsi soli, abbandonati, non capiti.

Capita.

Ma quello che non mi dovrebbe capitare, e che mi fa incazzare del mio carattere, è l’incapacità di reagire, di chiedere, di uscire da quell’angolino fatto di fiammiferi scriccati e dire “Ora si fa come dico io, cazzo!

E farlo con decisione, sì,perché son brava solo  a fare rumore e a lottare per gli altri, ma mai per me e per le cose che voglio. Se c’è un mulino a vento da buttare giù a testate io sono in pole position, porto la bandiera a testa alta e sono pronta a metterci l’anima. Ma se devo lottare per una cosa che riguarda me, soprattutto se spinosa e complicata, bèh… avete presente lo struzzo?

Ma non va bene. No.

Non posso aspettare che gli altri intuiscano i miei bisogni, combattano le mie battaglie.

Non è giusto, non è giusto per nessuno.

Perché la vita la decidiamo noi, ma bisogna lottare per le cose che riteniamo importanti.

Affrontando.

Basta cerini.

 

Ora basta davvero.

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9 maggio 2012 3 09 /05 /maggio /2012 17:48

Impazienza-300x202.jpgIo ho un pessimo carattere.

Pessimo.

Pessimo, credetemi.

Me lo hanno detto nel corso degli anni svariate volte.

Pure i miei genitori, quindi deve essere vero. Anche se mi hanno messo al mondo (innegabilmente) loro, quindi la colpa è TUTTA loro.

 

Prendo fuoco con nulla e non sono capace di restare zitta.

Se ci resto, invocando Kalì, Hare Krishna, Santo Spiridione e tutte le altre divinità minori, divento una pentola a pressione, covo il malcontento, mi faccio venire  la gastrite… e poi sbotto.

Avete presente la marmellata fatta in casa quando non prende bene il sottovuoto e dopo un mese e più, proprio quando avevi messo a  posto la dispensa per l’inverno,  fa il botto e devasta tutto sporcando anche gli altri vasetti.

Ecco, io sono così.

Ed è per questo che finisco per esser presa per matta, perché sbotto per una cavolata, anche insignificante, dopo aver somatizzato all’infinito.

La classica goccia che fa traboccare il vaso,  insomma.

Sai la novità?

E’ che non vorrei essere così, non vorrei accumulare nervosismo e stress come una vecchia batteria, ma esternare il mio pensiero al momento giusto.

Così, come si dice al lago, la sconta ’l bono pel tristo.

Perché quando mi si spegne la lampadina che illumina isolata i miei neuroni mentre giocano a carte butto fuori tutto.  E non così in scioltezza, con l’ironia tagliente che mi fa diventare stronza anche quando c’ho ragione.

 

E poi mi pento.

Va a finire che  chiedo scusa.

Sì, anche quando ho ragione.

 

 

Sarò scema?

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27 marzo 2012 2 27 /03 /marzo /2012 13:50

Guercino_-_Personification_of_Astrology_-_circa_1650-1655.jpgE’ che c’ho la Luna in Cancro.

O magari Saturno contro, non ho capito bene.

La mia collega quasi-astologa lei sì, lei lo sa.

Lei ne è convinta.

Devo aver fiducia, che il 2012 sarà il mio anno.

Un anno col botto.

Sì.

 

Ma io, poi, in fondo, mica ci credo tanto.

Cioè, non è che perchè sei nata il sette gennaio come me devi essere per forza testona come una capra tibetana, orgogliosa e rigorosa con se stessa al limite del cilicio

No.

Non è che perché sono Capricorno mi capita di esprimere il mio parere sempre e comunque e vado in giro a dar fiato alla bocca senza riflettere.

No.

Non è che perché sono Capricorno che quando mi si dà contro rivelo un carattere difficile ed uno spirito spesso eccessivamente criticoe d ironico.

No.

Nonononono.

Se fosse vero l’oroscopo sarei anche incline alla riflessione, alla prudenza ed alla diplomazia (ahahahhahahahah!).

 

Che poi il Capricorno è il segno del peccato, che ve lo dico a fare?

 

Sono lunatica, sì.

In questo periodo, come spesso mi capita sin da che ho memoria, mi sento in una bolla e non riesco ad esprimere le mie emozioni o le mie volontà.

Sembro spenta come il pupazzetto delle Duracell, ma senza Duracell.

Vorrei dormire 24 ore. Vorrei vegetare.

Vorrei svegliarmi e trovare svaniti tutti i problemi, dissolti durante la notte o risolti dalle mani sapienti di piccoli nani operosi. Oppure dal gatto.

Dovrei addestrare il gatto, sì.

Oppure imparare ad affrontarli, i problemi.

Vederci oltre, scavalcare i sensi di colpa, le paranoie e mandare affanc**o tutte le vocine che c’ho nel cervello e pensare solo a me.

 

In fondo, sono un Capricorno. No?

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2 marzo 2012 5 02 /03 /marzo /2012 13:13

strangeHo un brutto carattere.

Ma bruttobruttobrutto.

Me lo dicono tutti, anche i miei genitori. Quindi, ergo, sarà vero.

E poi in questi giorni ho la testa vuota.

O troppo piena, non saprei.

Non riesco ad articolare una socialità, scusatemi.

A volte non riesco nemmeno a  rispondere alle mail delle mie amiche, poracce.

Prima o poi chiamano i vigili del fuoco.

 

I pensieri si affastellano uno sopra all’altro, inciampano e cadono, litigano per trovare posto tra le sinapsi e iniziano a litigare tra di loro mostrandosi (a volte) il dito medio.

Ecco, in tutto questo, l’omino buffo che dovrebbe essere vigile e controllore delle priorità, che dovrebbe regolare il traffico nel mio cervello e rendermi la donna organizzata, fashion e perfetta… sì, lui, ma dove cazzo è??

Che lo pago a fare se s’imbosca a fumarsi una sigaretta?

Tra l’altro io odio le sigarette e la loro puzza!?

Mica se ne starà con i piedi sulla scrivania a limarsi le unghie con dovizia, mentre impazza il delirio intorno a  lui?

Eh? Eh????

 

Ecco,  se in questi giorni sono assente, disturbata, confusa come una suora in uno strip bar (cit. mooolto colta, il primo che la indovina vince un tour guidato nel mio cervello.), la colpa non è la mia.

No, assolutamente, non prendetevela  con me.

Non ho problemi, gravi intendo.

Non ho pensieri oppressivi.

No.

 

La colpa è dell’omino buffo che vive nel mio cervello.

Forse è il leader del movimento No-Tav, ha lasciato la postazione di controllo e se ne è andato.

Mi ha abbandonato e non me l’ha detto.

Forse.

Urge rimpiazzo.

 

Mandate pure i curriculum fiduciosi.

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17 febbraio 2012 5 17 /02 /febbraio /2012 07:21

Calma-300x253.jpgE’ naturale.

Succede a tutti e a tutte. Prima o poi.

Ce n’è di gente a cui è successo da un pezzo, anche in periodi insospettabili.
Molto prima, sì.

Ma a me no.
NO.

Non mi ci vedo, va bene?

Sono stata una bambina, poi una ragazza, poi una giovane donna.


NON CREDEVO MI SAREBBE SUCCESSO.


Prendevo in giro anche tutte quelle belle pubblicità in cui prodotti fantasmagorici promettono risoluzioni definitive e anche di più. Ci ridevo su come si fa col caffè istantaneo  per il caffelatte, una di quelle cose così inutili che ti meravigli davvero le vendano nei negozi e non siano invenzioni di Ned Flanders.

Eppure, eccomi qui.

Averci pensato prima, magari, ma invece no

Sono sciocca? Sì, lo sono.

Mi credevo eterna.

 

E invece stamattina specchiandomi, eccole lì’: le rughe.

Minacciose, piccole, grinzose.

Maledette.

Dopo una accurata analisi allo specchio, sono andata anche a vedere le foto recenti con me in primo piano.

E sono anche lì, le maledette.

Quindi sono comparse da un po’ magari in maniera subdola e strisciante, facendo un po’ le vaghe e approfittando del troppo lavoro, della stanchezza del mal di testa. Se ne stavano lì, belel pronte ad emergere mentre corrugavo la fronte e strizzavo gli occhi, mentre mi concentravo, mi incazzavo, esprimevo la mia opinione su tutto il creato.

Puttane.

Da oggi starò col viso rilassato e non me la piglierò più per nessuna bega al mondo.

Giuro.

Ma quello che non capisco è: sono qui per restare? Non c’è modo di buttarle nel riciclo?

E soprattutto, perché nessuno mi ha avvertita???

 

E ora, che faccio??

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10 maggio 2011 2 10 /05 /maggio /2011 08:03

Io, Ignazio, non l’ho mai sopportato.
Un po’ perché c’ha il ghigno di chi rimpiange l’olio di ricino come strumento correttivo, un po’ perché uno che di secondo nome fa Benito e chiama i figli Cochis, Geronimo e Apache dei problemi non può non averli.
E poi la sua ultima intervista da Fabio Fazio mi aveva lasciato così irritata da farmi venir voglia di sterminare gli indiani. Ancora, sì. Lo so, poveracci. Ma la colpa è di La Russa.
Poi, una pigra domenica mi cade l’occhio su un articolo che parla proprio del nostro.
Lui, che bello non solo non è, ma non è mai stato, sentenzia: “Non è vero che candidiamo solo belle donne: ne candidiamo anche di brutte, ma non brutte come quelle della sinistra".


Allora, d’istinto avrei voluto rispondere col turpiloquio, anche perché un bel vaffanculo quest’uomo se lo è guadagnato col duro lavoro e chi sono io per negarglielo?
Poi mi è arrivata addosso l’indignazione.
Ma come si permette?
Ma allo specchio non si guarda mai?
Ma come si permette di giudicare una donna solo dall’aspetto fisico?
Ma come si permette di giudicare una donna anche dall’aspetto fisico, quando in un uomo non accade?
 
Ovviamente per il PDL il Parlamento, ma le istituzioni politiche in generale hanno la stessa valenza dei cataloghi di biancheria femminile e le candidate possono essere scelte su Postalmarket.
E io che pensavo che Nicole Minetti fosse l’igienista dentale di Silvio.
Illusa.
 
Tuttavia l’esternazione di quest’imbecille (sì, perché questo è), mi ha portato a riflessioni più ampie, che sicuramente i suoi analisti o i suoi leccapiedi (o un Ghedini qualunque) possono spiegargli emglio di me. 
 
Riflessione n. 1
Tu donna che voti PDL, che la mattina ti guardi allo specchio e c’hai le borse sotto gli occhi, qualche accenno di ruga e il capello disperato, come ti senti? Come ti senti pensando che per le persone che hai scelto TU per governare si fanno beffe di te perché non sei liscia come a vent’anni e non sei degna della copertina di Dipiù?
Tu, donna che hai votato e rivoterai ancora PDL, me vai fiera perché la lacca ed il surrogato del botox che ti hanno iniettato sottocutaneo hanno azzerato le tue sinapsi? Oppure te ne vergogni un po’, ma come col mascara non sai farne a meno?
Questo mondo di maschi azzimati e ninfette scosciate così poco aderente alla tua realtà non ti fa sentire ancora più inadeguata della pubblicità della crema contro la cellulite?
 
Riflessione n.2
Sfogliando il mio giornale di riferimento con una seienne, l’unica persona da lei riconosciuta non è stata il principe William e nemmeno la neosposa Kate. No. Nemmeno Lady Gaga. Assolutamente. E’ stata una velina. E nemmeno col suo nome di battesimo, no. “Quella è la velina” ha detto la bimba innocente.
Ed io mi chiedo cosa resta dell’Italia, della sua cultura, delle sue donne.
E cosa ne rimarrà tra dieci anni se non ci decidiamo a rimboccarci le maniche e ad invertire questa tendenza orribile e asfissiante.
 
Forse solo scheletri.
Ma con le tette siliconate.
 
Che tra l’altro, inquinano pure…

 

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12 gennaio 2011 3 12 /01 /gennaio /2011 22:09

“Ma l'hai vista quel volantino sul bancone della reception?” gli chiede Paolo buttando la testa sotto il getto caldo della doccia.
“Di che parli?”
Marco si butta sotto la doccia accanto, sfatto dallo spinning.
Ma servirà a qualcosa tutto questo sbattimento?

“Di quello sito di incontri on line, l'hai visto? Da non credere...”
“Mmmm”
Dubbioso Marco si passa lo shampoo.
Donne? Relazioni? Nono, grazie.
Ma proprio no.

Da quando è finita con Milena è solo, le altre ragazze non lo interessano e lei ora sta col suo collega banchiere. Ci mancherebbe proprio l'agenzia matrimoniale on line. Sì, proprio.
Ah! Ma tu pensa.
E poi lui non sta male, no? Gli uomini non stanno male, chiusa una porta si apre un portone. Che cosa c'è da frignare? Il mare non è forse pieno di pesci?

Ha pure cambiato banca da quando hanno rotto lui e Milena, capitasse d'incontrarli per sbaglio. Che poi, chis...

“Ma tu ti iscriveresti?” Paolo si sta già vestendo e lo riporta alla realtà “Secondo me è da sfigati”
Marco scrolla le spalle. Non gli va di parlare e cerca di sbrigarsi.

Già perché stasera Paolo lo ha convinto ad una uscita in quattro con la sua ragazze ed un'amica simpatica. Simpatica, ecco. 
Proprio stasera.
Lui che blatera contro le siti di incontri  on line ambisce al ruolo di ruffiano nella sua vita.
Ah ah.

Non è che non voglia uscire, sia chiaro. Quando aveva detto di sì gli era parsa una cosa carina, in fondo da otto mesi che è finita con Milena. Ma stasera si darebbe fuoco con un cerino piuttosto che uscire e dover sorridere a forza.
Che poi magari lei sarà carina, ma ignorante come una capra di cinema. Magari odia i fumetti.
Ma anche Milena li odiava.
E difatti non è finita bene.

Paolo lo anticipa nella reception e lo accoglie sventolando un paio di flyer dell'agenzia incriminata.
“Ma ti rendi conto?” gli dice allungandogliene uno “Ci vorrebbero far credere che è glamour e figo approfittare dei loro servizi. Che saranno magari anche cari! Tzè!”
Dietro il flyer ci sono tuti le indicazioni necessarie e Marco inizia a giocherellarci.“Vabbè, a me sembrano seri. Guarda, dice che fanno un test e che a seconda degli interessi che uno...”
“...sì, ti rifilano la zia racchia di Cesare Agostini , il tuo compagno di banco delle elementari!” conclude sarcastico.
“Senti qui: come vivono i single a Milano? Drink, ballare, mare... E un bel chissenefrega no? Sembra il manifesto elettorale del berlusconesimo! Come se i trentenni fossero tutti perfetti idioti!” oramai Paolo s'è scatenato.
Ma Marco non molla, vuole vederci del buono.
Sarà che lo aspetta una serata simpatica ed è di cattivo umore, si sente bastian contrario per vocazione. “E vabbè, ma faranno per vendere, no? Per attirare gente! Che ci scrivi su un flyer, che se non ti piace Dostoevskij non ti puoi iscrivere? E quanti lo farebbero, due in tutta l'Italia? Sai che bella manica di intellettuali!”

“Mpf, io non mi iscriverei di sicuro. Odio la scrittura russa”
Cala il silenzio.
“Vabbè, si va?”
"Mi sa che è il caso."

Prendono gli zaini e di cappotti e si gettano incontro alla loro seratina simpatica.

Marco sente la carta spessa del volantino in tasca.

Chissà, magari se va male stasera.
Anche stasera, perché mica è il primo appuntamento al buio che i suoi cari amici gli proprinano da quando è tornato single.

Chissà...

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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