Iniziamo con l’elenco, ordinatamente a casaccio:
Ve lo garantisce Phoebe...
Ognuno ha le sue manie. E anche le sue perversioni.
Non c’è niente di male, il mondo è bello perché vario (o avariato) e finché dura fa verdura.
C’è chi si fa frustare, chi colleziona bottoni, chi
Insomma, la mia perversione attuale è Top Chef.
Mi piace guardarlo la mattina, appena sveglia, al posto del Tg.
E dire che il Tg di Sky è bello, completo, serio e antiberlusconiano q.b. per rendermelo simpatico. Ma se vedo tutte le brutte facce dei nostri politici la mattina, inizio subito male la
giornata, altroché.
Quindi, nonostante le accese rimostranze dell’Amoremio, la mattina davanti al cappuccino di soia si guarda Top Chef.
E tutti zitti.
Per i profani Top Chef è un reality tutto Made in Usa basato su una gara all’ultimo piatto tra cuochi
diversamente abili e spesso diversamente gay, in onda su Skyuno alle 7 del mattino.
Ogni giorno propongono una sfida, i cuochi cucinano ed il peggiore va a casa. Semplice e chiaro. Ora su Sky, vista l’ora antelucana, stanno proponendo le repliche della seconda stagione, ma negli
USA siamo già alla settima.
No, non c’è Antonella Clerici e nemmeno la Nonna Pina, ma quella stragnocca paurosa di Padma
Lakshmi (gli americani certe cose amano farle per bene) e una giuria così cattiva e schizzinosa da far venire la voglia di scappare da Mac Donald’s a strafogarsi di qualunque cosa sia
unto e salato.
Che poi, ma schizzinosi di che? Sarò italiana pizza-mafia-mandolino, ma posso affermare che gli chef
americani fanno degli accostamenti di merda. E cucinano anche di merda.
E scusate il francesismo.
Mettono l’aceto balsamico praticamente ovunque, considerandolo un legante. Bèh, appiccicoso lo è di certo.
E poi buttano tonnellate di spezie a casaccio in tutti i piatti, coprendo tutti i sapori. Hanno anche un uso discutibile della panna da cucina, per dire. Senza considerare che zenzero e zafferano
sono usati alla stregua di sale e pepe.
Potrei morire a mangiare così, ed il bello è che riesco tranquillamente a guardarlo mentre inzuppo i biscotti nel latte di soia.
Ma è tutto deliziosamente trash.
I cuochi girano con il loro set di coltelli personale da cui non si separano mai.
Tra loro litigano come bestie per chi è più bravo a sfilettare il salmone o su come si cuoce un’anatra correttamente (fatemi capire, ma è vero che va cucinata al sangue? Il solo pensiero mi
repelle…), salvo poi abbracciarsi e piangere quando il più sfigato se ne va cacciato dalla bella Padma a colpi di tacchi a spillo in faccia.
Ieri mattina la sfida si basava sul cucinare qualcosa che ricordasse la loro infanzia, ma con un tocco glamour. Ecco, già la sfida è scema, poi i piatti proposti sono stati favolosi. Ad
esempio, uno ha cucinato i maccheroni al formaggio fatti con il cheddar definendoli tipicamente italiani (!!!), mentre un altro si è prodotto in un panino con la bistecca che urlava
vendetta. Non aggiungo altro.
Oggi invece, sempre alle sette di mattina, dovevano cucinare con “gli scarti animali”. In questa categoria sono stati infilati i prodotti più vari, tra cui rognone, zampe di gallina, guanciale di maiale, sanguinaccio, animelle. E la trippa. Non vi dico quel che ne è uscito. E non vi dico le facce schifate dei concorrenti, sembrava stessero toccando cadaveri umani fatti a pezzetti dal serial killer di turno.
Ora, io non sono certo una cuoca, ed il mio chef di riferimento è un altro di ben altra risma, però mi fa troppo ridere il pensiero che il cuoco del ristorante sotto casa mia se li
mangerebbe tutti per colazione, ‘sti tizi blasonati, volendo.
Nonostante questa mia consapevolezza, però, non riesco a farne a meno.
E’ una droga.
Ne voglio ancora.
Aiutatemi!
Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!