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30 novembre 2010 2 30 /11 /novembre /2010 22:23
Domenica. Piove.
Sembra quasi non possa esistere una domenica senza pioggia, ultimamente.
E io che vorrei fare una bella passeggiata intorno al lago, col cielo terso ed il freddo che pizzica il naso, tutta imbacuccata come l’omino Michelin sono interrotta nel mio sogno bucolico dalla realtà: piove.
Il mio gatto guarda triste fuori e miagola senza tregua. Fattene una ragione anche tu, roscio: piove.
Mi dispiace, ma piove.

 
Dopo aver terminato la visione arretrata di diversi telefilm col gatto accoccolato sulla pancia (ma sempre rancoroso, manco fosse colpa mia), lancio un’idea all’Amoremio: “Filmetto?”
Inizia la diatriba per la scelta del fortunato film tra la masnada di waiting for. “Che ne dici de I gatti persiani?” la butto là io.
Ora miagola lui: “Amore no, ti prego. A parte che mi basta il nostro di gatto, ma un film turco mentre piove a dirotto… una cosa più allegra?
Ma io rincalzo: “Amò, ci siamo visti nelle settimane passate Invictus e Cado dalle nubi. Bellini eh, per carità, ma l’hai scelti tu. Ora scelgo io.” Creo la tensione e calo la mannaia: “Agorà
L’Amoremio si butta sul divano stramazzando all’idea del polpettone storico stile Ben Hur.
Vedrai, ti piacerà” annuncio con la serenità della madre che infila in gola al figlioletto malato una cucchiaiata di ributtante sciroppo per la tosse.

 
Premo play, si va: “Se ti becco a dormire ti tiro addosso il gatto” annuncio amorevole al mio fidanzato.
Inizia così la storia contrastata (e romanzata) di Ipazia, ambientata ipoteticamente intorno al 391 d.C. ad Alessandria d’Egitto.
 
Donna aristocratica e pure belloccia, matematica e filosofa ben più brillante del padre Teone, insegnante al Museo d’Alessandria. Ambita dagli uomini, rifiuta i corteggiatori per restare libera di studiare e di essere una scienziata. Rompiballe come solo una donna intelligente e risoluta può essere per gli uomini e, come si presagisce si dalla devastazione della Biblioteca di Alessandria da parte dei cristiani, che non finirà bene.
E non finirà affatto bene, perché i cristiani appena passati da perseguitati a persecutori nel corso di soli 300 anni e spicci in virtù del riconoscimento della loro religione da parte dell’Imperatore spazzeranno via dalle strade di Alessandria ogni forma di pensiero diverso dall’asservimento alle scritture ed al vescovo Cirillo.
E tutti i protagonisti dovranno farci i conti, sia dal punto di vista politico che morale.

 
Il film, che gode della regia illuminata ed originale di Alejandro Amenàbar, non è un pippone storico ma semplicemente cerca di far giustizia a modo suo rivalutando e portando alla luce la figura di Ipazia, misconosciuta e dimenticata prima scienziata donna.
 
Ma al di là del film, che mi è molto piaciuto, alcune riflessioni:
 
1) Che differenza c’è tra i Cristiani che devastano la Biblioteca di Alessandria bruciando trattati antichissimi di scienza, storia e letteratura ed i talebani che buttano giù col tritolo i Buddha di Bamiyan? Forse che i cristiani lottavano per il VeroDio e quindi scusabili? Cirillo che legge ad alta voce la prima lettera di San Paolo a Timoteo: "Alla stessa maniera facciano le donne, vestendosi con abbigliamento decoroso: si adornino secondo verecondia e moderatezza, non con trecce ed ornamenti d'oro, oppure con perle o vesti sontuose, ma con opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà. La donna impari in silenzio, con perfetta sottomissione: non permetto alla donna d'insegnare, né di dominare sull'uomo, ma (voglio) che stia in silenzio. Per primo infatti è stato formato Adamo, e quindi Eva". Non vi ricorda nulla? E’ diverso dall’imposizione del burqua? Forse è vero che una volta e fino a non moltissimo tempo fa, i talebani della fede erano i cattolici.
 
2) Non posso fare a meno di pensare che le nuove religioni si siano affermate nel corso dei secoli in maniera violenta laddove offrivano un riscatto, seppur illusorio, alle classi sottomesse. Così come nell’impero romano del 400 d.C. gli schiavi ed i reietti aderiscono con passione al Cristianesimo alla ricerca della sovversione dello status quo, così in Iran la cultura zoroastriana e persiana venne spazzata via dalla pigrizia della classe borghese soverchiata in numero da quelli che consideravano contadini e servi illetterati, capaci tuttavia di mettere la debita crocetta accanto al nome di Mahmud Ahmadinejad.
 
3) La teocrazia, in qualsiasi modo si manifesti è sempre SBAGLIATA e porta per forza di cose (la storia ce lo ha insegnato) a bagni di sangue ed ingiustizie sociali. In questo lo stato laico, che sa innalzare il proprio ordinamento al di sopra delle pressioni clericale, è l’unico degno di essere considerato uno stato moderno e equo. Come dite? Lo Stato italiano è uno stato laico? Davvero? Ma davvero??? E il crocifisso nelle scuole allora? E la ricerca tramite lo studio delle cellule staminali? E l’eutanasia? E L’omosessualità? (E potrei continuare parecchio, ma mi contengo, và).
 
Domande irrisolte, come ce ne sono tante in uno stato governato dal potere temporale del Vaticano. Ancora nel 2010 (quasi 2011). Un potere così radicato che, si mormora, nessun distributore volesse portare questo film nelle sale italiane. Caro Vaticano, il cinepattone sì e questo no. Per dire, eh. 
E’ grave. 
Ma sintomatico.
 
Che Ipazia faccia ancora paura?

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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