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13 febbraio 2008 3 13 /02 /febbraio /2008 23:47
A Perugia se ne parlava da tempo immemore.
Non solo chiacchiere, a dire il vero, ma anche fatti visto che lavori stradali, strutturali e di ammodernamento squarciavano la città, la viabilità e, non ultime, le palle dei cittadini da almeno due anni.
Abbondanti.

Doveva venire alla luce per Umbria Jazz 2006.
Poi per Natale 2006.
Voci di corridoio lo volevano agibile ed abile  per Eurochocolate 2007.
Indi per i primi del 2008.
Alla fine il 29 gennaio 2008, giorno di San Costanzo patrono della città di Perugia è arrivato, è nato, è tra noi: il Minimetrò!
Alleluia, alleluia!!!

Infinite polemiche hanno accompagnato quest’opera sin dalla sua fase progettuale.
Prima di tutto il suo aspetto: chilometri di rotaia rossa che squarciano il cielo, i palazzi e gli scorci medievali di Perugia. Nonostante tutto quello che possa dire il sindaco Locchi, bello non è.
Sarà tecnologico, moderno, avanzato.
Sarà pure stato progettato da un ingegnere francese, per carità.
Ma bello decisamente no. Mi rifiuto di pensare che una persona sana di mente possa trovarlo bello.
In una città fatta di mura, vecchi edifici ed atmosfera antica questa rotaia sopraelevata di almeno dieci metri rosso fiamma ci sta proprio una meraviglia. Non trovate?
Vogliamo parlare del rumore? Il cavo su cui sfrecciano le navette come razzi interstellari a curvatura pare stia sempre in tensione provocando un rumore sordo e continuo. Giorno e notte. Chi ci abita attaccato non può esserne felice e lo testimoniano i centinaia di manifesti (il più bello è di sicuro quello che recita “Grazie sindaco, mò sò più sveglio!”) appesi alle terrazze accanto alle quali sferraglia allegra ed arrogante questa grande e meravigliosa innovazione tecnologica. Perchè, parliamoci chiaro, di rumore ne fa. Eccome.
Se poi ci aggiungiamo la tipica mentalità perugina non esattamente openminded a completare il quadretto delle polemiche, il gioco è fatto.
Se non ci pensa Al Quaida, di sicuro una bomba ce la metterà un abitante di Case Bruciate o dintorni.

Tra mille recriminazioni, ritardi e manifestazioni il Minimetrò ha cominciato a sferragliare lo stesso.
Potevo io non andarci?
Certo che no!
Anche perché la mia amica Claudia, così glamour da essere andata persino all’inaugurazione, mentre ci viaggiava su mi aveva mandato un enigmatico sms: “Se non fosse che fa un rumore assurdo, da fuori è antiestetico e costa un euro… il Minimetrò è una figata!”.
Insomma, il primo sabato mattina disponibile ne ho approfittato, agitata ed allegra come una bambina alle giostre.
E alle giostre sembrava di stare.
Se si considera che il dislivello tra i due capolinea è di circa 162 metri, potete immaginare la salita che affrontano le navette. Mi aspettavo da un momento all’altro che ci fosse la discesa come in cima alle montagne russe. Ho pure alzato le braccia come a Gardaland.
E invece nulla. A dire il vero, un po’ mi è dispiaciuto.

Credo vi stiate chiedendo come è andata la corsa sul Minimetrò e che cosa ne penso io.
Non ve lo state chiedendo?
Bèh, ve lo dico lo stesso.  Devo dire che è stato bello.
Tutto nuovo e tirato a lucido, quasi spaziale.
Di sicuro il Minimetrò offre la possibilità di guardare la città da un punto di vista inconsueto e molto particolare e mentre ci si sta sopra non si nota nemmeno la totale antiesteticità del’opera.
E poi là dove sono state create le stazioni, che sono sette, sono state recuperate aree prima dimenticate e lasciate alle erbacce ed al predominio dei tossici. Così il Pincetto da luogo in cui una ragazza non poteva andare da sola di notte è diventato capolinea e area verde deliziosamente corredata di aiuole.

Qual è il problema allora?
Diciamo che la sua totale inutilità è palesemente sotto gli occhi di tutti. Prima di tutto, non sfiora zone nevralgiche di traffico e caos quali l’Università (dove trovare parcheggio è più difficile che fare sei al Superenalotto) e l’ospedale per le quali avrebbe potuto essere risolutivo. Per non parlare della zona industriale in cui si concentrano la maggioranza delle aziende e che è stata totalmente ignorata del progetto e da suoi eventuali sviluppi. In secondo luogo chiude alle 20. Ma si può? Ci si lamenta che il centro di Perugia è morto, ma questa non mi pare la maniera di rianimarlo.
Il Minimetrò secondo la mia opinione è la classica opera per turisti, comoda se si arriva a Perugia in autobus o treno (sì, grazie a Dio almeno per la stazione ci passa), o per passare in allegria una mattina di primavera in cui non si lavora e si ha voglia di andare a fare una passeggiata in centro respirando la primavera.
Ma per il resto non vedo utilità pratica rilevante.
Triste pensare che un’opera costata mille milioni di miliardi o giù di lì sia utile più o meno come lo smalto sulle unghie.

Per fortuna, c’è già chi con lungimiranza immagina utilizzi alternativi.

Sul cucuzzolo della montagna…

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