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7 luglio 2007 6 07 /07 /luglio /2007 22:38
Ci cresciamo fin da piccole, noi donne, con questa malsana idea.
Tutte le favole che la mamma premurosa ci leggeva erano impostate tutte allo stesso modo: lei in pericolo e/o infelice e vessata, lui risolutore che arriva sguainando la spada (fine metafora?) a risolverle la vita in un battibaleno, mentre il cielo si sciolglie in un happy end garantitto Disney.
E vissero insieme felici e contenti.

Ora, a parte il leggero anacronismo di tutta la questione, mi sento di sottolineare l'ovvio: perchè? Perchè ?
Perchè fissarsi nell'utopica ricerca e non accontentarsi di un uomo senza calzamaglia?
Ammesso e non concesso che geneticamente e anche culturalmente l'esistenza del principe azzurro sia possibile, cosa fa pensare ad ogni singola pulzella che il calzamagliato soggetto desideri e finisca per impalmare solo e soltanto lei?
Inoltre, siamo sicure che il principe azzurro una volta sceso da cavallo non voglia
le pantofole calde e gli stivali sporchi di fango lucidati come argenteria tardo-ottocentesca? Anche dando per postulata la sua esistenza, non è possibile matematicamente che esista un numero così esagerato di principi azzurri che possa arriviare a coprire le richieste. Secondo le statistiche ed i censimenti, non ci sono nemmeno uomini normali in numero sufficiente figuratevi principi azzurri.

Da qui si dipana uno sconcertante scenario.
Se da un lato centinaia (se non migliaia o milioni) di donne deluse reclamano la loro favola con tanto di happy end certificato ISO 9000, dall'altra si apre un mercato potenzialmente immenso. Fior fiore di ingegneri genetici bio-molecolari e via discorrendo (che volete da me, che ne posso sapere? Io ho fatto giurisprudenza!?) potrebbero creare il prototipo ideale in gradi di soddisfare qualunque donna grazie ai potenti mezzi della scienza moderna e l'uso eretico di celllule staminali.
Se fosse possibile, quali sarebbero le caratteristiche del Sig. Principe Azzurro?

- alto
- clone di Brad Pitt

- gentile ed educato

- innamorato

- servizievole (lava, stira, porta il caffè a letto)

- passionale ed "altruista"

- intelligente

Ora, se tutto questo vi sembra poco...
C'è da fare miliardi di euro con gran facilità. Un vero business.

Mi rendo tuttavia perfettamente conto che il mio progetto non è realizzabile.
Il problema non è la fattibilità, nè una eventuale immoralità dell'opera.
Sono sicura che il fine umanitario arrivi ampiamente a coprire la pseudo-morale cattolica.
Quel che mi preoccupa è la vastità dei modelli, ché ogni donna ha le proprie particolarità e diverse necessità. Io, ad esempio, al modello Brad preferisco il modello Vincent.
Ma non è l'unica peculiarità: c'è chi lo vuole alto, chi basso, chi coi capelli lunghi, chi rasato. Chi se l'immagina palestrato, chi lo preferisce smilzo. C'è chi ha la fissa per gli occhiali, chi per il sedere, chi per le mani. E via andando, catalogando migliaia di varianti non incasellabili in poche tipologie facilmente etichettabili in prodotti finiti.
Perché, ricordiamo al gentile pubblico, il Principe Azzurro deve essere perfetto.
Altrimenti non vale.

Quindi, nonostante l'esorbitante richiesta ed il mercato ancora inesplorato, per mancanza di fattibilità mi tocca ripiegare sul mio stipendino da impiegata.
Porca puttana. 

Tralasciando la pur sostanziosa parte economica, mi sorgono spontanee diverse riflessioni.
La prima è che noi donne a parole cerchiamo e bramiamo il Principe Azzurro.
Proprio lui, con le iniziali maiuscole e magari pure dorate.
Poi però, finiamo sempre con
l'innamorarci di una persona totalmente diversa, sia dal punto di vista fisico che caratteriale.
A dire il vero, finiamo nel 90% dei casi per innamorarci proprio di un discreto stronzo.
Del classico d
iscreto stronzo.
Cialtrone, menefreghista e che non ci tratta come vorremmo.
Anzi, come DOVREMMO essere trattate.
Ma è risaputo, l'amore è cieco, certe cose non si scelgono, non ci sono più le mezze stagioni, signora mia.
Luoghi comuni o no, succede. L'irrazionalità prende il sopravvento e ci ritroviamo inanmorate perse di uomini cui, in astratto, non permettereste nemmeno di mettervi la benzina alla macchina.
Chimica, feromoni, sfiga, predestinazione, masochismo.
Chiamatelo un po' come vi pare, ma è vero.

Come è vero che, per correre dietro a quello che è il Principe Azzurro noi donne siamo disposte a qualsiasi cosa: sottoporci a diete massacranti, strizzarci in mise improbabili, interessarci di sport abominevoli e perfino arrivare a leggere Coelho.
Oppure, come Catalina, protagonista del libro (nonché della telenovela più seguita del Centro-America) siamo disposte a sacrifici anche maggiori per farci accettare da colui che pensiamo possa trasformare la nostra vita in un castello di zucchero.
La verità è che nessuno arriverà a risolverci la vita, donne.
Non accade mai.
Non credo che sia finita così nemmeno per Cenerentola, a cui il Principe ha messo le corna con le orride ma assai zoccole sorellastre.
E nemmeno per la Bella Addormentata, costretta a filare tutto il giorno per mantenere un castello abbandonato pieno di spifferi mentre il Principe Azzurro se ne andava in giro ad ammazzare draghi.
Quindi?
Quindi, donne, tiratevi su le maniche.
Il Principe Azzurro bisogna conquistarselo a piccoli passi, perché è dentro di noi, non fuo
ri.


L'amore poi, è un'altra cosa  ancora...

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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