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30 luglio 2011 6 30 /07 /luglio /2011 10:22

Giovedì scorso era il compleanno di mia nonna.
La mitica nonna Spina.

O meglio, lo sarebbe stato se in un caldo giorno di agosto del 2005 l’osteoporosi non avesse vinto sul suo carattere d’acciaio.
Avrebbe compiuto 84 anni.
Sono passati sei anni, sì, ma il dolore è ancora vivo e forte.
Sembra sciocco, eppure è così.

Non passa giorno senza che io abbia voglia di sentire la sua voce, di parlarle e raccontarle i miei guai. Senza entrare in casa dei miei e sperare di trovarla lì,  a vedere l’ennesima telenovela strappalacrime smangiucchiando un cioccolatino che la vita è una sola.
Lei era la mia forza, la mia coscienza, la mia concretezza.
E anche la mia allegria.
 
Se solo sapessi ( o lo sa?) che mi viene da piangere scrivendo di lei s’arrabbierebbe come una pazza, ché la vita deve andare avanti.
Cosa fatta, capo ha mi ripeteva sempre quando non avevo voglia di sbrigare qualche incombenza, obbligandomi a fare per prima sempre la cosa più odiosa.
La adoravo, avrei fatto tutto per lei.
 
La vorrei tanto vicina, ora.
Vorrei che conoscesse l’Amoremio, li vorrei veder chiacchierare di massimi sistemi sotto il gazebo.
Vorrei fosse qui e mi mettesse una mano sulla testa e mi dicesse che andrà tutto bene.
Vorrei la sua saggezza, la sua forza.
 
Mi manca tanto, e manca anche a mia sorella. E a mia mamma.
Scommetto che manca molto anche  a mio papà, anche se non lo ammetterà mai perché con lei, suocera troppo ironica e schietta, si pizzicavano sempre.
Tra noi non parliamo mai di lei, quasi fosse un tabù.  Se qualcuno intavola il discorso, anche solo per caso, gli altri lo lasciano cadere nel silenzio.
Troppo vivo il dolore, troppo speciale l’affetto che ci legava.
 
Quando mi manca troppo, prendo e vado al cimitero a trovarla. Senza fiori, come diceva lei.
Lo vedi come starò in alto? Mi diceva quando andavamo a trovare mio nonno al cimitero Mettici i fiori di plastica quando muoio, che sennò per arrivare lassù rischi di cadere!
Questo era lei.
 
Dicono che le somiglio, e io lo spero tanto.
E spero che mi guardi da lassù, a braccetto col mio caro nonno Bruno che tanto la amava.
Lo voglio credere.
Li sento vicini.
Voglio crederci, ne ho bisogno.
 
E forse è vero…

 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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