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5 aprile 2011 2 05 /04 /aprile /2011 11:15
Agevolato dal successo clamoroso avuto in patria nonché dalla vittoria del premio Nadal, arriva in Italia questo romanzo, preceduto dal battage pubblicitario che solo il passaparola mediatico può dare.  Tutti ne parlano, tutti lo leggono.
Nascono addirittura gruppi di lettura on line.
E siccome sono curiosa come una scimmia, non ho potuto sottrarmi.
 
Spagna, Costa Blanca. 
Sandra è una ragazza che ancora non sa cosa vuole da sé e dagli altri ed è incinta di un uomo che non ama. Sola, a fine estate, decide di trovare rifugio nella casa che sua sorella affitta per le vacanze in Costa Blanca. Sola, pensa, deciderà cosa fare e se far sì che il padre del bambino che aspetta sappia oppure no. E' sola, si sente sola.
Fino al giorno in cui non incontra occhi comprensivi e gentili: si tratta di Fredrik e Karin Christensen, una coppia di amabili vecchietti che si prendono cura di lei come i nonni che non ha mai avuto e che arrivano ad ospitarla in casa loro. 
Ma non tutto ciò che luccica è oro. 
 
Poi c'è Julian, vecchietto pieno di acciacchi e ricordi (ma anche di rimorsi) scampato al campo di concentramento di Mathausen, che in viaggio da Buenos Aires sulle tracce di un vecchio amico che però non è giunto in tempo per salutare. La sua dipartita lo indirizzerà lungo una strada tortuosa. Da giorni segue i  movimenti degli anziani coniugi e dei loro amici passo dopo passo. Già, perché i vecchietti amabili sono ex nazisti e Julian gli dà la caccia. 
E Sandra? 
 
Questo in sintesi la storia, narrata a due voci da Julian e Sandra.
presupposti per un romanzo interessante sembrano esserci tutti, ma ahimè non è così. 
La narrazione è veloce e godibile, la scrittura scorre veloce e fa sfogliare veloce le pagine. 
Ma i personaggi non convincono. 
La storia non ha pathos, non stringe il cuore, non fa innamorare dei suoi personaggi. Sia Julian che Sandra sembrano piccoli stereotipi di un mondo fatto di figurine di carta, senza spessore. Non riescono a creare empatia nel lettore e Alberto, l’unico personaggio che crea curiosità e resta ammantato di fitto mistero (sì, vabbè), è appena abbozzato. 
I nazisti poi son personaggi da operetta, sincopati e incartapecoriti nella loro vecchiaia dorata e pacifica, ma senza futuro e prospettiva. Un po' come Julian che ha già rinunciato a tutto e che vede questo viaggio come il viaggio dell'elefante verso la morte. 
Peccato perché poteva essere diverso.
Ho avuto l'impressione di leggere un libro di un altro spagnolo celeberrmo, Carlos Ruiz Zafon.
Ma nel senso brutto del termine.
Mi spiego meglio. Ogni volta che leggo un libro di Zafon mi dico: “No, basta. Lo odio. Questo è l'ultimo!”
Poi, nonostante tutto, al prossimo romanzo... lo leggo. Anche se il precedente mi ha lasciato l'amaro in bocca. Anche se sono insoddisfatta. 
Anche se aveva tutti i difetti sopraelencati.
Perchè mantiene intatta una magia che non so spiegare, mi frega sempre anche contro la mia volontà di lettore.
Ecco, ora la Sanchez deve solo provare a pubblicare un latro libro per sapere.

 
Sarà così anche per lei?

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