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27 settembre 2016 2 27 /09 /settembre /2016 08:00

Nel mio post su "Piccolo Uovo", uno dei libri attualmente preferiti di Emma insieme a Pippi Calzelunghe e al classico sempre attuale e vivo "La Scuola Materna", ne vantavo la delicatezza nel trattare il tema della diversità e l'importanza di trattare certi temi con i bambini per renderli migliori di noi da adulti.

Volevo cogliere l'occasione però per puntualizzare delle questioni "da adulto" che girano attorno a questo ed a altri libri per bambini rei di indrottinare i bambini all'omosessualità. Ripensandoci, questa cosa mi fa ridere anche mentre la scrivo, ma tant'è questa è la società in cui viviamo ed evidentemente che meritiamo.

ho fatto una ricerca e mi sono imbattuta in un personaggio che avevo già incontrato e sul quale mi ero già dilungata: Costanza Miriano
La signora (ah, lo è ora eh. Ma a far la cattolica oltranzista da convivente son bravi tutti) in merito ad un libro che ha vinto il Premio Andersen nel 2012 e che è una pèiccola perla di insegnamento della diversità afferma in un articolo illuminato che che "una famiglia monosessuale non è come una normale e che quindi non sono tutte uguali queste famiglie anche se apparentemente sono felici."
Quindi il fatto che i bambini recepiscano da un libro come questo che ogni famiglia è felice se c'è l'amore è un abominio, un voler mettere il bambino nella posizione di dover decidere da solo cosa è buono o no e, soprattutto, non siamo consci della violenza che genera.

Cara Costanza, 
tu sei confusa, credimi. Almeno per un paio di buone ragioni, almeno. 
La prima è che, come diceva un povero scrittore russo qualunque che forse ti è sfuggito "Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo". Sei certa che a fare le cose a modo tuo porti la felicità? Sei così sicura di essere sacrosantamente nel giusto o vuoi solo vendere? Sei certa che le famiglie tradizionali siano tutte felici e quelle monosessuali tutte infelici? Hai fatto una indagine statistica, te lo ha detto il tuo utero o ti è apparso in sogno Adinolfi e te lo ha comunicato come terzo segreto di Fatima?
La seconda è questa, e mi piacerebbe una risposta. In un mondo dove una ragazzina di 13 anni è violentata a turno da nove bravi ragazzi tra l'impotenza omertosa dei genitori, dove le amiche invece di aiutarti di filmano e poi mandano in giro l'abuso che hai subito e dove una donna è ancora puttana per definizione, la violenza sta in "Piccolo uovo"?  In un mondo che giustifica lo stupro ed il bullismo, il problema è non insegnare ad accettare da diversità?

Attendo commenti.

 

 

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19 settembre 2016 1 19 /09 /settembre /2016 08:00

Uno dei libri preferiti di Emma è da sempre "Piccolo uovo", libro oramai diventato un classico scritto da Francesca Pardi con le illustrazioni bellissime e di Altan.
Che poi, Altan vuol dire Pimpa ed in casa mia è venerato come un semidio.

Lo legge da sempre, glielo leggevano anche all'asilo nido ed è uno di quei libri che le dà in genere sicurezza. Ma Emma e in quella fase della vita in cui tutto diventa all'improvviso nuovo perché lo può vedere con strumenti ed occhi diversi.

E così ieri sera un libro che apparentemente non aveva nulla di nuovo si è trasformato in un focolaio di domande.

Il libro in questione, per chi non lo sapesse, parla di un uovo che non si vuole schiudere perché non sa in quale tipo di famiglia capiterà. Decide allora di fare un giro e di vedere quanti tipi di famiglie ci sono e se tutti sono felici. Incontra prima una famiglia tradizionale di coniglietti, un ippopotamo con solo la mamma, una famiglia in cui mamma e papà hanno colori diversi, un'altra famiglia in cui genitori e figli sono molto diversi. Incontra pure una famiglia di gatti con due mamme papà e una famiglia di pinguini con due papà e nessuna mamma.

Capirete quindi perché questo libro, delicato e improntato sul confronto, sia finito nella lista nera degli idioti finto-cattolici più di una volta.

Per la prima volta ieri sera Emma mi ha chiesto accigliata:"Perché due mamme? Mamma e papa!"
A questa domanda ho semplicemente risposto "Perché loro sono felici così, vedi come è contento quel gattino?"

Fatto sta che terminato il libro, al momento di sceglierne un altro ha voluto leggere sempre lo stesso, questa volta senza fare domande, come se volesse assimilare e capire bene quello che gli avevo detto.

Il libro termina con piccolo uovo che si schiude e con la domanda: come sarà la famiglia di piccolo uovo? Al che ho approfittato per chiedere ad Emma: "E la nostra famiglia come è fatta?"
"Emma, mamma..."
"Sì"
"...papa, Alice, e..."
"??"
"...mamma Alice!"
"..."
"..."
"Brava, buonanotte amore mio."

Forse era meglio restare fermi ai Tre Porcellini... 

 

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16 settembre 2016 5 16 /09 /settembre /2016 15:00

In macchina, amene conversazioni tra madre e figlia.
- Mamma?
- Dimmi amore.
- Sei vecchia e blutta. 
- Grazie, amore mio.
- Mamma Silvia vecchia e blutta, ah ah ah!
- Bene. Me ne ricorderò quando mi chiederai il motorino.
- Anche papa vecchio e blutto.
- Almeno...
- Zia Lisa vecchia e blutta anche lei. Ahahahah!
- Ne sarà felice.
- Anche Nonna vecchia. Anche Nonno. Blutto e vecchio. Vecchio. E blutto.
- Bene amore.
- Zio Dado vecchio. E... blutto, anche!
- Bene.
- Tobia (ndr. il jack russell dei miei genitori, aka Santo Subito) blutto. E anche vecchio.
- Ma senti, amore mio. C'è qualcuno bello nella nostra famiglia?
- Gatto! Locco bello. Bello mao, mio amico.

Almeno il gatto si salva, via...

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6 settembre 2016 2 06 /09 /settembre /2016 08:00

Io ed Emma in macchina, in attesa che il papà rientri da una commissione e si possa ripartire.
Siamo nella città di P., ridente cittadina abbastanza destrorsa del basso centro Italia dove la quota di abitanti di colore è abbastanza alta.

"Mamma? Mamma? Mami?"
"Dimmi, amore"
"Quilli, quilli lì... neri!" mi dice la mia discendenza indicando vistosamente due ragazzi all'altro capo del marciapiede.
"Sì, Emma. Hanno la pelle nera. Come Ashley, ricordi?"
"Ashley mia amica"
"Certo, ci mancherebbe. Ma di che colore è la sua pelle?"
"Nera. Anche sua mamma pelle nera."
"Invece Vittoria..."
"Vittoria mia amica" si acciglia.
"Certo, ci mancherebbe altro. Però come sono i suoi capelli?"
"Gialli."
"Vittoria è bionda, tu castana. Ashley ha la pelle nera, tu chiara"
"..."

"Mamma?"
"Dimmi, Emma."
"Quilli neri!"
"Emma, come Ashley no? Stavamo dic..."
"No, quilli mica mii amici!"
"Magari un giorno lo saranno"
"Nooooooooo! Quilli trooopppo alti!"

E vabbè, fai come ti pare. 

 

 

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15 luglio 2016 5 15 /07 /luglio /2016 18:00

In spiaggia gli ambulanti a volte possono essere fastidiosi, specie se al gesto gentile "No, grazie" rispondono con l'insistenza di chi deve fare fatturato per mangiare.

In genere non compro nulla, ma dopo l'esperienza bellissima dell'anno scorso con la "Favola di mamma pipistrello" e la casa editrice Modu Modu, ora gli ambulanti che vendono libri in spiaggia li fermo io. 

E così ho conosciuto Idrissa (il nome è di fantasia, la sua storia no), ventenne ragazzo senegalese ambulante per l'associazione culturrale Touba e proprietario degli occhi più neri che abbia mai visto.
Si mette seduto sulla sdraio davanti a me, Idrissa, cercando unpo' d'ombra nella più afosa domenica di luglio che l'Abruzzo ricordi, e racconta la sua storia mentre Emma cerca di infilare la testa nella sacca dei suoi libri con ingordigia.

Idrissa mi racconta che ha vent'anni e viene da un paesello vicino Dakar. E' il secondo anno che viene in Italia per pagarsi l'Università e lavora per la Touba due o tre mesi, finché non gli scade il visto..

E mentre mangiamo insieme i Privolat di Emma, racconta: "Vendere libri non è facile, vogliono solo i libri per bambini. E qualcuno nemmeno quello!" 
"Guarda, tanta gente potrebbe confermarti che guardagnarsi da vivere con i libri inItalia è un'utopia!"
"Come? Ut..."
"Utopia. Un sogno, una cosa impossibile".
"Ahh! Utopie! Pardonnez-moi, non parlo bene italiano. Vengo anche per questo."

E prendendo un'utlimo biscotto, si alza, saluta e se ne va salutandoci col suo sorriso smagliante.

Lui, i suoi sogni di ragazzo e quelli di un paese troppo grande a cui è stato portato via tutto, o quasi, tranne la dignità.

Ciao Idrissa, spero che la vita ci faccia incontrare di nuovo...

 

 

 

 

 

 

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1 giugno 2016 3 01 /06 /giugno /2016 08:00

Comprai questo libro almeno un anno fa in una bancarella, a due spicci. Il venditore mi disse che era un libro per bambini che fa parte di una collana molto famosa nella pedagogia che fu, io da tossica lo comprai e basta.
Emma per un anno non lo ha degnato nemmeno di uno sguardo superficiale. 

Poi, da circa un mese, è diventata la sua ossessione. 
Non solo tutte le sere impone ad uno a turno dei suoi genitori la lettura dell'amena giornata tipo di un bambino della sua età, con annessi e conessi.
Sveglia, vestirsi, far colazione, asilo, spesa con la mamma (o la nonna), rientro a casa, cena, nanna.
Una lettura davvero interessante, eh, quasi come un libro di Fabio Volo. 

Ad ogni modo, la particolarità di questo libro è che sembra scritto per Emma. La maestra disegnata nelle vignette assomiglia alla sua come una goccia d'acqua, e ci sono pure i suoi amichetti Asia, Ashley e Riccardo. Ci sono tutti, e tutti coinvolti nelle attività quotidiane tipiche dei duenni: capite l'entusiasmo?

Quello stesso entusiasmo che una mattina l'ha portata a dichiarare tronfia: "Asilo, io!!" brandendo il preziosissimo tomo.
"Emma, ma sei sicura? Poi lo devi far vedere anche agli altri bimbi e..."
"ASILO, IO!!!!"
"Ok, come no? Ci mancherebbe!"

E così era arrivata all'asilo, tutta felice di poter mostrare il suo piccolo tesoro, brandendolo come fosse un'arma d difesa potentissima. 

La sera stessa, leggendo a letto un altro libro, mi ha interrotto e fissato negli occhi seria
"Mamma..."
"Dimmi, amore."
"Io, libo asilo NO. NONO."
"Non ce lo vuoi portare più?"
"No, grazie".

Ah, ecco.

 

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30 maggio 2016 1 30 /05 /maggio /2016 08:00

Mi siedo al tavolino del bar del centro commerciale, mi tolgo il giubbino che l'aria condizionata non è ancora accesa, tiro fuoriil fidato ebook reader e mi metto a leggere.
Soluzione ideale per la pausa pranzo, non trovate?
Accanto a me una famigliola tipicamente nord europea, tedesca o forse olandese. Madre, padre, due pargoli rossi come il fuoco sia di capelli che di lentiggini. Mangiano di gusto la pizza del bar, cosa che un italiano non gradirebbe neanche dopo tre mesi di prigionia in un buco scavato dal califfato.

Quadretto idilliaco, non è vero? I due pargoli hanno circa cinque e tre anni, maschio il primo e femmina la seconda.

Mangiano avidamente la pizza accanto a me quando, per un fenomeno da me non interpretabile vista la lingua teutonica, la bambina scoppia in lacrime disperate urlando "Nein, nein!" ed iniziando a dimenarsi prima in piedi e poi sdraiata a terra in un susseguirsi esponenziale di grida acute.
Il padre, impassibile, mangia la pizza. 
La madre parla col figlio maggiore e conversano amabilmente.
Se non fossi madre di un equivalente italiano della rossa urlante inizierei a credere di sentirla urlare solo io.
E invece.

La bambina smette di frignare e si siede. La madre, risvegliata dal coma imposto, la accarezza e le asciuga le lacrime e il moccio che non manca mai. La prende per mano e la accompagna presumibilmente in bagno.
L'ho già detto che i due anni sono la prima adolescenza?

Accanto a me il padre ed il fratello sghignazzano. Lui mi guarda e mi dice in inglese: "Mi scusi!"
"Ma no, niente. Ne ho una uguale a casa."
"Due anni e un po', eh?"
"Eh già."
"Eh."
"Solidarietà."
"Solidarietà"

Passano, poi, eh.

 

 

 

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25 maggio 2016 3 25 /05 /maggio /2016 08:00

L'ho già detto che Emma e in quella fase dominata Terrible Two che purtroppo assomiglia incredibilmente all'adolescenza?
E che non migliora affatto vero ho già detto?

Ieri mattina ad esempio non ne voleva sapere di uscire di casa. Non che le dispiaccia andare all'asilo, ma si era accomodata bella bella sul divano a guardare la Pimpa e non ne voleva sapere di salire in macchina. Mentre io cercavo di acchiapparla e lei si dimenava come una biscia a terra, è intervenuto giustamente il padre a prelevarla di forza e ficcarla in macchina. La bestiolina non solo non ha opposto resistenza, ma si è chiusa in un mutismo ostinato e duro per tutto il tragitto casa-asilo.

Mutismo rotto solo da occasionali "Papà?" come a sincerarsi che il suo genitore maschio non se la fosse presa troppo e avesse capito che lei, in fondo, scherzava.

All'arrivo all'asilo era ancora tutta aggrottata, con la faccia di chi lì non ci sarebbe voluto andare se solo avesse potuto scegliere.
Al parcheggio incontriamo uno dei suoi amichetti, leggermente più grande di età e con la faccia impunita e dolce di chi è latin lover a meno di tre anni. Lei corre avanti tutto contento, le tiene la porta aperta aspettando che lei passi e poco conta il fatto che Emma lo faccia con l'espressione schifata di chi ha pestato una cacca.

Lui si butta avanti in classe agguantando il primo dinosauro disponibile, lei si abbranca alla mia gamba senza nessuna intenzione di lasciarla. Interviene la maestra che la viene a prendere e se la spupazza un po'. Il piccolo latin lover dell'asilo Paperino vedendo la scena corre dalla cuoca in cucina, ed essendo proprio davanti all'ingresso incrocio con la seguente conversazione.

"Vuoi un biscotto?" dice la cuoca gentile ed amorevole.

"Sì, ma non è per me. È per Emma che questa mattina è un po' triste."
Agguanta il biscotto e corre da Emma.
Vi devo descrivere i miei occhi a cuoricino?

La sera torno a casa e chiedo alla gnocca: "Allora, ma Riccardo ti ha portato un biscotto?"
Lei arriccia il naso: "Sì, ma no due. UNO!"

Poraccio.

 

 

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18 maggio 2016 3 18 /05 /maggio /2016 08:00

Nanna all'asilo.
Mettersi a letto.
Ciuccio (opzionale).

Nanna dalla nonna.
Mettersi a letto.
Ciucci in numero variabile, da uno a tre.
Leo.

Nanna a casa.
Biberon di camomilla.
Dare la buonanotte a tutti i pupazzi.
Mettersi a letto.
Ciucci in numero variabile da cinque a infinito.
Leo.
Tre libri letti dalla mamma.
Pianto dirotto alla fine dei libri e mercanteggiare dieci minuti per un altro libro.
Storia, possibilmente i sette caprettini.
Acqua
Noemi..
Altro ciuccio.
Chiamare papà a squarciagola finché non porta un altro ciuccio.
Check up delle ferite immaginarie procurate all'asilo da Asia e relativo bacio del genitore maschio sulle parti interessate.
Acqua.
Ninna nanna.
Altro libro? 
Sgridata della mamma.
Esaurimento della mamma.

 

Ma perché?
 

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16 maggio 2016 1 16 /05 /maggio /2016 08:00

Pausa caffè con i colleghi.

Si parla di figli e dell'orrido vizio tutto Made in USA di edulcorare le favole eliminandone anche l'aspetto pedagogico.

Collega 1: "Prendete la Sirenetta, ad esempio. E' una storia tremenda, fatta di dolore, delusione e morte. Mica tutta canzoni ed happy end!"
Phoebe: "Già, finisce con la Sirenetta che si butta da una scogliera! Da piccola la leggevo sempre!"
Collega 2: "Ora capisco..."
Phoebe: "Come?"
Collega 2: "No, dicevo che hai ragione."
Collega 1: "Ma tipo... la strega del mare non le taglia le gambe?"
Phoebe: "Ma no! Le taglia la lingua!!"
Collega 1: "Mah, io mi ricordavo un coltelllo. Gambe, lingua, uguale... e volete mettere Cappuccetto Rosso?
Phoebe: "Già, coi genitori che invece di raccontare ai figli che il lupo mangia la nonnina la fanno chiudere nell'armadio da un animale che non ha nemmeno il pollice opponibile? Vi rendete conto?"
Collega 2: "Sì, che poi lo sanno tutti che Cappuccetto Rosso nell'interpretazione freudiana è una metafora del ciclo metruale. "
Phoebe: "..."
Collega 1: "..."
Collega 2: "Che c'è, non mi credete? Cercate su Google, no!"
Collega 1: "Tu stai male."
Phoebe: "E sei pure ingegnere... "
Collega 1: "Ma poi, come mai? Per il cappuccio?"
Collega 2: "La foresta, il lupo... insomma, non è chiaro?"
Collega 1: "NO:"
Phoebe: "E io che credevo fosse una metafora per insegnare ai bambini a non dare ascolto agli sconosciuti."
Collega 2: "E invece."
Phoebe: "E invece."
Collega 1: "E invece."
Phoebe: "Che schifo."

 

Ora attendo di capire il significato recondito della favola dei Sette Caprettini.

Con ansia.

 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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