Autunno, mattina. Accompagno Emma a scuola in macchina. Le sponde del Trasimeno sono sempre state luogo di sosta per le migrazioni di tutti i tipi di uccelli e in questa stagione il cielo è pieno e a volta fa anche un po' impressione. Passa uno stormo che fa il cielo nero. "Emma, guarda quanti sono! Lo sai dove vanno?" "Certo mamma" "Ma dai? E allora dimmelo." "Vanno in vacanza, no? Quando qui fa freddo vanno in vacanza in un posto caldo e poi tornano quando il freddo è passato" "Ah." "Mamma?" "Dimmi" "Ma vanno in Tunisia?" "Sì, amore può essere. In Tunisia fa caldo." "Lo so. Nour c'è stata a trovare i nonni. Al mare." "Quando siete grandi, magari, potrete andare insieme in vacanza. Che ne dici?" "Eh, mi piacerebbe... ma non posso proprio. Da grande devo già andare a trovare Alma in Danimarca". "Ah"
Emma adora leggere, il suo più grande cruccio è non saperlo fare da sola e a poco valgono le parole di mamma che la esortano ad avere pazienza. "Amore, non hai quattro anni. Stai tranquilla, presto imparerai!" (Sospiro) "No, non è vero"
Io mi presto a fare da voce narrante e non c'è sera che non mi tocchino un paio di libri di varia natura. Tra cui un paio di giorni è spuntato, dimenticato dopo l'acquisto, "Il dragone puzzone". Il libriccino, edito da Emme Edizioni nella collana degli Albumini (che adoriamo e tra cui si trova anche il Gruffalo) è scritto da Henriette Bichonnier ed illustrato da Pef con dissacrante ironia.
Il dragone puzzone è Dragoberto, un drago molto curioso di vedere cosa succede nel paese degli umani.
Dragoberto, nonostante i genitori si raccomandino di non oltrepassare le montagne e di non entrare nel pericoloso paese degli umani, non si arrende ed un bel giorno dopo la scuola decide di andare. Con sua grande sorpresa, sono le persone ad avere paura di lui e alla sola vista scappano e si dimenano, per non parlare della loro reazione se sputa fuoco e ruggisce. Tutti temono Dragoberto, tranne una bambina, una certa Sedanina Soffritto, che non scappa ed alla quale il drago non incute neanche un briciolo di paura. Anzi, a guardarla bene il drago le stuzzica una certa voglia di sfida. E poi deve andare a fare la merenda, che è la cosa più buona che c’è.
Dragoberto ricorre allora alla minaccia: “Se non mi porti la merenda, verrò di notte e mangerò te e tua mamma!”. Sedanina racconta tutto alla mamma che ritiene di dover obbedire di fronte a chi è così potente e prepotente. Quindi prepara un bel cesto con torta, crepe e succo di mela per Dragoberto e Sedanina si avvia a portarlo nel luogo stabilito. Tuttavia, lungo il percorso a Sedanina viene fame. Comincia dalla torta. Come sostituirla? Idea! Passa una mucca, la ragazzina chiede alla mucca di fare una cacca … Il seguito potete bene immaginarlo e vi consiglio di divertirvi a leggerlo coi vostri bambini. Vi anticipo solo che Sedanina e la sua mancata sottomissione al prepotente avranno la meglio, mentre Dragoberto riceverà una bella lezione.
Un bel libro, divertente e scorretto quel tanto che basta a catturare l’attenzione anche del bambino non avvezzo alla lettura e che affronta il tema dei bulli con intelligenza ed ironia.
In macchina io e un'amica. Dietro la gnocca ed il figlio di lei, più grande di BEN sei mesi. Seduti sui loro seggiolini, discettano dell'universo conosciuto. Noi, davanti, cerchiamo di non andar a sbattere dal troppo ridere.
- Tu sei piccola. - Non è vero, sono un quadrato. - Sì. - Nooo. Nooo. - Zitta, sei piccola. io ho quattro anni e tu solo così (E fa il segno di "tre" con le dita). Io invece presto farò cinque anni. - Non è vero, io sono un quadrato. Siamo uguali. Vero mamma??? Mamma????
- Lo sai che Giulia ha una sorellina piccola? Si chiama Bea. - Ah ah. - Anche io ho un fratellino. Si chiama Ettore e sa camminare. - Ah ah. - E tu? - Io ho una sorella grande, sa fare le capriole e mi porta dove voglio io. - ... - Ah ah.
- Facciamo finta che sei il mio bambino? - No, io sono grande. - Ma è per finta! Dai, giochiamo. - No. - Dai!! - Ok.
Emma è sempre stata malaticcia. O meglio, ha sempre sofferto di febbri improvvise e molto molto alte, ma il suo aspetto non è mai stato quello classico dalla bambina cagionevole. Anzi. Schiere di dottori a cui ho donato l'equivalente monetario di una vacanza alle Maldive mi hanno trattato come la peggiore delle mammine pancine cuccioline, dandomi della paranoica isterica perché "Ma signora, non la vede? E' il ritratto della salute!" E va bene, grazie, sarà anche 17 chili per 105 centimetri di altezza e 700 metri di lingua, ma l'esaurimento nervoso mi viene perché ogni venti giorni le si piazza addosso una febbre da cavallo che non se ne vuole andare, mica perché sono matta io!
E poi. "Sarà la socializzazione!" Ma va all'asilo nido da quando ha sette mesi, cazzo. Non si immunizza mai? "Ma quest'anno è tremenda, signora mia!" Sì, certo, son tre anni che c'è un'invasione di virus, presto saremo tutti zombie.
Poi, il mio pediatra SantoSubito (della ASl, lo voglio precisare) si è fatto venire un dubbio. - Signora, ma sarà pfapa? - Che?????? - PFAPA! Ma lei non ci va in internet? - Sì, ma non a fare le diagnosi, che mi monta l'ansia!
E insomma, dopo un bel prelievo di sangue (ricordate? Sì, proprio quello) ci siamo aggiudicati la sindrome più cool del web: la Pfapa. Cos'è? E' una sindrome che colpisce i bambini, la cui caratteristica principale è una febbre alta che si verifica periodicamente ad intervalli di 3-8 settimane. Ad oggi non sono ancora state chiarite le cause alla base della sindrome; l’ipotesi più accreditata è che la PFAPA rappresenti un disturbo dei meccanismi di controllo dell’infiammazione: l'organismo crede di dover affrontare una grossa infezione, ma si sbaglia. I sintomi sono vari e a parte la febbre sopra i 39° non è detto che si verifichino tutti; Emma ad esempio ha la febbre alta, una leggere infiammazione alla gola, i linfonodi del collo ingrossati e stop. Ma la febbre può durare anche 4 o 5 giorni. Come si ferma? Nurofen, Tachipirina, esorcismi, preghiere tibetane e tisane ayurvediche sono inutili. Ci vuole il cortisone. Una singola dose, almeno per Emma, ed è come spingere il tasto “reset” del PC. Comodo, no? No, perché in alcuni bambini avvicina gli attacchi e quindi bisogna sopportare a volte ed spettare che semplicemente passi. E in genere con l’età scompare. O, nei casi più insistenti, occorre togliere le tonsille.
E’ pericolosa? No, per fortuna no. Una volta (sì, è sempre esistita, anche se ha un nome solo dal 1987) si chiamavano “febbri di crescita” e le nostre nonne le trattavano con un scrollatina di spalle.
Stamattina, come tutte le mattine, ho tirato giù Emma dal letto e lei, come sempre, ha reagito con la simpatia e l'allegria devastante che hanno le formiche quando viene buttato giù a calci il loro formicaio da un bambino riottoso.
Le tolgo il pigiama e la piazzo sul water mentre ha ancora gli occhi chiusi. Mi giro, raccolgo il pigiama, mi giro di nuovo, mi rigiro di scatto. Oh, la gnocca arriva quasi a toccare il pavimento con i piedi, mentre se ne sta seduta lì, sopra al riduttore. Ma quando è diventata così lunga, esattamente? - Mamma, guarda!!!! Scende, va verso il lavandino e alza il miscelatore. - Ci arrivo da sola! Ok, è il lavandino più basso della casa. Ok, è tutto a posto. Ma io dov'ero mentre lei cresceva così??? Una voce mefistofelica dentro di me sogghigna e mi sussurra all'orecchio "Al lavoro, madre snaturata! Ecco dov'eri!!" Maledetto subconscio mammolo, ma ci stai zitto? "Buahahahhahah!" Ma ti impicci delle mammine pancine e mi lasci in pace?
- Mamma? - Dimmi, amore. - Ora ho quattro anni, vero? - No, Emma. Ne hai quasi tre e mezzo, non quattro. Per il tuo compleanno ci manca ancora: deve venire il freddo, poi Natale e poi... - No. - Come no, certo che è così. - No. No. Vedi? Arrivo al lavandino, sono grande. - Sei cresciuta, certo, ma in altezza. - ... - Ti vuoi misurare?
Andiamo al metro a forma di tigre appeso in camera e ci misuriamo. - Wow, sei 106 cm!!! - Te lo avevo detto che in altezza ho quattro anni.
Mare della nonna. Luglio. Caldo. E sono anche a dieta. Favoloso. Seduti al tavolino allo stabilimento, guardo Emma e Alice, la figlia dodicenne del mio compagno, sbranarsi un gelato sotto gli occhi invidiosi miei e dell'Amoremio (a dieta per solidarietà). Allegria.
Sono strappata via da considerazioni amene sulle calorie da urla e parolacce che provengono dalle nostre spalle. Tutti gli astanti girano la testa verso la fonte della diatriba. Un gruppo di ragazzini col ciuffo e di ragazzine limitrofe stanno prendendo in giro un uomo. Lo riconosco, gira sempre per lo stabilimento vestito da ragioniere, ma con tutti i colori dei vestiti sbagliati. Ama giocare a carta, i numeri ed ha l'intelletto di un bambino di sei anni. Lo stanno sbeffeggiando, gridano e lo spintonano. Lui reagisce mugolando, poco più di come potrebbe fare Emma al suo posto. C'è un ragazzino, forse il capetto del gruppo, che è il più aggressivo di tutti. Gli grida forte in faccia che non capisce niente e che deve stare zitto. E' così avvelenato che gli si muove il ciuffo sulla testa, nemmeno avesse vita propria. Lui ha gli occhi pieni di lacrime, risponde con voce stridula. Dalla mia posizione non capisco l'oggetto del contendere, ma qualunque esso sia mi sta salendo una rabbia che non posso più tollerare. Mi alzo per intervenire, ma l'Amoremio mi prende per un braccio e mi fa rimettere seduta. Lo guardo interrogativa e lui mi indica un ragazzo, coetaneo di quello col ciuffo, che dal fondo del bar si sta dirigendo, scuro in volto, verso il capannello. Va da Mr. Ciuffo e lo invita a smetterla subito, a prendersela con lui che può difendersi invece che con chi non può e che è, come è ovvio, un coglione. Il gruppo rumoreggia, ride, schernisce il Don Chiscotte della situazione che però non arretra di un passo, anzi inviata nuovamente Mr. Ciuffo ad andare fuori dallo stabilimento a misurarsi gli attributi in solitudine. Quest'eventualità sembra non piacere molto a Mr. Ciuffo che invita i suoi prodi ad andarsene che qui è una noia. Anche il proprietario dello stabilimento finalmente interviene tentando di sedare gli animi con fare annoiato, ma ormai è tutto finito. Mr. Ciuffo e la compagnia dei coraggiosi se ne vanno, Don Chiscotte se ne torna al mare mentre il ragioniere sbagliato torna a contare le carte seduto al tavolino. Sembra si sia dimenticato già di tutto, e voglio credere sia così. Emma non ha percepito nulla, ma Alice sì. Mi guarda, vorrebbe una risposta, ma l'unica cosa che mi viene da dire ad una dodicenne che ha già capito tutto è: "Mi raccomando: quando ti innamori non ti far fregare da quelli come Mr. Ciuffo che non valgono nulla. Scegli sempre, c'è speranza!"
Luglio. Mare della nonna. Fa caldo. Molto caldo. E quando fa caldo io sono più intollerante verso il genere umano tutto. Che ODIO. E che non si sa come mai si esprime sempre ai massimi livelli in ambienti collettivi e discinti come la spiaggia, dove l'italiano medio sa regalare al prossimo il peggio di sé. Se sono genitori, poi, è BINGO.
Cose che odio (elenco esemplificativo e sempre in aggiornamento).
1) I genitori che si mettono sul bagnasciuga a strillare alla prole ("Esci!!!! Ti ho detto esci!!!hai le dita raggrinzite, esci!!!!!") con la sigaretta in mano e nell'attesa spengono la sigaretta sulla sabbia spingendo giù il mozzicone per nasconderlo. Ma cazzo, ti preoccupi che tuo figlio abbia le dita raggrinzite dal troppo stare in acqua, ma di lasciargli pulito il mondo non te ne fotte nulla?
2) Quelli che fanno buche sul bagnasciuga di 5 mc e poi si dimenticano di richiuderle, sicché tu che porti tua figlia di 18 chili (ripeto di-ciot-to) a spasso sul passeggino per farla addormentare devi fare un percorso che il fil-rouge di Giochi senza frontiere ti spiccia casa.
3) Quei genitori i cui figli non dormono MAI, per cui alle due del pomeriggio, nel momento del riposo per tutto l'universo balneare, nel momento in cui tua figlia dorme spiaggiata come una foca permettono alla loro vispa prole di cantare/vociare/ascoltare youtube a 150 decibel. Svegliando tua figlia. Vaffanculo lo posso dire?
4) Quei genitori (ma anche nonni, zii, parenti accessori) che permettono ed anzi incentivano la ricerca di animaletti tra gli scogli al puro scopo di torturarli. No, lo scopo no è educativo, non cominciamo a dire fesserie. Andare in cerca di granchi, stelle marine, pesciolini e gamberetti per poi lasciarli sotto al sole in un secchiello con un dito d'acqua non ha nulla di educativo. Poi non vi lamentate se mi tocca fare il giustiziere della spiaggia.
5) In spiaggia ci sono tre contenitori per l'immondizia: plastica e vetro, carta, indifferenziato. Perché tu, bullo di periferia tatuato male, devi gettare il bicchiere della granita nella carta? Perché? Ti hanno bocciato tre volte in seconda elementare e non sai leggere?
Emma e l'Amoremio innaffiano in una calda sera d'estate. E per calda intendo in modo sconcertante, non romantico. Io rassetto la cucina dopo la cena e dalla terrazza li sento chiacchierare. Idillio. Finché un urlo squarcia il crepuscolo: "Mammmmmmmmmmmmmaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!" Ecco, è caduta. Lo sapevo. La vedo arrivare dopo qualche minuto in braccio al padre, che ha la mia stessa faccia. - E' caduta. - Immaginavo. Emma è campionessa olimpica di inciampo nei propri piedi, a medaglia proprio.
Piange e si dispera, ed i decibel emessi aumentano ancora quando, da brutta madre, le disinfetto a tradimento il ginocchio graffiato. Sì, è solo un graffio. A ginocchio sinistro.
Da vera drama queen, Emma si sdraia sul divano e piagnucola. - Mamma, non posso muovermi... sto male, portami la cioccolata. - E certo, come no? - Stai con me? Mi abbracci? STO MALEEEEE! - Emma, dai... usciamo, continuiamo ad innaffiare. Non è nulla, amore. - NON E' VERO! - afferma la mia prole stringendosi al petto il ginocchio destro - SONO FERITA! STO MALISSIMO! - Emma? - Sì, mammina? - Hai sbagliato ginocchio. - Ah.
Seguono venti minuti di risate sguaiate da parte mia e dell'Amoremio, nonché di silenzio indispettito della gnocca.
- E comunque mi sono fatta male, ecco. - Certo Emma. Vuoi un po' di fondente? - Sì. - Usciamo. - Occhei.
- Mamma? - Dimmi amore mio. - Mamma, lo sai? Io sono innamorata della Nour. - Ah. - Sì, però anche la Mia è innamorata della Nour. - E tu? - No, niente. Se la tocca la picchio. - A posto.
- Mamma? - Dimmi amore. - Lo sai che Alfredo è il mio fidanzato? - Ma non era Alberto? - Sì, anche lui. - Eh, ma due Emma mica si può! - Ma mamma, devono essere tutti e due per forza! Alfredo è buono, ma Alberto è bellissimissimo! - ...
Cantato in loop, davanti allo specchio. - Non sei l'ideaaaaleeeeeee,non ti avrei sognato accanto meeee! Ma ora sei reale, ha quaccosa che non ho mai visto prima in teeeeeeeeee! - Emma, ma come canta la teiera? - Mamma Miss Bric, vuoi dire. - Precisina. Come canta? - Quello che accade è una grande novità! Sì, sì. E poi Chicco le chiede cos'è e lei le dice lo scoprirà da grande. - E tu lo sai cos'è? - Certo mamma: E' L'AMORE!
Spiaggia della nonna. Luglio. Domenica. Affollamento di gente. Caldo.
- Mamma, che fanno quei bambini laggiù? - Ehm, niente Emma. - Vado a vedere. E parte di corsa sul bagnasciuga. Dopo mezzo minuto la gnocca torna a velocità supersonica. - Mamma, mamma devi correre subito!!!! - Ma che succede? E mentre mi trascina racconta. - Mamma, quei bimbi hanno catturato dei granchi e li hanno messi in un secchiello! - Ah. - E non possono uscire, sono in trappola! - Amore, vedrai che adesso li lib... - NO, TU LI DEVI LIBERARE! Ci avviciniamo al capannello di piccoli delinquenti in erba che ammazzano il tempo torturando creature e, cercando di essere credibile, dico a mia figlia: - Vedrai che poi li liberano. - Mamma, non è vero. IO NON ME NE VADO FINCHE' NON SONO LIBERI!
E mi guarda con gli occhi umidi di lacrime. Ed è subito Delfinario di Cattolica. nonché rievocazione di vecchi traumi infantili. Guardo Emma, guardo i bambini. Nessuno guarda il secchiello, tutti sono attenti solo a rovistare tra gli scogli vicini. - Emma, quando ti dico corri, scappiamo velocissime, ok? - Perché mamma? 3, 2, 1... sferro un calcione al secchiello che si rovescia, mentre una trentina di granchi scappano via. Noi corriamo, ridendo, e ci tuffiamo in mare. Quando smettiamo di ridere, Emma mi prende la faccia tra le mani e mi stampa un bacio grande. - Mamma, li hai liberati!!! Sei il mio eroe!
I manigoldi intanto si sono accorti del rovesciamento del secchiello e cercano invano di recuperare il malloppo. Li ripescheranno, ne sono certa.
Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!