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5 agosto 2015 3 05 /08 /agosto /2015 09:00

Noi donne nella stragrande maggioranza dei casi non abbiamo un bel rapporto col nostro corpo. Sarà una banalità, ma è una di quelle vere: non ci piacciamo.

Pure se sei una figa da paura che causa giramenti di testa e svenimenti nella popolazione maschile eterosessuale, ci sarà sempre qualcosa che non ti piace di te stessa.

In genere il problema di questo secolo è: non sono abbastanza magra e/o sono ingrassata. Maschi che condividete lo spazio vitale con la donna che amate, rassegnatevi: per quanto possa sembrarvi bella, sexy ed affascinante la vostra compagna, lei si troverà SEMPRE non abbastanza magra.

Che poi la prenda con ironia, che non ne faccia un dramma e che viva la sua vita con tranquillità e che mangi al ristorante con appetito è un altro discorso. se glielo chiedete vi dirà sempre che non si trova abbastanza magra.

Colpa della moda? Follia della donna? Non solo. 
Quest'anno sui social impazza una nuova mania: il Belly Slot. Non è il nome di una caramella e nemmeno una nuova macchinetta da videopoker. E' quel solco abbastanza inquietante che parte sotto il seno e arriva all'ombelico, formatosi grazie ad addominali super tonici insieme a una magrezza di un certo livello. Subito le simil-Vip si sono buttate a pesce sulla questione, postando le loro foto sui social: Elisabetta Gregoraci, Maddalena Corvaglia, Ilary Blasi, Belén Rodriguez, Anna Tatangelo, Emily Ratajkowski. Tutte belle in fila a mostrare la riga sulla pancia che fa tanto tonico e raffinato. 
Non vi basta?
Orbene, signori, abbiamo anche il Bikini Bridge , ovvero il ponte sospeso tra il bordo dello slip e l’anca, e il Tigh Gap, ovvero il solco tra le gambe. 
L'Amoremio direbbe "Sexy come un aspirapolvere", io direi: "Eh, quando ero ggiovane...". Ma non è vero, sono solo allucinazioni di una donna sfatta dal passaggio di un mostriciattolo (amoroso) di quasi quattro chili tra gli addominali.

Ma la donna vera che ne pensa?
In ufficio ho assistito alla seguente conversazione sul Belly Slot tra due colleghe carine e inspiegabilmente single. 
Collega 1: "Dai, tu sei magra come un chiodo e allenata, facci vedere sta riga!"
Collega 2: "Ma non ce l'ho!"
Collega 1: "Ma dai, nemmeno tu!!! Ma sei super secca!"
Collega 2: "Lo dici come fosse un complimento, ma non lo è affatto!"
Collega 1: "Certo che lo è!"
Collega 2: "No, affatto. Io mi piacevo più quando pesavo 10 kg di più"
Collega 1: "Cavolate. Farei la firma per essere come te.""

Collega 2:"Sei matta? Non vedi che fianchi larghi? IO farei la firma per essere come te!"
Phoebe: "Ora vengo lì e vi picchio a tutte e due dall'alto della mia panza deformata, altro che riga!"

Passerà mai questa fissazione per il secco?
La donna curvy tornerà (davvero) di moda come nei bei tempi andati?

Attendo commenti di uomini e donne.

 

 

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6 luglio 2015 1 06 /07 /luglio /2015 08:30

Montesilvano.
Mare a casa dei nonni.
La gnocca, nota bambina prêt-à-porter, si è ambientata subito benissimo all'idea del fine settimana al mare e dotata di costumino d'ordinanza, cappellino che manco la bambina de La casa nella prateria e paletta, si prodiga sotto l'ombrellone per riuscire ad ingurgitare più sabbia possibile nel breve periodo, nonchè infilare i fastidiosi granelli un po' ovunque nel mondo.

Orbene, all'improvviso Emma si accorge del mare. Sembra strano, ma tutte le domeniche quando torniamo a casa saluta il mare come fosse il suo migliore amico, per poi dimenticarsene completamente in pochi istanti, tanto da costringere poi lo stesso a stipulare un nuovo accordo con la meno acquatica delle bambine. Cioè lei.
Dicevo che, come al solito, si accorge del mare. Si alza, prende il secchiello e trotterella verso suo padre, intento a riposarsi dalle fatiche settimanali.
"Ohhhh! Ohhhh!" lo incalza indicando prima il mare e poi il secchiello. 
"Amore, vuoi che andiamo a  prendere l'acqua?"
"Tzi!" esclama con un sorrisone ammaliatore.
Si prendono per mano e vanno sul bagnasciuga, per tornare poi col prezioso carico. 
Emma riprende la sua posizione, afferra la paletta e tempo trenta secondi l'acqua è rovesciata, finita nella sabbia, persa per sempre. La gnocca si acciglia, quest'inconveniente non ci voleva. Si alza di nuovo, prende il secchiello e va dal padre.
"Ohhh! Ohhh!!!!" lo chiama col sopracciglio alzato.
"Emma, ma già ti è caduta?"
L'espressione si fa pensosa, prende la mano del padre e l'operazione viene ripetuta nuovamente. Emma si riposiziona al suo posto col secchiello, fa un movimento non consono con la paletta ed ecco che di nuovo l'acqua si rovescia sulla sabbia.
"AHHHHH!" Grida frustrata.
Nessuno risponde o accorre, e lei quindi decide di giocare la sua carta migliore.
"Papà?"
"Emma, dimmi."
"Papà??" ripete gettando al vento le lunghe ciglia scure.
"Che succede amore?" 
Lei indica il mare agitando il secchiello.
"Andiamo?"
"Mema? Nooooooo!!! Papà!" dice lanciando al genitore uno sguardo talmente melenso e ruffiano da cariarle i denti che non ha e lanciando il secchiello ai piedi del genitore. Senza alzare le chiappe da terra, ovvio. 

Sorride, infida e dolcissima.

Lui, schiavo d'amore, prende il secchiello e lo va a riempire. 
Ancora.
Ed ancora.

 

Vero o no che non c'ho capito mai nulla di maschi?

 

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3 luglio 2015 5 03 /07 /luglio /2015 09:00

Avete mai la sensazione che la vita vi scorra via dalle dita come la sabbia? Che le giornate corrano veloci, ma anche inesorabili, col passo svelto di chi non ha nulla da perdere?
Sembra impossibile, ma Emma sta per compiere diciotto mesi, e tra poco sarà passato un anno dal mio rientro al lavoro. 
Il tempo corre, veloce. Troppo veloce. 
Lavatrici, panni da stendere, biberon da preparare, pannolini da buttare, cartellini da timbrare, pratiche da svolgere, beghe assortite che fanno a gara tra di loro per quale sia più carica di rogna.

E le giornate passano, è già luglio e nemmeno me ne sono accorta.
Per dire.

E poi ieri sera, a cena con le amiche a festeggiare una di loro ed il suo compleanno abbiamo iniziato a ricordare il passato. Così, per scherzo, sull'onda di Ma ti ricordi quella volta che? Non dico che sia il passato remoto, non mi sento ancora così vecchia, ma diciamo che comunque si tratta di un passato dotato di ragnatele belle spesse.
Casini, guai e telenovelas come ne possono combinare solo un gruppetto di ragazze single e un po' annoiate da una provincia che offre poco a chi non è omologo.
Ma ti ricordi quella volta che...?
E tu? Quando poi..!!!
Ma no, l'avevo rimosso!!!!!

E quello lì? te lo ricordi? quello col micropisello?
Ma noooooo!!!!

E giù risate.

E mi sono ricordata di una Phoebe che non c'è più, che aveva problemi differenti e magari anche idee sulla vita e sul futuro diverse. Una Phoebe che non esce più così tanto allo scoperto, casinara e più caciarona di oggi. Di certo libera, un po' selvatica, ironica e senza peli sulla lingua. 
No, non più felice, solo diversa.
Non la rimpiango, non la bramo, ma sono sempre io. 
E tornando in macchina, ieri sera, riflettevo su due punti fondamentali. Il primo è che la vecchia Phoebe devo impararla a considerare di più, devo ritrovare il modo di vivere più leggera, senza la maniacale necessità della precisione che, diciamolo, non mi si confà proprio. 
La seconda è invece una riflessione sul futuro, amara per mia figlia: analozzando con l'occhio di oggi tutti i guai che ho combinato, mia figlia non ha chance di fregarmi. Ne sono certa. Poveraccia. 
Sì sì. Non ha possibilità.

Oppure sarà vero che tale madre... tale figlia?

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25 maggio 2015 1 25 /05 /maggio /2015 08:00

POV

Oggi sono stata a pranzo in un centro commerciale, ho approfittato della pausa pranzo per fare spesa e tornare prestoa  casa la sera.

L'area ristorante era piena, la gente accalcata, tutti dietro ad un pezzetto di pizza al volo o al colesterolo di Mc Donald's.
L'unico tavolo libero era quello a cui era seduta un bella ragazza di colore con lunghe trecce nere. Leggeva mentre mangiava, bevendo la sua bibita dalla cannuccia con lentezza. 

Mi sono guardata intorno, e nessuno arrivato sul posto prima di me faceva cenno di volersi sedere. Oh, vabbè. Mi sono avvicinata, ho chiesto permesso e mi sono seduta. Lei mi ha sorriso coi denti dianchi ad illuminarle la faccia ed ha risposto semplicemente "Prego", con una voce sonora che sembrava tintinnare di mille campanellini.

Poi è tornata alla sua lettura sorridendo, ed io ho tirato fuoi il mio ebook reader. 
Leggeva in francese, cosa non avrei saputo dire.
Non si è seduto nessun'altro accanto a noi, nonostante i due posti liberi al mio fianco fossero gli unici del salone. Ho visto signore fonate mangiare un trancio di margherita in piedi, col vassoio in euilibrio sul carrello della spesa. Atletiche.

Dopo un po' si è alzata e se ne è andata, mostramdo agli astanti un paio di gambe da gazzella fasciati in improbabili leggins tribali. Mi ha salutata e se ne è andata, nel suo mondo.

Non siamo diventate amiche, non abbiamo parlato, non è una storia edificante questa, anche se un po' mi sono sentita di nuovo quella bambina di sei anni a cui la nonna paterna aveva detto che le persone di colore puzzavano. 
E' la vita di tutti i giorni.

Solo una cosa mi chiedo: quando mi sono seduta, la ragazza è stata contenta. Mi ha sorriso, è stata gentile e discreta. Quando accade a me, invece, sono sempre scocciata, scruto l'nvasore con ineluttabile inevitabilità. 

Che io sia una brutta persona?
 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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