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31 ottobre 2016 1 31 /10 /ottobre /2016 08:00

Io, la Gnocca e l'Amoremio a passeggio nella città di mare dei nonni un sabato pomeriggio.
Arriviamo all'ingresso di un supermercato e, come capita sempre più spesso, Emma deve sviscerare tutte le cose che le capitano a tiro, anche quelle che ha già visto ed affrontato mille volte.
Oggi tocca alla mitica porta automatica del supermercato, che è stata sempre lì, ma oggi di più.

E tocca al suo genitore maschio, soprattutto.
- Papa, ottè apre da sola porta?
- Emma, vedi laggiù? C'è un sensore che quando ti avvicini fa aprire la porta.
- ...
- Vedi lì? Quel sensore? Quando un elemento di una altezza almeno uguale a lui si avvicina, parte un meccanismo che fa aprire le porte e poi richiuderle.
- Papa, ottè?
- Te l'ho detto, perché c'è un sensore che...
- ...
- ...
- Ottè?
- ...
Io: "Emma, sono le fate. Con la magia."
- Ah, certo! Papa, 'pito? Fate!
- Capito papa?
- Non è divertente.
- Invece sì.

 

Basta essere chiari, no?

 

 

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28 ottobre 2016 5 28 /10 /ottobre /2016 14:00

Lago Trasimeno, 26 ottobre 2016.
Interno sera. 
Ore 23:00.

- Guarda, queste sono le cose da fare in caso di terremoto. Non fare le scale, mettersi sotto i tavoli e lontani dai mobili.
- Ah ah.
- Mettersi sotto un arco portante, un architrave ad esempio.
- Uh uh.
- E bisognerebbe predisporre una cassetta di pronto soccorso, che ne dici.
- Guarda che quella ipocondriaca in famiglia sono io, non tu.
- Potremmo metterla fuori, così in caso di...
- Amoremio, in caso di cosa? Non facciamoci prendere la mano, via, ché noi il terremoto non l'abbiamo manco sentito.
- Che vuol dire? I tuoi lo hanno sentito, eccome.
- Sì, vabbè, una scrollatina.
- Con te non ci si può parlare di quest'argomento. Tu sei quella che nel 1997 dopo il terremoto ti sei rimessa a dormire mentre tutti stavano fuori.
- E certo, c'avevo l'esame di diritto amministrativo con il Prof. Cavallo il giorno dopo! Come minimo dovevo essere riposata!
- Vedi che non ci si parla?
- Amoremio, quello razionale in genere sei tu. Ripigliati.
- Mostro.
- Dormi.
- Parli tu che hai terrore dei ragni!
- Che vuol dire? Quella è una fobia seria!

Io non sono cinica, almeno non sempre.
Sarcastica, forse.
Ad ogni modo il terremoto mi fa paura sì, ma non più dell'idea del meteorite che prima o poi colpirà la terra inclinandone l'asse e causando l'apocalisse.
Per dire.
Con questo non voglio dire che non sia molto dispiaciuta per le popolazioni colpite, anzi, ma gli allarmismi non aiutano nessuno.
Se il terremoto fa ballare un po' il vostro lampadario non è che dovete dormire in macchina tirando giù dal letto la vostra ignara prole o fare la borsa con l'indispensabile in caso di fuga.
Applichereste meglio il vostro tempo prenotando la visita di un tecnico specializzato che vi possa assicurare l'idoneità della vostra casa, se siete in ansia.

Ora scusatemi.

Vado a comprare l'insetticida.

 

 

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26 ottobre 2016 3 26 /10 /ottobre /2016 08:00

Sono tornata a leggere e questo è bello. Non sono ancora tornata al ritmo forsennato pre-gnocca, ma mi accontento.

Nel mio girovagare tra letture impegnate, gialli divertenti, letteratura più o meno di livello, mi sono trovata davanti due libri di cui si parla molto per ragioni molto diverse tra di loro.

Il primo è l'ormai celeberrimo "Io prima di te". Me lo ero ritrovato tra le mani molte volte, ma la copertina zuccherosa (non quella del film, ma questa) mi aveva allontanato. Sì, io sono una che ancora fa caso alla copertina, ai colori, all'intenzione messa nel riassumere in un'occhiata trecento pagine o poco più. E a me 'sto libro sapeva di Harmony ammuffito. Poi è uscita la notizia che la Khaleesi ne avrebbe interpretato in un film il personaggio principale e di quanto fosse entusiasta all'idea di entrare in questo personaggio e mi son detta: perchè no? E buttiamo via 'sti quattro giorni di lettura, su. In fondo venivo da tre settimane di Houellebecq, uno sciacquacervello era una necessità primaria.
E ho sbagliato.
Ho sbagliato perché l'ho letto in tre giorni.
Tre giorni in cui la brillantezza della scrittura, la purezza della narrazione, la coerenza della trama non hanno contato nulla. Tre giorni in cui mi sono innamorata della protagonista, in cui ho sperato senza crederci, in cui ho sofferto ed alla fine pianto anche, come la peggiore delle beote che scrivono sui social "ke bel libro, mi a preso il <3". 
Cara Jojo, te lo devo dire: sei una stronza. 

Non so se le tue siano capacità innate o sia solo culo, ma hai costruito un libro a cui il lettore resta appiccicato nemmeno fosse la ragnatela di Shelob. In cui il finale aleggia come una spada sospesa nel cielo già da metà libro ed il lettore lo sa che piangerà, già lo sa. E anche se questo libro ha il merito di trattare un tema tabù come l'eutanasia rendendolo accessibile anche ai militanti del family day, dall'altro è un libro costruito col chiaro intento di trasportare il lettore in una valle di lacrime.

Riuscendoci benissimo, tra l'altro.
Bastarda.

Insomma, lo sciacquacervello non aveva funzionato a dovere ed ero in cerca di qualcosa da leggere quando mi sono imbattuta nella pubblicità di un altro libro intirolato "Maestra". La quarta di copertina ne raccontava le meraviglie e l'impressionante numero di copie vendute, nonché la spiccata eroticità. Andiamo? vabbè, buttiamoci.
Le prima 100 pagine promettevano bene: piccanti, un pò surreali, tutto sommato divertenti. Poi, è iniziata la discesa. Avete visto un film di James Bond ultimamente? Uno di quelli in cui James si butta da un elicottero, prima che si sfracelli contro un palazzo, rotola sull'asfalto, si rialza e non gli si è nemmeno guastata la piega dei pantaloni, ma tutt'al più storto di 5 gradi il nodo della cravatta? Ecco, qui uguale. A questa tizia, di cui ho già rimosso il nome, succedono cose impensabili, commette crimini orrendi e niente, non se ne accorge nessuno perché è vestita Prada. O Gucci. O vattelapesca, ma non certo H&M. Alla fine ovviamente c'è l'happy end, lei la fa franca e diventa ricca, alla brutta faccia del resto del mondo. E dei lettori, che hanno iniziato a sbadigliare a pagina 130.

E quindi?

Quindi niente. Se "Io prima di te" mi aveva coinvolto troppo emotivamente senza ottenere il benefico effetto "pausa" che ogni sciacquacervello dovrebbe portare con sè, il libro della Hilton mi ha irritata. Basta davvero descrivere quattro avventure mirabolanti, tre gang bang acrobatici con avvitamento ed un pugno di vestiti alla moda per vendere milioni di copie? 

Comunque, alla fine, ho trovato un bel libro da leggere.
Un libro da compagnia, divertente e con dentro tante piccole verità dentro seminate come papaveri in un campo di grano.

L'ho trovato per caso, in mezzo al mucchio, e quando l'ho visto mi son ricordata di una amica che lo aveva consigliato un po' di tempo fa.
Un libro piccolo, originale, curioso ed umano. 

"La lettrice scomparsa" è un libro per cui ama i libri, per chi ne ha cura e ne è anche un po' ossessionato. un libro per chi deve ricominciare ad amare se stesso e le persone.

Forse basta cercare.
Forse è solo una regola matematica.

Forse, come diceva il mio professore delle medie, "Basta leggere".

E io sono tornata. Spero.


 

 

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19 ottobre 2016 3 19 /10 /ottobre /2016 08:00

Io ed Emma, in macchina.
- Mamma, guarda: la luuuuuuuna!!!
- Sì, hai visto?
- Quanto bella, mamma! Tutta bianca!!! Sai, mamma, manca pezzo!
- Eh, sì. Ne manca un pezzettino. Lo sai tu perché?
- Certo, mamma. 
- Dimmi, allora. Perché?
- Perchè gigante aveva fame e allora preso luna come una mela e l'ha mangiata un pezzo.
- ...
- Sai, mamma, gigante graaaande. Tanta faaame! Ma luna no buona come mela. Solo bella.

- Domani però ce ne sarà un pezzetto in più.
- Certo, mamma, certo.  Perché gigante gomita.

Certo, mamma, certo.

Piccoli inventori di storie, crescono. 

 

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17 ottobre 2016 1 17 /10 /ottobre /2016 08:00

E così è passato il primo mese si scuola materna, anzi dell'infanzia. 
Siamo moderni, via.

Emma, anticipataria e abitudinaria, si è adattata quasi subio alla nuova realtà, creando la sua routine e scoprendo un mondo che la affascina e la diverte ogni giono di più.

La scuola dell'infanzia comunale che frequenta Emma è un vero gioiello.
Non solo è incastonata tra le colline che guardano al lago, non solo è nello stesso stabile di un'ottima scuola elementare, ma è anche composta da una sola classe fatta di 19 bambini dai 3 ai 5 anni.
Sì, nel 2016. Sì, in Italia. 
Diciannove bambini, di cui tre anticipatari. 
Due maestre.
Alfredo il bidello.

Ed uno spazio enorme per giocare, imparare, socializzare. Tantissimi giorchi, mille libri, due maestre sorridenti e competenti. Lo spazio esterno? Certo che c'è, pieno di giochi e di didattica.
Sembra uno spot pubblicitario, vero?
Eppure è la realtà, la fregatura non c'è. E' solo la fortuna di vivere in un piccolo comune, dove le istituzioni sono ancora vicine alla gente, dove la vita è ancora a misura di bambino e coesistere in armonia è ancora possibile. 
Pensate, sulla chat di whatsapp della scuola non si litiga nemmeno.
Un paradiso in Terra.

Almeno fino alla prima riunione dei genitori.

 


 

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14 ottobre 2016 5 14 /10 /ottobre /2016 08:00

E' un po' che non scrivo e questo non mi piace.
Non mi piace perchè, in genere, se non scrivo è solo perché sono sopraffatta, perché vivo a mille chilometri all'ora, perché non ho tempo nemmeno di andare  a comprare un paio di ciabatte per l'inverno, ché il freddo è arrivato prima quest'anno e su quelle vecchie mi ci aveva vomitato la gnocca in primavera.
Bleurgh.

Lavoro, casa (che chiede pietà o una veloce eutanasia), famiglia, casini assortiti, corri corri.

Ma trovare il tempo per me, per acconciarmi in maniera presentabile e non spaventare il postino, è un dovere irrinunciabile. Pure sociale, se vogliamo.
Non dico di arrivare ad avere il tempo di truccarmi tutte le mattine, non pretendo così tanto. 
Mi basta un piccolo spazio per scrivere.
Per me.

Lo spazio si sa, non lo regala nessuno, così come il tempo.

Così dovrò imparare a prendermelo.
Per vivere meglio.
Perchè me lo merito.


Ma soprattutto perché non posso permettermi un analista.

 

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27 settembre 2016 2 27 /09 /settembre /2016 08:00

Nel mio post su "Piccolo Uovo", uno dei libri attualmente preferiti di Emma insieme a Pippi Calzelunghe e al classico sempre attuale e vivo "La Scuola Materna", ne vantavo la delicatezza nel trattare il tema della diversità e l'importanza di trattare certi temi con i bambini per renderli migliori di noi da adulti.

Volevo cogliere l'occasione però per puntualizzare delle questioni "da adulto" che girano attorno a questo ed a altri libri per bambini rei di indrottinare i bambini all'omosessualità. Ripensandoci, questa cosa mi fa ridere anche mentre la scrivo, ma tant'è questa è la società in cui viviamo ed evidentemente che meritiamo.

ho fatto una ricerca e mi sono imbattuta in un personaggio che avevo già incontrato e sul quale mi ero già dilungata: Costanza Miriano
La signora (ah, lo è ora eh. Ma a far la cattolica oltranzista da convivente son bravi tutti) in merito ad un libro che ha vinto il Premio Andersen nel 2012 e che è una pèiccola perla di insegnamento della diversità afferma in un articolo illuminato che che "una famiglia monosessuale non è come una normale e che quindi non sono tutte uguali queste famiglie anche se apparentemente sono felici."
Quindi il fatto che i bambini recepiscano da un libro come questo che ogni famiglia è felice se c'è l'amore è un abominio, un voler mettere il bambino nella posizione di dover decidere da solo cosa è buono o no e, soprattutto, non siamo consci della violenza che genera.

Cara Costanza, 
tu sei confusa, credimi. Almeno per un paio di buone ragioni, almeno. 
La prima è che, come diceva un povero scrittore russo qualunque che forse ti è sfuggito "Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo". Sei certa che a fare le cose a modo tuo porti la felicità? Sei così sicura di essere sacrosantamente nel giusto o vuoi solo vendere? Sei certa che le famiglie tradizionali siano tutte felici e quelle monosessuali tutte infelici? Hai fatto una indagine statistica, te lo ha detto il tuo utero o ti è apparso in sogno Adinolfi e te lo ha comunicato come terzo segreto di Fatima?
La seconda è questa, e mi piacerebbe una risposta. In un mondo dove una ragazzina di 13 anni è violentata a turno da nove bravi ragazzi tra l'impotenza omertosa dei genitori, dove le amiche invece di aiutarti di filmano e poi mandano in giro l'abuso che hai subito e dove una donna è ancora puttana per definizione, la violenza sta in "Piccolo uovo"?  In un mondo che giustifica lo stupro ed il bullismo, il problema è non insegnare ad accettare da diversità?

Attendo commenti.

 

 

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22 settembre 2016 4 22 /09 /settembre /2016 11:30

 

 

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21 settembre 2016 3 21 /09 /settembre /2016 18:30

Una settimana di scuola dell'infanzia. 
Inserimento.
Tutto bene.
Venerdì, febbre a 38.
Fine della storia.

Ecco, se io fossi in grado di fare dell'ironia come al solito, allora la storia sarebbe davvero finita tutta qui. Invece questa volta no.
Non so come mai, forse sarà la stanchezza, forse il troppo lavoro, forse i pensieri che continuano a rincorrersi dentro al mio cervello o solo un'estate che non e stata riposante come avrebbe dovuto essere per compensare le fatiche di un anno del cavolo.
Fattostà che al vedere il termometro di Emma salire oltre il 38 ed ancora più su ho avuto una crisi isterica. Sì, sono crollata come la più ignobile delle madri, come una di quelle che scrive sgrammaticati post su pagine equivoche come "I consigli delle mamme" o "Di mamma in mamma".
Non li conoscete? Ah, allora ancora amate l'umanità. 

È che mi sembra che la mia bimba non abbia mai pace, che la sfiga ci insegua col lanternino, peggio che nelle previsioni entusiaste di Paolo Fox. Che, lo sapete anche voi, porta jella. E prima il fuoco di San Antonio a Ferragosto (come? Non sapete la storia? Eh, magari un giorno...), poi un dente scheggiato il primo giorno di scuola dell'infanzia ed ora la prima tonsillite della stagione.
Sono stanca, provata, arrabbiata e preoccupata dalle cicatici che porta sul naso e che, forse, le resteranno addosso. Non pensavo di potermela prendere così per un fattore estetico, ed invece eccomi qui. Forse sono davvero sciocca e frivola come quelle mamme che scrivono col k messaggi deliranti sui fori ai lobi delle orecchie.

E mia figlia che mi continua a chiedere quando la porto al parco, se può uscire, perché non andiamo a fare la spesa o a giocare a casa di Viola o Vittoria. 

- Perchè hai la febbre, gnocca della mamma.
- Nooooo! Io bene!
- Sì, certo. Il termometro fa 39,7 e tu stai bene
- Medicina buooona! Posso ancora?
Mia figlia è drogata. 

Ho bisogno di alcol.
O di una vacanza.

Ora decido.
 

 

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19 settembre 2016 1 19 /09 /settembre /2016 08:00

Uno dei libri preferiti di Emma è da sempre "Piccolo uovo", libro oramai diventato un classico scritto da Francesca Pardi con le illustrazioni bellissime e di Altan.
Che poi, Altan vuol dire Pimpa ed in casa mia è venerato come un semidio.

Lo legge da sempre, glielo leggevano anche all'asilo nido ed è uno di quei libri che le dà in genere sicurezza. Ma Emma e in quella fase della vita in cui tutto diventa all'improvviso nuovo perché lo può vedere con strumenti ed occhi diversi.

E così ieri sera un libro che apparentemente non aveva nulla di nuovo si è trasformato in un focolaio di domande.

Il libro in questione, per chi non lo sapesse, parla di un uovo che non si vuole schiudere perché non sa in quale tipo di famiglia capiterà. Decide allora di fare un giro e di vedere quanti tipi di famiglie ci sono e se tutti sono felici. Incontra prima una famiglia tradizionale di coniglietti, un ippopotamo con solo la mamma, una famiglia in cui mamma e papà hanno colori diversi, un'altra famiglia in cui genitori e figli sono molto diversi. Incontra pure una famiglia di gatti con due mamme papà e una famiglia di pinguini con due papà e nessuna mamma.

Capirete quindi perché questo libro, delicato e improntato sul confronto, sia finito nella lista nera degli idioti finto-cattolici più di una volta.

Per la prima volta ieri sera Emma mi ha chiesto accigliata:"Perché due mamme? Mamma e papa!"
A questa domanda ho semplicemente risposto "Perché loro sono felici così, vedi come è contento quel gattino?"

Fatto sta che terminato il libro, al momento di sceglierne un altro ha voluto leggere sempre lo stesso, questa volta senza fare domande, come se volesse assimilare e capire bene quello che gli avevo detto.

Il libro termina con piccolo uovo che si schiude e con la domanda: come sarà la famiglia di piccolo uovo? Al che ho approfittato per chiedere ad Emma: "E la nostra famiglia come è fatta?"
"Emma, mamma..."
"Sì"
"...papa, Alice, e..."
"??"
"...mamma Alice!"
"..."
"..."
"Brava, buonanotte amore mio."

Forse era meglio restare fermi ai Tre Porcellini... 

 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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