Lo so, andare inLo so, andare in palestra in pausa pranzo con quest’afa è da matti. Ma anche attraversare la città e fare quasi 40 km per andare e tornare a casa lo è. E non è che io possa andare
tutti i giorni al cnetro commerciale. Il mio portafoglio me lo vieta. Quindi.
Quindi dicevamo, palestra. Me ne stavo lì, sopravvissuta ad una lezione di
heat program che mi ha disidratato anche i capelli, a passarmi la crema idratante dopo la doccia.
Varia umanità chiacchiera di tutto: oggi in pole position il fallimento de I viaggi del
Ventaglio, tour operator di quelli fighi, che non avrei creduto mai, no no signora mia.
E dietro Columbus, i VentaClub dei trenini, eccetera eccetera. Non si sa quanti turisti fregati, poveracci sìsìsì.
“Comunque si sapeva, quando sono andata ad aprile a Marsa Alam i forum specializzati già
sconsigliavano di viaggiare con loro” esordisco io.
Da qui inizia una diatriba vacanze su internet sì/no che non ho ben seguito in quanto esonerata
dall’asciugacapelli, finché non vengo chiamata in causa nuovamente sull’annoso tema della vacanza ideale.
“Bèh” inizio io ripassando l’eye-liner disintegrato dai liquidi espulsi dal mio corpo “in genere mi
piacciono quei viaggi in cui si possono capire altri modi di vivere, altre civiltà. Viaggi che lasciano qualcosa a chi li fa, insomma”
Non a Milano Marittima, per capire. Se avessi la possibilità pianificherei un viaggio in Pakistan, per
dire.
“Anche in Egitto, ad esempio, sono andata un po’ in giro a vedere come vive la gente sennò a che
serve?” mi chiedo ad alta voce. “Certo” continuo “vedi dal vivo le donne col burqua e non è come vederle in Tv, ma tutto serve per capire realtà diverse.”
Le donne annuiscono, specie una su cui vorrei aprire una parentesi.
Il nome, così come accade spesso in questi hamman occasionali, non lo conosco.
E’ bassa, coi capelli ricci e corti ed un’età indefinibile tre i 40 ed i 55 anni, fisico a tanica di benzina. Si
muove elettrica, come fosse il pupazzetto a pile della Duracell. E’ in palestra occasionalmente, mi disse, perché lei è un’artista. Della danza del ventre.
No comment.
Lei si tira su sui tacchi e baldanzosa afferma: “Purché restino a casa loro! Che non ci impongano i loro
usi!”
“Vabbè, ci mancherebbe! Ma ognuno per sé fa quel che vuole, scusa. “
E gli vorrei fare un bel discorsetto sull’autodeterminazione dei popoli e sulle differenze culturali, ma lei
(incosciente) tira fuori un mio cavallo di battaglia: “Come quelli che voglion far togliere i crocefissi dalle scuole!”
Cerco di contare fino a dieci, ma fa caldo, sto sudando di nuovo e mi si è pure spuntata la matita del trucco:
“Io, ad esempio!” Certe volte mi sento un alieno sulla terra.
Devo dire che la sua faccia non ha prezzo.
Da me, che sventolo un crocefisso al collo, non se l’aspettava: “Il nostro è uno stato laico, non cattolico. Quindi nei luoghi pubblici non ci deve essere il crocefisso. Poi a casa sua ognuno
fa quel che vuole.”
“No, il nostro è uno stato cattolico” ribatte la sventurata accalorandosi “Sono le nostre
tradizioni!”
“No, è laico. Rileggiti la Costituzione.” Adoro fare la saccente, lo adoro.
“E che conta la Costituzione?” Questa l’ho già sentita... ma da chi? Non ricordo, “E’ sempre stato
così!”
“Bèh, i miei nonni, bisnonni e trisavoli vivevano a mezzadria, ma io mica no!”
“Ma che vuol dire? E poi se lo dici tu che sei italiana è un conto, ma un extracomunitario!! Un
mussulmano!!!!!”
“Ti faccio una domanda: un bambino nato in Italia da genitori stranieri ha anche la cittadinanza italiana,
lo sai? Lui è italiano per te? Ha i miei stessi diritti oppure no?”
“Ma… ma… sono le nostre tradizioni!” risponde accusando il colpo.
“Per tradizione il marito picchiava la moglie. Ora, per fortuna, è reato. Le cose cambiano, ma non sempre in
peggio!” le rispondo serafica piegando l’asciugamano.
Lei serra le labbra e si irrigidisce tutta. Ha evidentemente finito le argomentazioni. Ho un po’ paura a dire il
vero. Invece pesta per terra coi suoi tacchi 12, afferra la borsa e se ne va infuriata.
Le altre si zittiscono.
Forse sono aliena davvero.
Esco e trovo l’Amoremio all’ingresso che legge il giornale.
“Hai fatto incavolare qualcun’altra?” mi chiede.
Faccio spallucce. Prima o poi mi bucano una gomma, è garantito.
Ecco.
E voi che ve ne state lì a fare sì con la testa dandomi ragione, sappiate una cosa: la maggioranza degli
italiani è LEI.
E’ esattevolmente COME LEI.
Quindi, non c’è proprio nulla da cui essere divertiti.
Ora scusatemi, devo andare a fare il pieno alla navicella…
Ora scusatemi, devo andare a fare il pieno alla navicella… palestra in pausa pranzo con quest’afa è da matti. Ma anche attraversare la città e fare quasi 40 km per andare e tornare a
casa lo è. E non è che io possa andare tutti i giorni al cnetro commerciale. Il mio portafoglio me lo vieta. Quindi.
Quindi dicevamo, palestra. Me ne stavo lì, sopravvissuta ad una lezione di heat program che mi ha disidratato anche i capelli, a passarmi la crema idratante dopo la doccia. Varia umanità
chiacchiera di tutto: oggi in pole position il fallimento de I viaggi del Ventaglio, tour operator di quelli fighi, che non avrei creduto mai, no no signora mia. E dietro Columbus, i VentaClub
dei trenini, eccetera eccetera. Non si sa quanti turisti fregati, poveracci sìsìsì.
“Comunque si sapeva, quando sono andata ad aprile a Marsa Alam i forum specializzati già sconsigliavano di viaggiare con loro” esordisco io.
Da qui inizia una diatriba vacanze su internet sì/no che non ho ben seguito in quanto esonerata dall’asciugacapelli, finché non vengo chiamata in causa nuovamente sull’annoso tema della vacanza
ideale.
“Bèh” inizio io ripassando l’eye-liner disintegrato dai liquidi espulsi dal mio corpo “in genere mi piacciono quei viaggi in cui si possono capire altri modi di vivere, altre civiltà. Viaggi che
lasciano qualcosa a chi li fa, insomma”
Non a Milano Marittima, per capire. Se avessi la possibilità pianificherei un viaggio in Pakistan, per dire.
“Anche in Egitto, ad esempio, sono andata un po’ in giro a vedere come vive la gente sennò a che serve?” mi chiedo ad alta voce. “Certo” continuo “vedi dal vivo le donne col burqua e non è come
vederle in Tv, ma tutto serve per capire”
Le donne annuiscono, specie una su cui vorrei aprire una parentesi.
Il nome, così come accade spesso in questi hamman occasionali, non lo conosco.
E’ bassa, coi capelli ricci e corti ed un’età indefinibile tre i 40 ed i 55 anni, fisico a tanica di benzina. Si muove elettrica, come fosse il pupazzetto a pile della Duracell. E’ in palestra
occasionalmente, mi disse, perché lei è un’artista. Della danza del ventre.
No comment.
Lei si tira su sui tacchi e baldanzosa afferma: “Purché restino a casa loro! Che non ci impongano i loro usi!”
“Vabbè, ci mancherebbe! Ma ognuno per sé fa quel che vuole, scusa. “
E gli vorrei fare un bel discorsetto sull’autodeterminazione dei popoli e sulle differenze culturali, ma lei (incosciente) tira fuori un mio cavallo di battaglia: “Come quelli che voglion far
togliere i crocefissi dalle scuole!”
Cerco di contare fino a dieci, ma fa caldo, sto sudando di nuovo e mi si è pure spuntata la matita del trucco: “Io, ad esempio!” Certe volte mi sento un alieno sulla terra.
Devo dire che la sua faccia non ha prezzo. Da me, che sventolo un crocefisso al collo, non se l’aspettava: “Il nostro è uno stato laico, non cattolico. Quindi nei luoghi pubblici non ci deve
essere il crocefisso. Poi a casa sua ognuno fa quel che vuole”
“No, il nostro è uno stato cattolico” ribatte la sventurata accalorandosi “Sono le nostre tradizioni!”
“No, è laico. Rileggiti la Costituzione.” Adoro fare la saccente, lo adoro.
“E che conta la Costituzione?” Questa l’ho già sentita “E’ sempre stato così!”
“Bèh, i miei nonni, bisnonni e trisavoli vivevano a mezzadria ma io mica no!”
“Ma che vuol dire? E poi se lo dici tu che sei italiana è un conto, ma un extracomunitario!! Un mussulmano!!!!!”
“Ti faccio una domanda: un bambino nato in Italia da genitori stranieri ha anche la cittadinanza italiana, lo sai? Lui è italiano per te? Ha i miei stessi diritti oppure no?”
“Ma… ma… sono le nostre tradizioni!”
“Per tradizione il marito picchiava la moglie. Ora, per fortuna, è reato. Le cose cambiano, ma non sempre in peggio!” le rispondo serafica piegando l’asciugamano.
Lei serra le labbra e si irrigidisce tutta. Ha evidentemente finito le argomentazioni. Ho un po’ paura a dire il vero. Invece pesta per terra coi suoi tacchi 12, afferra la borsa e se ne va
infuriata.
Esco e trovo l’Amoremio all’ingresso che legge il giornale.
“Hai fatto incavolare qualcun’altra?” mi chiede.
Faccio spallucce. Prima o poi mi bucano una gomma, è garantito.
Ecco.
E voi che ve ne state lì a fare sì con la testa dandomi ragione, sappiate una cosa: la maggioranza degli italiani è LEI.
E’ esattevolmente COME LEI.
Quindi, non c’è proprio nulla da cui essere divertiti.
Ora scusatemi, devo andare a fare il pieno alla navicella…