Il film di David Fincher impazza al cinema (fino a domani, poi arriva lo
tsunami e fine della storia) e un po’ per noia, un po’ per caso, ci sono finita anch’io a sgranocchiare
popcorn al multisala.
Lo ammetto, ci sono andata per due motivi base: primo, David Fincher di solito mi piace, secondo Justin
Timberlake. No, non mi guardate male, cercate di capirmi. Che ci posso fare?
Per chi ancora non lo sapesse, “The social network” è il film che racconta la creazione e lo sviluppo del più grande fenomeno che internet abbia mai prodotto finora: Facebook.
Il suo inventore, Mark Zuckerberg è il classico piccolo nerd mezzo teppista che agli attrezzi per fare buchi
nei muri e spiare lo spogliatoio femminile ha sostituito la programmazione del computer.
Infantile, asociale, egocentrico ed anche anaffettivo. Simpatico come le mutande di velcro, non c’è
che dire. La sua ragazza, prima di scaricarlo giustamente afferma: “Fare conversazione con te è come fare lezione di step”.
E non è un complimento.
Insomma, lui genietto di Hardvard inventa, senza nemmeno sforzarsi troppo, Facebook scrivendo il codice in un mese o poco più.
Quando il fenomeno esplode e diventa prima nazionale, poi planetario, tutti si buttano sull’osso succoso
tentando lo sciacallaggio. Certo, qualcuno ha anche tutte le ragioni del mondo, come Eduardo.
Poveraccio.
Già è amico di Mark, uno così stranito ed incapace di esprimere un’emozione da assomigliare ad un freezer. E
lui, Eduardo, invece gli vuole bene, lo considera un amico. Gli presta anche i soldi per avviare il suo progetto quando nessuno credeva in Facebook. E che fa Mark? Lo sbatte fuori a calci alla
prima occasione, fidandosi di sciacalli e banditi che lo trattano come se fosse figo. Poi ovviamente Eduardo vince una causa a otto zeri, ma non cambia il fatto in sé: ma che merda sei
Zuckerberg? Era il tuo unico amico!
E qui ti aspettavo, caro Fincher, con uno slancio finale. Che ne so, un ravvedimento tardivo, uno
slancio d’ammmòre. Un flashback che mostri come Mark da bambino fosse stato preso a botte in testa con violenza dal fratello minore, con conseguenti disturbi della personalità. Guardate,
andava bene pure un innamoramento platonico che gli facesse vedere il mondo rosa. O il ritorno dall’ex in ginocchio sui chip ardenti.
E invece no.
Tutto resta insipido. Bah.
Se uno dovesse usare Facebook per simpatia verso il suo creatore, decisamente sarebbe meno usato di Jaiku.
Io, personalmente, tornando dal cinema ho anche pensato di cancellare l’account per paura di diventare come lui. Poi ci ho riflettuto meglio. E ho deciso. Ma anche no.
E’ che sembra impossibile, ma ci ha cambiato: nelle abitudini, nel linguaggio, nel modo di gestire le
amicizie ed i rapporti. “Mi dai l’amicizia su FB?” oppure “Oh, ma che t’è successo? Ho letto il tuo stato su FB!” ma anche “Ci feisbùkkiamo?” sono all’ordine del
giorno.
Una grande comunità, sì, ma come il suo creatore contiene in sé il seme che tarla da dentro anche il suo
creatore: la paura della solitudine, combattuta a suon di isolamento fisico ma non virtuale. Incontrarsi di persona è quasi demodé: “non ci incontriamo mai, ma per fortuna c’è
Facebook!”
Ah, poi c'è anche la gente che ti chiede l'amicizia e quando ti incontra dal vivo non ti saluta.
Bella gente...
Per me la pagina di Facebook è come il diario delle medie. Invece di incollarci su foto di River Phoenix
come in seconda media, posto link che trovo interessanti, notizie, video, foto e pensieri miei che possono esser condivisi. Ripeto, che possono essere condivisi. Quindi se cercate una foto di me
in topless di sicuro non la trovate. Tutt’al più le foto delle vacanze in posa tattica da foca spiaggiata.
E’ casa mia, insomma.
Per questo non tollero chi arriva ad insultare me e le mie idee, con inserimenti a gamba tesa sulla mia pagina. Un po’ come, sentir suonare il campanello, aprire la porta e trovarci uno che ti
strilla in faccia cornuto. E’ poco carino, no? Si possono esprimere opinioni anche dissimili dalla mia, ci mancherebbe. Ma senza alzare i toni od insultare, chè non siamo mica sul Forum di
Clarence, eh!
Per risolvere il problema avevo anche pensato di fare ordine tra le mie amicizie, cancellando gli
sconosciuti, i fastidiosi, i millantatori, i troll ed i fake. Ma poi ho cambiato idea. Troppa, troppa fatica. Non me ne frega a sufficienza.
In fondo, Facebook è un divertissement e non la vita reale.
Vero? Eh? Verooooo????