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1 giugno 2011 3 01 /06 /giugno /2011 18:55

 Berlusconi is not  speaking in my name, come se questo facesse differenza. Inutile scriverlo come stato di Facebook, inutile urlarlo ai quattro venti, lanciare pubbliche scuse sulle fan page di Obama. Arrendetevi: parla anche a vostro nome, a nome di tutti.  Anche a mio nome, per esempio. Perché, sebbene mi costi molto dirlo, è stato eletto dal popolo a maggioranza.

Un popolo onubliato dal carrozzone mediatico e dalle chiacchiere vuote delle tv commerciali, nonché dalle tette in bella vista delle veline, per carità.
Con una legge elettorale di merda inventata ad hoc per mandare su i servi del padrone, son convinta.
Ma , signori miei, resta eletto democraticamente a maggioranza e quindi la risposta è: sì, ci rappresenta tutti quando anche quando fa cucù alla Merkel o fa scene da pensionato con l’alzheimer al G8 con Obama.
E quindi parla  anome di tutti noi.
Lui siamo noi.
Anche all’estero, sì.
Anche se ci sbracciamo a dire no, non è vero.
Anche se esponiamo cartelli su internet per dissociarci.
 
Sempre finché non lo buttiamo giù dalla torre e per far questo bisogna alzare la testa.
E, per esempio, andare  a votare quattro bei SI’ al referendum del 12 e 13 giugno.
Anche se c’è il sole.
Anche se vorreste andare al mare.
Anche se c’è la fila.
Anche se non c’avete voglia.
Sennò zitti.
 
E fatevene una ragione…

 

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30 maggio 2011 1 30 /05 /maggio /2011 19:11

Che tempo che fa è da sempre l’appuntamento del fine settimana d’inverno.  Specie la domenica, al ritorno dall’aperitivo o dopo una pigra giornata casalinga, io e l’Amoremio ci piazziamo in pole position davanti alla tv, attenti e pronti come un bambini di seconda elementare a cui spiegano per la prima volta le tabelline.
E’ bello, un appuntamento a cui non so rinunciare. Semmai registro.
E’ che mi piace avere sempre una cosa da scoprire, un mondo da esplorare, storie ed idee da ascoltare.

Con attenzione, non mentre si fa altro, per poi discuterne quando c’è la pubblicità.

E così ho conosciuto personaggi importanti ed interessantissimi di cui ignoravo l’esistenza, come Zygmunt Bauman o Stéphane Hessel, ascoltato suonare Ramin Bahrami e Daniel Baremboim , apprezzato l’analisi intelligente di un quadro con il prof. Flavio Caroli. Ma ho anche visto la politica e l’economia con Marchionne, con Tony Blair, la Marcegaglia (grande, grande donna!) e molti altri.
 

E ancora ho sentito parlare politici, promuovere film,  chiacchierato di libri, visto passare premi Nobel e mille altre emozioni.
Oltre alla Luciana, mitica, che non ha bisogno di parole aggiuntive.
Che tempo che fa finisce. Finisce la stagione e va in vacanza, dopo più di 165 ospiti e 65 puntate.
Finisce e non si sa se torna, o se tornerà in ambiti diversi.
Perché nonostante il successo clamoroso di share e di pubblico è una trasmissione che non piace.
Nonostante gli ospiti facciano a gare per andare a farsi intervistare da Fabio Fazio, la trasmissione non piace.
Nonostante (o forse proprio per questo) non sia una trasmissione urlata, sguaiata e vuota, non piace.
No.
Non piace alla dirigenza RAI, schiava del potere quanto un Minzolini qualunque.
Non piace alla politica che comanda per le domande non sempre omologhe (ma nemmeno iconoclaste, eh) di Fazio.
Non piace nemmeno ad una certa sinistra, che definisce la trasmissione borghesuccia, populista (come la sorella minore tanto vituperata Vieni via con me che però ha raggiunto ascolti da capogiro) e finto intellettualoide; una trasmissione che si compiace di sé e con la puzza sotto il naso.
Non piace perché costa ed allora è meglio dar miliardi ad un uomo vero di spettacolo come Vittorio Sgarbi. Uno che fa i numeri, sì.
 
Ieri sera Fabio Fazio in chiusura ha annunciato quest’incertezza. La promessa fatta dalla RAI di un rinnovo di tre anni con annesso raddoppio il lunedì  e come back di Vieni via con me alla grande. Ecco, sei mesi fa. Poi nulla. E quindi? Quindi niente, forse aspettavano il risultato di oggi pomeriggio.
Oppure no.
E La7 spera di accaparrarsi la trasmissione,e  farebbe bene.
E vabbè, alla più puttana ci rivedremo su La7, caro Fazio. Sarà il male di cambiare qualche piccola abitudine.
Solo che mi viene spontanea una domanda, che tra l’altro mi fa salire l’acido.
 
Ma il canone, noi, che lo paghiamo a fare?

 

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27 maggio 2011 5 27 /05 /maggio /2011 14:04

Caro Barack,

come stai? Tutto bene a casa? Le figlie? Promosse, sì? E la Michelle? Progettate le vacanze?
No, non voglio farmi gli affari tuoi, ci mancherebbe, cercavo… ehm… non so… di prender tempo… di creare empatia… No, perché sai, certi discorsi non sono facili da fare quando ci si ritrova davanti all’uomo più potente della Terra o quasi.
Pure se c’ha la faccia simpatica come la tua, mica è facile, per niente. Insomma Barack,  posso chiamarti Barack? Grazie, grazie. Ma lo sai che c’ho un tuo libro sul comodino, “I sogni di mio padre”, e ora lo inizio?
Ehm… Dicevo, Barack, che mi dispiace molto per quel vecchietto lì, che s’è messo ad importunarti coi suoi problemini.
E lo so che ci sono stati tornado ed alluvioni in tutto il sud degli Stati Uniti e che sei preoccupato.
Lo so che la crisi non ti fa dormire.
E poi la stampa USA ti massacra perché ti sei inchinato a 45 gradi davanti all’emiro saudita e queste son cose gravi, ché Mr. President non s’inchina a nessuno manco per educazione pensa te.
Abbi pietà per un anziano, via.
So pure che lo stesso vecchietto al momento della tua elezione t’ha chiamato Osama e non è che è stato bello e manco divertente. Lo so che ha detto che eri bello abbronzato come lui quando va in Sardegna con lo yacht e la bandana d’estate insieme a Lele Mora. Chi è Lele Mora? No, tranquillo Barack, non ci pensare che non vale la pena.
Sì, lo so che poi lui c’ha sto brutto difetto di toccare che darebbe fastidio anche a me. Vai lì e invece della mano sudaticcia ti rifila pacche sulle spalle. E’ fastidioso lo so, lo odio pure io, mi rendo conto.


Lo so che tu te ne stavi bello bello a parlare con Sarkò e Angela di politica economica e di primavera araba, quando lui è spuntato con il cingalese che vende le rose al ristorante ed ha iniziato a blaterare dei suoi problemi immaginari come i vecchietti al bar davanti alle partite. Ce li avete anche negli USA? Immagino di sì.
Alla fine ti è andata bene. Ad Angela fece cucù da dietro un muro, senza ricordare poi la faccenda delle
corna.
E’ colpa delle medicine, sai, ne prende troppe. No, non per l’alzheimer, no. Sembrerebbe, ma no.
Per il pisello. Sono blu, no so se conosci… fluidificano il sangue, irrigidiscono, robe così. Ma sorvoliamo, via.

Caro Barack, ci vuol pazienza. Se fosse possibile ti chiederei di levarcelo dalle palle, magari con un paio di bombe su Arcore o tre o quattro agenti dei Navy Seals. Guarda, basterebbe pure uno Schwarzy pensionato di seconda mano, basta e avanza. Però lo so che non si può, che se lo vogliamo davvero dobbiamo rimboccarci le maniche e cacciarlo a pedate da soli, questo maledetto vecchiaccio.

Ci proveremo, lo giuro. Te lo prometto.
Tu, intanto, porta pazienza.
Saluti da quel che resta del mio Bel Paese.
 
Yours, Phoebe

 

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25 maggio 2011 3 25 /05 /maggio /2011 20:04

Sono figlia di Umbria Jazz e delle strade della mia città piene di gente, musica e caos. Ah, anche birra. 
Il jazz è così, unisce la gente, anche gli sconosciuti, e nel nome della musica dell'improvvisazione (ma non poi così tanto) si incrociano strade e destini.
Già, sono figlia di Umbria Jazz, che si svolge nella mia città ogni seconda settimana di luglio di ogni anno. 
Sì. Ma quest'anno, presa dalla voglia di prenotare e di uscire da un inverno denso di lavoro e problemi come se fosse fatto di caramello, ho prenotato le vacanze con largo anticipo.
Santorini, una settimana, io e l'Amoremio.
Bello, direte voi.
Sì, bello, lo dico anch'io.

Peccato che senza accorgermi ho prenotato proprio quella settimana lì.
Insomma, quest'estate niente musica.
Mi stavo quasi rassegnando quando ho ricevuto una mail dalla mia amica Chiara. Perugina trapiantata a Torino per lavoro che mal concilia la mancanza del lago con una città grande e caotica e proprio per questo cerca di mantenere le amicizie storiche
Perchè non mi vieni a trovare? recitava la mail Se vieni, al  Gru Village c'è una bellissima rassegna jazz!

Il suo invito mi ha lasciato basita. Perché, diciamocela tutta, un centro commerciale che mai potrà organizzare? Sì, perchè 
 Gru jazz sfrutta gli spazi del centro commerciale Shopville Le Gru, in un contesto molto vasto che per tutta l'estate prevede una serie di eventi organizzati, appunto da Le Gru. Sì, ok un bellissimo centro commerciale con dentro una palestra di quelle fighe, 180 negozi di tutte le specie, un parco divertimenti, addirittura una radio tutta sua, ma resta comunque una struttura insolita per un festival. 
Ma cosa potrei mai aspettarmi? 
Al massimo Marco Carta che distribuisce foto e cioccolatini a dodicenni ormonose. 

E Torino non è nemmeno dietro l'angolo, insomma.

E così sono andata sul sito, ed appena aperto i miei sospetti sembravano confermati: Marco Carta e i reality in pole position. Ma poi ho sfogliato il programma scoprendo che si tratta di una cosa seria, con prevendite e tutto il resto. E mentre mi perdevo tra i nomi in cartellone, Chiara (che difficilmente accetta un vedremo come risposta) mi ha mandato un sms: Se vieni per il sei luglio, un mio amico ci ha trovato due biglietti per Seal
Seal.
Gli anni novanta.
Com'ero gggiovane.
E pure Seal con le treccine.

Oltre a Seal ci saranno Mario Biondi, Randy Crawford, la Torino Jazz Orchestra e molti altri. Non vi piace il Jazz? Mah... anyway ce n'è per tutti i gusti, dalla musica pop, ai figli dei reality, passando per il cabaret e per veri e propri spettacoli stile Broadway. Per esempio uno spettacolo sugli Abba il 6 agosto che sto considerando.

Ok, ci sto.
Ho risposto di getto, e andiamo a vedere sto Le Gru jazz visto che quest'anno mancherò UJ.

Ho detto sì di pancia, senza nemmeno pensare a richiedere le ferie. 
Ora che ci penso, senza nemmeno dire nulla all'Amore mio.
Aehm...
E ora???

No we're never gonna to survive unless, we are a little crazy.. 

 

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23 maggio 2011 1 23 /05 /maggio /2011 14:30

Guardo poco la televisione, non per spocchia ma per mancanza di tempo.
Da quando poi la vita ed il mio fidanzato mi hanno fornito di MySky, massima invenzione dell’uomo dopo la ruota, ancora meno.
Registro, salto la pubblicità, guardo, e via.

Tuttavia a volte tra un salto e l’altro della mia vita mi è capitato di vedere questa pubblicità orribile in cui due adulti, presumibilmente una coppia (di fatto o legalmente accasata non è dato sapere) discutono del loro animale virtuale, un cane o un gatto,  che vive nel Nintendo 3D.



Ogni volta che vedo questa pubblicità non posso far a meno di pensare che la gente è sola e anche abbastanza spaventata dalle relazioni che la vita comporta. Altrimenti non si prenderebbe un gatto virtuale, ma si andrebbe al canile. Al massimo nei negozi specializzati, se si è davvero trendy. Ma nello schermo, no.
Mi rifiuto.
Guarda, ti vede via webcam! Dice una deficiente all’altro. Oppure ancora più bello: “Facciamo uno scherzo a papà?
Papà? Facciamo?
Ok, io parlo col gatto, ci vivo in simbiosi e quel che vuoi, ma tu stai male a parlare col Nintendo! Ad avvicinare addirittura la faccia quando lui lecca lo schermo!!
Ma se sta male? Lo porti dal veterinario o dal tecnico?
E l’hai fatto castrare? O quando va in calore fa la pipì per tutto lo schermo?
Come fa a d acciambellartisi addosso e coccolarti la sera?
E quando si lecca gli attributi lo fa in 3D?
 
E io mi chiedo quale soddisfazione ci sia.
Ora, lo so che un animale domestico può avere molte controindicazioni (tra cui avere un gatto scemo come il mio) ma questo no.
Assolutamente no.
E non ditemi che è per i bambini, che magari non tutti possono avere un animale in casa, che è una esperienza formativa. Sono tutte cavolate, secondo la mia modesta opinione.
Volete formare vostro figlio e fargli capire che prendersi cura di un animale non è un gioco? Comprategli un pesce rosso che debba curare lui solo, un criceto di cui si debba occupare e a cui debba pulire la cassettina anche se puzza. Non un demone che esce dal Nintendo.
 
Applicato agli adulti, come la pubblicità intende, è molto triste. Sconfortante addirittura. Grottesco anche. L’uomo moderno è diventato così asettico da avere bisogno di questi aggeggi mostruosi?  Siamo così schiavi del tempo da avere bisogno della realtà aumentato al posto di quella vera?
Certo, l’animale da compagnia nel Nintendo non sporca, non mangia, non rovina i divani e non perde nemmeno i peli.  Se muore si ricomincia a giocare e se ci si stufa non si deve nemmeno perder tempo ad abbandonarli in una piazzola dell’autostrada: si spegne e via.
Solo per me è agghiacciante?
Sarà che io ho sempre avuto animali domestici in casa e l’idea di sostituirli con un mostro che vive in una console mi atterrisce.  
 
A quando l’infante in tre dimensioni da mettere sul fasciatoio ed allattare in HD?
Comodo e pratico, non piange nemmeno la notte e si possono scegliere il colore degli occhi e l’indole.
 
Non ho parole…

 

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20 maggio 2011 5 20 /05 /maggio /2011 08:02

Visto che Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, cercando (invano?) di sfiorare la perfezione, mi chiedo come possa essergli sfuggito un dettaglio di progettazione molto importante come la capacità assolutamente necessaria di staccare mente e corpo.
necessaria almeno all'uomo (e alla donna) modero che deve incastrare un milione di diverse attività al giorno.
Ok, facciamo che serve più alle donne che agli uomini.
Non siete d'accordo?

Me lo chiedevo oggi mentre annaspavo sopra la bicicletta durante la lezione di spinning ed i due neuroni che ancora abitano il mio cervello giocando a scopa si annoiavano così tanto da tentare di strozzarsi mangiando l’asse di bastoni. La bicicletta mi annoia da sempre, da quando avevo sette anni e la mia amichetta del cuore voleva solo e soltanto avventurarsi per i campi in cerca di avventure.

Ma andiamoci a piedi, no?
No, meglio la bici.
Che due palle!!!
Mamma, mamma! Phoebe dice le parolacce!!!


Pedalare mi fa fatica, una fatica mentale tutta espressa nel movimento circolare  delle gambe. Proprio quel movimento che, parecchio in teoria, dovrebbe farmi dimagrire. Ma, attenendosi all’evidenza dei fatti, anche no. Ma uno ci spera. E infatti continuo.
Ma, pensavo, quanto sarebbe bello se il nostro cervello potesse dissociarsi dal corpo durante queste attività puramente fisiche? Quanto sarebbe bello lasciar acceso solo il pilota automatico: mentre il corpo pedala come un forsennato e brucia calorie, il cervello dorme. O è in contemplazione di un paesaggio bucolico. O di Luca Argentero. Decidete voi, insomma.
Pensateci: il vostro corpo pulisce il bagno, e il cervello legge Jane Austen.
Risolverebbe anche molti problemi relativi allo stress della vita moderna ed alla mancanza di tempo libero, non trovate?
Possibile che nessuno scienziato capoccione  ci abbia mai pensato?
Eppure è un’idea geniale.
 
A pensarci bene, io lo faccio già. Tipo quando incontri uno che ti racconta la storia della sua vita dalla scuola materna in avanti  e io annuisco mentre i miei due neuroni superstiti ballano il limbo nel mio cervello. O quando l’Amoremio parla parla e parla senza sosta di programmi per computer e io annuisco e penso alla lista della spesa. Vedete? Non penso solo a cazzate glitterate.
Stacco il cervello, tutto qui. Produco anche. I miei pezzi migliori sono nati così, col cervello dissociato dal corpo.
Come?
Come dici?
Ah, stretching?
 
La lezione è finita? Ah, sì…

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18 maggio 2011 3 18 /05 /maggio /2011 14:17

E' successo così, per caso.
O forse per noia.
O perché non ne potevo più dei programmi di informazione e dei Tg che rimbalzano le terribili e vomitevoli parole del Premier o i soliloqui suoi e della sua gang.
E insomma, ci sono finita.
Una volta, due, tre.
E mi sono appassionata.
E’ una droga.
O peggio, una dipendenza.
A cosa?
Ma a loro, alla vita delle sorelle Kardashian.
Sono tre, almeno credo, e sono le protagoniste del reality di E! che si chiama, giustamente, Keeping up with the Kardashians: Khloe, Kourtney e Kim.
Tutte con la K, che finezza.
Hanno pure dei negozi di abbagliamento e una linea di vestiti e profumi, tutti targati DASH. Vorrei incontrarle solo per far notare loro l’assonanza col famoso fustino. Di detersivo.
Chi sono?
Sono le figlie del fu eminentissimo Avv. Kardashian, notissimo e ricchissimo legale dei vip e armeno DOP, noto per aver difeso e fatto scagionare O.J. Simpson. No, non Telespalla BOB, restate concentrati.
La madre invece è sposata in seconde nozze con Bruce Jenner decatleta medaglia olimpica negli anni ’80 ed attualmente sfigurato dalla chirurgia estetica, con cui ha fatto altre due figlie. Credo solo due, sì. Ma non si sa mai. Ah, tutte e due con la K, ovvio.
Da qualche parte c’è anche un figlio maschio, ma non ha nessuna importanza, né se lo fila nessuno.
Le figlie sono tutte moderatamente fighe ma non troppo, tranne Kim.
Che, vorrei dirlo, è presa in giro dalla stampa gossip americana e modiale per il suo culone. Insomma sarebbe grassa. Quasi obesa, secondo i tabloid. Culona.


Ok, mi astengo.
Ah, diementicavo: la stella di casa è lei, per evidenti meriti portati dall'ostensione di un film porno amatoriale che l'ha resa cliccatissima su internet. 

Sono cose rilevanti. 
Un pedigree insomma. 

Le avventure delle tre sorelle e della loro madre sono davvero… come dire…  non trovo le parole… no, non ne trovo... ah, sì: ipnotiche.
Da Los Angeles, a New York, passando epr Miami: perchè?
Cosa mai dovrebbe importarmi delle avventure amorose di Kim con quello strafigo della sua guardia del corpo? O se il marito di Khloe non sa nuotare e lei vuole insegnarglielo? Senza considerare i problemi con il fidanzato alcolista e le smagliature post-partum di Kourtney, di cui non voglio sapere nulla.
Non c’è nulla di intelligente, ma nemmeno di scandaloso o divertente, però una volta iniziato non si può assolutamente smettere. Persino l’Amoremio è stato conquistato (temo più dal suddetto baule di Kim che dalla storia in sé) e si parcheggia davanti al canale 124 di Sky insieme a me. Ipnotizzati. Finché, in genere, uno dei due si riscuote e si chiede: “Ma che diavolo stiamo facendo??” e riprendiamo le nostre normali occupazioni casalinghe.

Mi  chiedo in che cosa risieda questa capacità di fagocitare il cervello, di spegnerlo o deviarlo verso inutili banalità. Marketing? Voglia di staccare?
Forse è una specie di arma a distanza che gli USA stanno testando e che poi utilizzeranno anche per fini militari. Sennò non si spiega questo assurdo appeal e questa popolarità derivante dal nulla cosmico assoluto.
Ragazzi, funziona, ve lo assicuro.
Almeno, con me.
 
Secondo me funziona anche coi talebani…
 

 

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16 maggio 2011 1 16 /05 /maggio /2011 22:52

A me viaggiare è sempre piaciuto, e compatibilmente con i miei (pochi) soldi cerco di farlo più spesso possibile. E ho trovato nell'Amoremio non solo un favoloso compagno di viaggio, ma anche una persona che vede la vacanza come la vedo io.
Mi dispiace dirlo, perché sono conscia che non sia un bel comportamento, senza considerare il vecchio monito vaiall'altrocapodelmondoenonconoscil'Italia: a me piace andare all'estero. 
Vedere un altro mondo, altre usanza, conoscere. Possibilmente dove non ci sono italiani.
No, non è spocchia. solo esperienza.
Diretta.

Anyway, ogni volta che ci muoviamo succede invariabilmente qualcosa. Mai nulla di grave, per fortuna, ma sempre ed invariabilmente qualcosa. 
Andiamo a riposarci a Marsa Alam? Il vulcano 
Eyjafjallajökul decide di risvegliarsi dal suo sonno millenario e ci blocca all'aeroporto di una sperduta località egiziana per 14 ore. 
Andiamo in Croazia col traghetto? Tutto tranquillo? No, non, non vi agitate! I nostri bagagli verranno invertiti e verranno
portati in visita per tutta l'ex Jugoslavia.
E che ne dite di Istanbul, la bella? Quale poso migliore per dar sfogo alle mie allergie e trasformarmi in un panda mostruoso??

Che fare, arrendersi? Ma proprio no! Io a viaggiare non ci rinuncio di certo e nemmeno ad acquistare su internet sorvolando su cavillose agenzie e pacchetti poco adatti a me.
E chi se ne frega della sfiga.
Così quest'anno si vola in vacanza a Santorini, in un piccolo b&b prenotato tutto su Internet. 
Poca spesa e molta resa, come diceva mia nonna.

Ma l'Amoremio, da vero uomo terrone e scaramantico, ha posto il veto: "Quest'anno dobbiamo stipulare almeno uno straccio di assicurazione, almeno se ci succede qualcosa in viaggio..."

Infastidita, ma in fondo sicura delle sue ragioni, mi sono messa a cercare in internet ed ho fatto la conoscenza di Mondial Assistance. Sul loro sito ho scoperto un mondo molto più ampio della paranoia del mio fidanzato e che alla fine assicurarsi ha i suoi bei vantaggi. Il sito offre tra le tante proposte due nuovi pacchetti:
- Mondial Care per viaggi in tutto il mondo, ma caldamente consigliata per chi va negli Usa o In Canada (per il massimale illimitato delle spese mediche) . Oltre alla copertura delle spese mediche, si ha la possibilità di un interprete in caso di necessità e la velocità di liquidazione del sinistro è rapida ed indolore. Certo, non è a buon mercato, ma vale la pena. E a dire il vero, quel viaggetto a Boston preventivato da tanto, magari...
- Eurocity Weekend per viaggi brevi in Europa con copertura a 360 gradi e a solo € 9,90! Se per esempio l'aereo ritarda per qualsiasi motivo per più di 12 ore (non succede mai, vero????) si è rimborsati del 70%. Davvero, davvero interessante!!! 

Insomma, va a finire che proprio io, la regina dell'improvvisata e del "va tutto bene" partirò assicurata quest'anno, con massima soddisfazione del mio ansioso fidanzato.
Che poi, come diceva mia nonna "non succede nulla, finché non è successo nulla" e partire pronti a tutto è il miglior modo per passare una vacanza degna di questo nome.

Meglio premunirsi, via...




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16 maggio 2011 1 16 /05 /maggio /2011 14:14

Ho sempre pensato di esserne immune, di non provarne mai.
Tutti i vizi capitali ce li ho, tranne questo! La lussuria, la pigrizia, certamente, e un po' anche degli altri. Ma questo proprio no!
Ecco di cosa mi vantavo in pubblico.
Che brava.
Sì.

E ci credevo, non era tanto per dire.
Sì, ci credevo. Credevo di esserne immune.
Credevo che fosse una vecchiaccia gobba e brutta, che passa le giornate a strapparsi serpenti dai capelli per gettarli contro gli altri.
Che occupazione utile e divertente, sì.
Costruttiva.
Certo.
Non fa per me, dicevo.

Ed invece a trentacinque anni, in una domenica pomeriggio come tante, mi sono scoperta invidiosa.

Invidiosa.

E non mi piace.
Non regala nessuna soddisfazione.
E’ come una spina infilata tra le costole.
In più non mi fa sentire orgogliosa di me stessa, mi sento sbagliata.
Invidiosa e sbagliata, che coppia.
Perché essere invidiosa come lo sono io è la via peggiore.
Vorrei essere invidiosa di una donna particolarmente magra che campa di Nutella, o del possessore di uno yacht di 100 metri.
Ma non così.
Così è troppo sbagliato.
 
Così sbagliato da essere peggio di un vizio capitale…

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14 maggio 2011 6 14 /05 /maggio /2011 13:09

Il mio gatto è bello.
No, meglio. E’ bellissimo.
E’ una star di Facebook, il piccolo Nevruz, per quant’è bello. Così bello e dolce che innamora, fa coccole e fusa a tutti quelli che vengono in casa mia. Ovviamente, dopo i primi cinque minuti d’ordinanza in cui soffia come una vaporella.
E’ dolcissimo con i bambini, coccolone con tutti e incapace di mangiare una lucertola dopo avergli staccato la coda. Solo tortura, niente colpo di grazia, che la lucertola si sa, è ciancicosa.
Un piccolo Lord il mio gatto, sì.
Lord Nevruz.
Così Lord da non voler fare i propri bisognini in giardino. Laddove gli altri gatti devastano fioriere, balconi, strappano bulbi e trovano tesori sepolti, lui nulla. E non solo vuole solo la sua cassettina, ma la vuole solo nel posto dentro casa che dice lui. Ergo, in queste giornate di inizio primavera in cui è stato tutto il giorno fuori, il mio bellissimo gatto si è fatto venire la cistite.
Non ha nemmeno un anno, è solo un gattino imberbe, e si è fatto venire la cistite come un gatto anziano.
Non ho parole.
Come ce ne siamo accorti? Facile!
 
“Senti, ma secondo te è normale che il nostro gatto passa 20 minuti di fila nella cassettina a occhi chiusi?”
“Sarà un feticista”
“Ma, non so… starà male?”
“E’ che da quando gli hai fatto tagliare le palle è impazzito”
“Ma non è vero!”
Ti devo ricordare della pila?”
“…”
 
Colpita nel mio amore di mamma, ho chiamato il George Clooney dei veterinari che dopo avermi fatto prelevare in maniera rocambolesca le urine del piccolo Lord (se volete ve lo racconto, ma anche no), dopo una visita accurata, una lavata di capo per me hc enon ho educato giustamente il piccolino (!!!!) e 70 euro in contanti ha diagnosticato il fattaccio.
E così via di antibiotici e crocchette dietetiche puzzolenti.

Ma io mi chiedo, esiste un gatto più scemo?
Va bene, ci vuol pazienza.
Ci vuole molta pazienza.
 
Ma con me, chi ce l’ha????
 

 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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