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9 maggio 2012 3 09 /05 /maggio /2012 17:48

Impazienza-300x202.jpgIo ho un pessimo carattere.

Pessimo.

Pessimo, credetemi.

Me lo hanno detto nel corso degli anni svariate volte.

Pure i miei genitori, quindi deve essere vero. Anche se mi hanno messo al mondo (innegabilmente) loro, quindi la colpa è TUTTA loro.

 

Prendo fuoco con nulla e non sono capace di restare zitta.

Se ci resto, invocando Kalì, Hare Krishna, Santo Spiridione e tutte le altre divinità minori, divento una pentola a pressione, covo il malcontento, mi faccio venire  la gastrite… e poi sbotto.

Avete presente la marmellata fatta in casa quando non prende bene il sottovuoto e dopo un mese e più, proprio quando avevi messo a  posto la dispensa per l’inverno,  fa il botto e devasta tutto sporcando anche gli altri vasetti.

Ecco, io sono così.

Ed è per questo che finisco per esser presa per matta, perché sbotto per una cavolata, anche insignificante, dopo aver somatizzato all’infinito.

La classica goccia che fa traboccare il vaso,  insomma.

Sai la novità?

E’ che non vorrei essere così, non vorrei accumulare nervosismo e stress come una vecchia batteria, ma esternare il mio pensiero al momento giusto.

Così, come si dice al lago, la sconta ’l bono pel tristo.

Perché quando mi si spegne la lampadina che illumina isolata i miei neuroni mentre giocano a carte butto fuori tutto.  E non così in scioltezza, con l’ironia tagliente che mi fa diventare stronza anche quando c’ho ragione.

 

E poi mi pento.

Va a finire che  chiedo scusa.

Sì, anche quando ho ragione.

 

 

Sarò scema?

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7 maggio 2012 1 07 /05 /maggio /2012 18:13

thumbs_ant-photography-4.jpgChe bella la primavera.

Ah! Che bella!

I fiori, le giornate sempre più lunghe, il caldo.

Che bella la primavera, sì.

La natura si risveglia, tutto è bello, verde, luminoso.

Sì.

Si sveglia la natura, già.

E anche gli insetti, mannaggiaalloro.

Lasciamo perdere l’orrido ritrovamente di tre cuccioli di scorpione neri come la pece intenti a pascolare nel mio corridoio.

Lasciamo perdere eventuali mostruosi e tremebondi esemplari di aracnide sorpresi a costruire palazzine di ragnatele.

Ma le formiche, no.

No.

No, no, no.

Lunghe colonnine naziste che dall’esterno entrano con prosopopea in casa mia sacceggiando il saccheggiabile, senza che niente riesca a fermarle.

Avete presente?

Nello specifico le formiche che abitano il mio giardino impazziscono per le crocchette del mio gatto ed organizzano delle vere e proprie gare di sollevamento pesi alla faccia dell’inerte Nevruz, che si limita a miagolargli contro con effetti nulli.

 

Mi reco al negozio di attrezzature agricole (nocnhè spacciatore delle crocchette del mio gatto) per avere un consiglio.Il proprietario, austroungarico trapiantato in terra lacustre, corre a consigliarmi soelrte un’esca per formichezuccherina e infida: “Loro sente zukkero e porta in formikaio. Lì, tutte mangia e tutte muore!!

Oddio, che orrore!

E’ veleno. Tu non volefa veleno?

Sì, ma…una cosa meno cruenta?”

Buon veleno” e mi mette in mano la bottiglietta.

 

Ecco, io non me la sono sentita. Mi è venuta in mente Z la formiica, Arthur e il popolo dei minimei e tutta una serie di letteratura per bambini e all’improvviso mi sono sentita l’adulto cattivo.

Cattivo, sì.

Che stermina le formiche, porelle.

E non ce l’ho fatta, l’esca non ci sono riuscita a comprarla con grande disappunto dell’austroungarico.

E mi sono sentita buona, gentile, un’eroina della Disney, sorridente e canterina.

Finché non sono rientrata a casa.

A casa mia.

Invasa dalle formiche.

 

Sono tornata al negozio, accolta dal sorriso beffardo dell’austroungarico: “Sìììì?

Ehm, volevo… c’avrei bisogno… insomma, ho le formiche in casa

Eska?

NO!

Funziona, io giura!!”

No, guardi, ci credo, eh! E’ che non me la sento.”

 

Alla fine ho comprato una classica poverina “da femminucce, no risolutifa” per allontanarle, sperando che prendano questo ammonimento come serio.

In ogni caso mi pare evidente che la bontà non paga, mai.

 

A meno che non viviate in un film della Disney…

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2 maggio 2012 3 02 /05 /maggio /2012 07:45

keep-calm-carry-on.jpgOramai lo sapete, ci sono cose (piccolo cose) che hanno il potere di desiderare di avere poteri da strega per disintegrare il prossimo e la sua empietà.

Come le carote al supermercato, ad esempio. Ve le ricordate?

Ecco, un’altra cosa che non capisco del genere umano sono quegli adesivi che i neogenitori si sentono in obbligo di appiccicare sul lunotto posteriore delle autovetture.

 

Attenzione, Rebecca viaggia davanti.

Guida piano, Ignazio a bordo.

 

Ora, da un lato mi fanno pensare al magnete di Santa Rita che mio nonno teneva attaccato al portaoggetti della 126 quando avevo cinque anni e che sotto aveva scritto “Vai piano, pensa a me” e quindi mi sanno di vintage. Dall’altro, penso che chio appiccica queste cose nella propria auto deve essere o celebroleso, o rintronato dalla maternità.

Anche perché, se ne trovano le varianti più innumerevoli. Piccole, piccolissime magliettine con scritto “Ciao, sono Arturo”. Pupazzetti glitterati che invitano con la faccetta psicopatica di Winnie the Pooh alla calma “in presenza di un minore”.

Che è, invece se nell’auto davanti non ci sono bambini posso tamponarla in scioltezza?

Se i passeggeri della macchina fossero tutti over 14 potrei entrare comodamente da dietro per un caffè?

 

Che pensi, simpatico genitore di innocenti pargoli, che siccome hai procreato io non possa strombazzarti in maniera poco amicale quando ti appisoli alla rotonda? Oppure pretendi che non ti mandi a vangare l’orto con una forchetta  quando svolti senza mettere la freccia facendomi lasciare metà delle ruote sull’asfalto?

 

No, perché se il tuo intento non è quello di muovere a compassione alludendo al fatto che guidi a cazzo perchè sei provato dalla genitorialità, allora vuoi solo ostentare la tua progenie e non è detto che tu ne abbia i motivi.

In ogni caso mi stai sulle balle, sappilo.

Anche perché sei banale.

 

Io opterei verso un bell’adesivo con su scritto “Se non ti piace come guido vattene a*******o” (gli asterischi sono una mia autocensura, ci sono minori in questo post. In fondo sono una politically correct, non trovate?) oppure un più aderente alla mia realtà “ODIO I CAMPER”.

Perché li odio?

 

La prossima volta ve lo spiego…

 

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27 aprile 2012 5 27 /04 /aprile /2012 19:29

v_per_vintage.jpgCi sono giorni pesanti come macigni.

Giorni in cui è facile sentirsi soli, anche se in mezzo ad un mare di gente.

 

Giorni in cui tutto sembra perfetto, ma non lo è.  Eppure il cielo è azzurro, gli uccellini cantano e la primavera bussa forte alle porte come a volere recuperare un ritardo involontario.

Ecco, anche tu ti senti in ritardo.

In ritardo per tante cose, forse per tutto.

In quei giorni lì senti la vita che scivola via, i tuoi genitori che invecchiano, la pianta del salotto che piega la testa e si abbandona alla carenza di luce.

Vedi il mondo intorno a te, ma non ti appartiene.

Ti scivola addosso come se non potesse raggiungerti davvero, come se fosse già troppo lontano.

 

Nessuno ti capisce, nessuno vede come sei.

Ti senti come Alice prima di finire nel buco, o forse sei tu il buco in cui cade.

 

Ti senti in ritardo, sì, pressata.

Per certe cose è troppo tardi?

Vorresti una risposta, ma non c’è chi te la regala.

 

E’ primavera, anche se in ritardo.

 

E il tuo Bianconiglio? Lo insegui ancora?

 

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26 aprile 2012 4 26 /04 /aprile /2012 07:42

 

 

Mio padre mi ha sempre insegnato a ragionare con la mia testa.

Se una cosa non ti piace, mi diceva da bambina, non la fare.

Se il mondo non ti piace, aggiungeva, prova a cambiarlo.

 

Così, da un po’ di tempo, siccome vedo cose che non mi piacciono e che potrei cambiare, mi ci sto dedicando. Cose piccole, per carità, ma chi ha detto che il grande non passi proprio da queste cose?

Dopo la raccolta differenziata e la scelta di comprare il più possibile prodotti a chilometri zero, mi sono lanciata in una battaglia senza quartiere contro la regina dei bisogni indotti.

No, non contro la Nutella.

 

La mia ultima battaglia è contro l’acqua in bottiglia.

Oh, lo so. Lo so che non è una novità, blabla blabla.

Lo è per me, va bene?

Il proposito casalingo mio e dell’Amoremio per il 2012 è stato: mai più acqua in bottiglia.

Per buona misura, lui ha deciso di sua sponte di rinunciare anche alle bibite gassate (io non le bevevo già da prima) e quindi anche la Coca Cola è sparita da casa nostra.

L’annoso andirivieni delle confezioni di acqua in bottiglia è stato sostituito dall’utilizzo della brocca filtrante e dall’uso sporadico, in pratica solo per l’ufficio, della fontanella comunale (€ 0,05 ogni litroe  mezzo, sia liscia che gassata).

Sì, uso la brocca microfltrata nonostante tutte le critiche. Io, francamente, non ci credo: ho visto Voyager e credo di più nei complottasti, nei rettiliani, nel chupacabra e alla vita su Marte. Anche se l’acqua del rubinetto la potete bere anche non filtrata: è meglio di quella in bottiglia, o in ogni caso è uguale.

Non vi fate ingannare, l’acqua è acqua ed è di tutti.

Pensate davvero che l’acqua Vitasnella vi faccia dimagrire?

O che quella di Messner sia purissima e freschissima?

O che certe acque depurino di più?

Non vi fate abbindolare, voletevi bene!

 

E poi, la raccolta differenziata così si fa in un baleno!

Niente più casse d’acqua da trasportare, ché gli uomini non c’hanno mai tempo.

Senza considerare il risparmio economico e sociale.

 

Allora, vi ho convinto?

 

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23 aprile 2012 1 23 /04 /aprile /2012 13:54

6a00d8341c479753ef010534a13f0b970b-320wi.jpgCi sono cose che mi mandano ai pazzi.

Piccole cose, infinitesimali. Ma capaci di darmi quella irritazione a fior d pelle che tintinna i nervi. Un po’ come quando si sbatte proprio quel punto lì del gomito, avete presente?

Quel punto lì che vi fa arrivare la scossa direttamente al cervello.

 

Ecco, ora non prendetemi per una casalinga disperata (o di Voghera), ma una di queste piccolezze è la vendita delle carote.

Avete presente?

No, nessuna becera allusione sessuale, si parla di carote in senso stretto.

Carote.

 

Se vi serve una carota, che ne so, per una ricetta, ne dovete comprare come minimo mezzo chilo, perché nessuno in pratica le vende sfuse. Lo sapete quante sono mezzo chilo di carote? Circa una decina di carote, signori miei. Così succede che compro un sacchetto se va bene, ne uso una e le restanti nove iniziano a vegetare nel mio frigo. Tutti i giorni, all’apertura dello sportello, mi ricordo della loro permanenza lì, mi irrito e mi dico che ci dovrò pur fare qualcosa. a volte ne riesco ad utilizzare altre due, ma tutte le altre restano a vegetare lì, fino ad assumere quella classica connotazione plasticosa stile fionda.

E poi ad ammuffire.

E a finire quindi nel biologico.

Che è meglio che finire nell’indifferenziato, me ne rendo conto ma è pur sempre uno spreco.

Se va male invece le trovo solo in  vassoio da un chilo, e quindi raddoppiate il fastidio e l’irritazione.

E lo spreco.

Sì, lo so: un chilo di carote costa meno di un euro.

Sì, lo so, i problemi del mondo sono altri.

Ma non vi da fastidio il principio? Il non poter scegliete di non sprecare? L’essere schiavi della grande distribuzione che trova più economico vendere prodotti alimentari in grande quantità non curandosi né della qualità né dell’effettivo utilizzo? Perché il discorso non vale solo per le carote, ma anche per i limoni. O per il sedano. Avete mai comprato il sedano al supermercato? Lo vendono in cesti da ristorante che non entrano nemmeno nei carrellini a mano della Coop. Che poi, che ci fai con tutto quel sedano? Il pinzimonio per 546 persone?

 

basta, io frutta e verdura al supermercato non la compro più nemmeno per sbaglio.

Io rivoglio il fruttivendolo della mia infanzia, quello da cui facevi la spesa e ti regalava gli odori per il sugo.

Non troppi, quelli necessari fino alla prossima spesa.

Con calma, senza dover buttare da mangiare.

 

E’ chiedere troppo??

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21 aprile 2012 6 21 /04 /aprile /2012 10:18

AsterixVino.jpgI politici italiani non attraversano un bel periodo.

A ragione, eh, perché il messaggio che passa dalle recenti (o meno) scoperte e indagini è che ammazza mazza ò tutti de’na razza (Ndr. necessita la traduzione dall’umbro?).

 

La sinistra italiana, poi, seppure non travolta direttamente dagli scandali e dalla pioggia di milioni rubati al paese è la più ridicola di tutte.

La peggiore proprio.

Dov’è?

Com’è?

Chi è?

Vendola?  No, non so, non credo. Anzi, lo so. No. Troppo fanfalucco, troppo vecchio dentro, troppo poco moderno e  molto modernista, con un vocabolario che lo rende antipatico dopo 30 secondi.

Bersani? L’uomo in bianco e nero? Oddio, no. Nonononono. E lo dico io, che nella notte dei tempi mi son tappata il naso e ho votato Ulivo. Con Mastella. Non so se mi spiego.

Renzi?  Mah.

E poi chi c’è?

Chi? D’Alema??

No, vabbè, mi astengo.

 

Se si vuol proprio parlare di politica, l’unica soluzione plausibile è la Francia, in cui il primo turno delle elezioni presidenziali è proprio domenica.

A parte Sarkò, presidente uscente che ovviamente non molla l’osso e si ricandida, e Marine Le Pen dell’estrema destra, il favorito è François Hollande, socialista della prima ora.

E mentre Sarkozy, confidando nell’asse con la sua amica Merkel,  rivendica il merito per non aver fatto pesare la crisi in Francia (la crisi non esiste… l’avete già sentita questa??) e  continua nella sua politica contraria a immigrazione e totalmente a favore del livellamento automatico dei paesi, Hollande chiede il tagli dei tassi della Bce, prestiti ai paesi di Eurolandia che ne hanno bisogno e indica nella finanza il male dei mali  che ha causato la crisi e la recessione (e i mercati crollano).

 

Ecco, io a Hollande lo voterei.

Domani.

Subito.

Pure adesso.

Non è un uomo nuovo, non è giovane fuori, ma (forse) potrebbe essere giovane dentro. Di rottura, almeno a chiacchiere, lo è.

E anche molti fra i francesi che ho conosciuto nel mio viaggio a Parigi la pensano come me. Magari davanti a un bicchiere di vino, ma non credo sia rilevante.

Perché, fondamentalmente, la gente è stanca.

Stanca di essere in balia dello spread e di altre cose che non capisce nemmeno ad inculcargliele coll’imbuto.

E giustamente.

 

In Francia (come in Italia) la gente non ne può più di vedersi calare la scure dall’alto, di farsi dominare dai cd. poteri forti e di sentirsi dentro una puntata di Voyager.

Sarà un caso che un terzo della popolazione, stando ai sondaggi, si divida tra estrema destra e estrema sinistra?

Per i più moderati, Hollande offre una speranza.

Una speranza di rivincita della classe media, bistrattata e in via di estinzione, che reclama un valore e un peso. La rivincita di chi aspetta sviluppo e nuove politiche sociali, ma non lo attende solo in astratto.

Domenica, secondo il mio piccolo punto di osservazione, sarà un punto di svolta.

In bene?

In male?

E chi lo sa.

Se dovesse vincere Hollande, la nostra sinistra dovrebbe iniziare ad uscire dal coma, proponendo idee, prospettive e valori concreti, che escano dal centrismo cattolico e stantio in cui è piombata.

E politici nuovi,  questo è poco ma sicuro.

Cazzo.

 

In tutto ciò una icona di Francia afferma la sua preferenza per Marine Le Pen (figlia di cotanto padre) definendola una donna meravigliosa e svelando che il suo presidente ideale sarebbe Putin (perché difende gli animali, le persone chissenefrega), scopriamo anche che Asterix è di destra. Non l’avrei mai detto, anzi la sua disobbedienza contro i Romani e la loro prepotenza mi pareva prioprio di sinistra.

Orca troia, non si può mai dire.

 

E comunque sono certa che Obelix la pensa diversamente…

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19 aprile 2012 4 19 /04 /aprile /2012 19:43

 

 

Io il fantasy lo amo sin da piccola in tutte le sue più sfumate accezioni.

Dalle storie di folletti ai troll appostati sotto i ponti in attesa di tributo, alle fate con le ali luccicose passando per i draghi da cavalcare al galoppo per i cieli.

Tuttavia, un po’ per mancanza di conoscenza, un po’ perché intorno a me (erano gli anni’80) di librerie non ce ne erano, il massimo con cui s’è potuta scatenare la mia fantasia è stata “La storia infinita” di Micheal Ende, donmo della mia maestra di quarta elementare..

Che non è poco, specie considerando che si tratta dell’edizione a duie colori.

Crescendo, e anche quando grande c’ero diventata da un pezzo, il fantasy non mi ha più lasciato.

 

Da “Il Signore degli anelli” alla Saga di Shannara, passando per i libri di Licia Troisi, Neil Gaiman , Philip Pullman e le sue “Queste oscure materie”, con alterne vicende e fortune (a voi il giudizio) non mi sono fatta mancare nulla.

Nemmeno J.K. Rowling ed il suo maghetto occhialuto.

 

Finchè sono approdata a “Le cronache del ghiaccio e del fuoco” di George R.R. Martin: ed è stato amore a prima pagina.

E dire che l’avevo snobbato per molto tempo nonostante le critiche entusiaste dei miei amici (sì, ho amici più nerd di me). Ed anche quando è uscita la prima serie su Sky ho storto il naso, non volevo quasi vederla perché secondo me è una scemata.

Poi mi sono fatta convincere.

E per fortuna.

 

Perché il telefilm è bellissimo, ma più bello di tutto è l’opera omnia di Martin.

Che non è ancora finita, nonostante l’importante numero di volumi.

Tralasciando la sterile polemica con la Mondadori, rea di aver spezzettato i libri di Martin per renderli più appetibili ai lettori (o per guadagnare di più… vergogna!!), siamo oramai a quota 5 nei paesi anglofoni e 10 in Italia (ma per raggiungere gli USA mancano ancora due libri).

Voluminoso.

Parecchio.

Ma, credetemi, ne vale la pena.

 

Non si tratta di un’opera fantasy in senso stretto, ma di quello che negli anni’40 si sarebbe chiamato kolossal. Dentro c’è tutto: politica, amore, guerra, lotta per il potere, sesso, violenza. Ma anche grandi ideali, riflessioni sulla natura umana, morte.

E draghi. Sappiatelo, ci sono i draghi.

E sappiate anche che Martin non ha paura di far morire i suoi personaggi, siano eroi o malandrini, protagonisti principali o di comparse.

Non affezionatevi a nessuno.

Mai.

 

Se proprio non volete attaccare i suoi libri (che io leggo nell’edizione raccolta URANIA, come una vera nerd che si rispetti), dall’11 maggio su Sky Cinema 1 inizia la nuova stagione (libri 3 e 4) che come la prima si preannuncia devotamente fedele al suo creatore e con un immaginifico mondo tutto da visitare.

 

Io, sappiatelo, sono in fissa.

 

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18 aprile 2012 3 18 /04 /aprile /2012 19:25

imagesCAPC7E2M.jpgIo non ho mai vinto nulla.

All’onor del vero, non sono una di quelle che passa la vita a comprare Gratta&Vinci, Turistipersempre o biglietti della lotteria. Non sono mai entrata in una sala Bingo e al lotto giocavo solo i numeri e le date degli esami all’Università (quindi moltomoltomolto tempo fa).

E’ che sono certa della mia sfiga.

O forse poco certa delle mie capacità.

 

Alle Olimpiadi della matematica sono arrivata ottava, per dire. Su molti partecipanti, certo, ma sempre ottava.

E figurarsi se ero prima nella lista dei maschi che girava alle medie.

Ma figurati.

Nello sport, poi, lasciamo stare: sono sempre stata una schiappa. Avete presente quando si facevano le squadre all’ora di ginnastica e restavano sempre due o tre sfigati in fondo?

Ma tanto non ho mai voluto essere Mimì Ayuara.

 Ahem.

In altri tipi di concorsi, poi, no comment.

Una volta ho partecipato ad un concorso letterario sponsorizzato da una nota casa dolciaria: sono arrivata quarta, ho vinto tre torroni.

Vabbè.

 

Tutto questi peana sui miei fallimenti, noioso e prolisso tra l’altro, solo per notificarvi che all’Enel Blogger Award per la mia categoria sono arrivata seconda.

In mezzo a tanti, tanti altri, chiaramente.

Ma seconda.

E siccome il vincitore Luca Rosati non è che a rinunciato (e ci mancherebbe!), non ho vinto nulla.

Solo la gloria.

Lo so che per il mio blogghino è un bel risultato, penzolo in fondo alla classifica di Blogbabel e non sono così trendy da andare in tv come la Lucarelli.

Lo so che mi ha votato molta gente, che ringrazio di cuore e a cui vorrei dare un abbraccio vero e non virtuale. Gente che non mi conosce e che mi ha votato per come scrivo, e altra che invece mi conosce e l’ha fatto per l’assillo che gli ho dato.

Grazie, davvero.

Di cuore.
Millemila milioni di grazie.

 

Ma la prossima volta fate meglio, eh!

 

 

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17 aprile 2012 2 17 /04 /aprile /2012 19:26

Vintage_Lady_5_by_inspyretash_stock.jpgIn tutta sincerità, io le donne che sembrano sempre uscite dalla parrucchiera le invidio molto.

Ma le invidio nel modo in cui un bimbo di sette anni invidia l’elasticità dell’arrampicata di Spider Man.

Perché io, invece sembro sempre acciaffata. Sembro sempre uscita dalla lavatrice tutta intera, frutto di una qualche magia del Mago Pancione, con una di quegli incantamenti da due soldi che funzionano sempre a metà.

Le vedi in palestra.

Dopo la lezione e la doccia tu sembri una profuga albanese, coi capelli precisi a quelli della pazza col carrello che staziona davanti al supermercato e le guance rosse di Heidi.

Loro si danno una passatina di blush (questo misterioso, eh), una ravviatina alla criniera e et voilà… son luminose come una stella e con i capelli  di una modella di Dior.

 

Che poi, di quella bellezza naturale e senza età, che non conosce tempeste sebacee e brutte pieghe nei capelli.

Quella bellezza hollywoodiana che c’ha Angelina Jolie appena alzata,  impossibile per noi comuni mortali  che lottano contro la fiatella. Alzarsi e non essere mai sdrucite, spiegazzate o sciatte. Una piega sul vestito? Una abile passata con la mano e tutto se ne va.  Piove e finiscono sotto un acquazzone? Se non hanno l’ombrello (perché loro spesso ce l’hanno) e si bagnano come pulcini, sembrano sempre Gwyneth Paltrow.

Impossibile?

Esagero?

Enfatizzo?

Forse.

Eppure queste donne esistono.

Le vedo, le incontro, difficilmente le trovo simpatiche, ma esistono.

E anche voi sapete che ci sono (siete una di loro? Parliamone!).

 

E io le odio, sappiatelo…

 

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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