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26 luglio 2012 4 26 /07 /luglio /2012 16:49

SlicedPig.jpgIo amo gli animali.

Tutti gli animali.

Tranne i ragni, non so se vale.

I ragni sono animali?

Ah sì?

Davvero????

Beh, io loro non li amo.

Odiatemi.

 

Ma in genere gli animali li amo.

Ed è per questo che quando Green Hill è assurto agli onori delle cronache nazionali, accompagnato dal battage pubblicitario e dalle urla isteriche  ho storto un po’ il naso.

Facciamo un passo indietro: cos’è Green Hill?

Un canile? Una casa di tortura? Il luogo dove abita Saw?

No, è una società. Una società, acquisita da relativamente poco da una multinazionale la Marshall Farm,che ha come oggetto sociale l’allevamento di animali destinati alla sperimentazione scientifica. Che, concordo, non è una cosa né bella né piacevole.

 

E io l’ho sempre avversata, in modo totalitario.

 

Poi però otto anni fa ho fatto un intervento abbastanza invasivo, e una volta finito mi hanno detto: “Signorina, ringrazi la ricerca che se l’avesse fatto solo due anni fa le avrebebro tolto l’utero!”.

E rifletti, per dire.

Così sono arrivata ad una mediazione: la sperimentazione sugli animali va fatta solo se è strettamente necessaria per fini medici, se non si può far altrimenti e se è dunque l’unica alternativa per il progresso scientifico. Per questo, con la rigorosa perizia che rende insopportabile per l’Amoremio le sedute obbligatorie di spesona settimanale, scelgo solo prodotti non testati su animali e, già che ci sono, pure biodegradabili al 100%.

Visto mai.

 

Premesso tutto ciò, se non vi siete addormentati veniamo al dunque: Green Hill.

Green Hill era un posto tremendo, dove facevano cose tremende e barbare, dove gli animali soffrivano terribilmente e venivano allevati con un unico scopo: la morte. Si dice che addirittura sopprimessero cani con banali malattie, anche solo semplici dermatiti, perché non idonei alla sperimentazione.

Un lager, insomma.

Voglio precisarlo e ribadire: NON E’ BELLO.

Ma tutto questo ciarlare, questo movimento mediatico fatto di donne urlanti, della Brambilla indignata nemmeno le si fosse spezzata un’unghia, questo vociare e rimpallare da un telegiornale all’altro ci sarebbe stao, mi chiedo io, se invece di teneri e morbidi Beagle con gli occhi scuri alla Green Hill si fossero allevati cinghiali?

O maialini?

O galline?

Se si fosse trattato di animali storicamente sacrificabili al Dio Uomo o solo semplicemnte bruttini, sarebbe stato lo stesso?

Lo vorreste voi un cinghialetto per casa?

O un porcellino, come George Clooney? In fondo, aveva in casa anche la Canalis, lui s’adatta. E voi?

L’associazione che sifa nell’infanzia bello=buono non può valere sempre, e soprattutto come ho già ribadito parlando d’agnellini, non può essere la scusa per essere ipocriti.

Che poi questa è la stessa gente che non fa la raccolta differenziata e tratta male i ragazzi di colore che lavano i vetri ai semafori, me lo sento.

Gente finta, che ha bisogno di avere una causa in vetrina per scaldarsi, ma che non alzerebbe un dito alla vista di un randagio abbandonato. Dio mio, che schifo: avrà di sicuro le pulci.

 

E ancora.

Ora Green Hill è sotto sequesto.

Tutti di corsa ad adottare i beagle di Green Hill. Vuoi mettere con gli amici che vanto? Un cane titolato, battezzato alla luce dei talk show e con una storia da raccontare.

Wow.

Peccato che questi beagle non siano Snoopy, ma cani veri che presumibilmente si portano dietro un carico di ansia, stress e odio verso l’uomo.

Sì, sono animali: ma lo sapete che anche loro hanno sentimenti?

E come i dalmata acquistati sull’onda emotiva de “La carica dei 101” e innumerevoli seguiti e poi abbandonati alle porte dell’estate, anche questi beagle hanno diritto ad na casa ed a una famiglia che li accolga e li ami.

E che non li faccia finire per strada quando si accorge che non si tratta di pupazzi.

E che fanno la pipì, e spesso anche qualcosa di più grosso.

L’ho già detto che odio gli ipocriti?

 

Sarà per questo che amo gli animali…

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25 luglio 2012 3 25 /07 /luglio /2012 17:32

tumblr_loi250zqa01r01k8no1_400.jpgMa voi maschi lo immaginate lo stress della donna media all’arrivo dell’estate? Avete anche solo una microscopica idea delle pressioni a cui i media ci sottopongono?

Ce l’avete?

Io dico di no.

Non sono ancora nemmeno spuntate le primule, le rondini non han fatto in tempo a ritornare sotto i tetti aviti che la pubblicità inizia la rumba estiva. Creme rassodanti, anticellulite, la cellulite che è una malattia e da tale deve essere trattata, e la chiappa su e la pancia piatta, e blabla blablabla.

Il tutto pubblicizzato da modelle bellissime che avranno sì e no superato la pubertà.

Come potremmo noi povere comuni mortali arrivare anche solo ad assomigliare a questi monumenti di chiappe sode?

Impossibile.

E proprio per questo dal mese di marzo regrediamo allo stato adolescenziale, vivendo di carote, sedano e  acqua e molestando insistentemente i nostri compagni di vita con richieste continue del genere: “Mi vedi grassa?” oppure “Secondo te sono grassa?”, "Sono ingrassata secondo te?" o comunque recitando il mantra tipico “Sono grassa, grassa, grassa, grassa.”

Anche se poi non è vero.

Ecco, magari in carne, ma grassa no, dai.

Rotondetta, tutt’al più.

Ok, sono grassa.

Vedete?

E’ una malattia.

Sono malata.

E grassa.

Malata e grassa.

Una tragedia.

 

Ma non è questo il punto.

Il punto è che spesso, molto spesso, l’ideale irraggiungibile fatto di gnocche che in confronto Barbie è una poverella è falso, è taroccato da programmi di fotoritocco, vestiti e luci ad hoc e molta carta patinata, irrealizzabile anche per chi come attrici, modelle & co. fanno del loro fisico un’arma di marketing e lavoro.

Così da poverina che non sono altro mi sono scoperta a sghignazzare da sola al computer davanti alle immagini rubate di attrici e showgirl di vario spessore “sorprese” dai paparazzi al mare intente a rilassarsi mostrando le pudenda.  Sghignazzare, sì, perché sebbene alcune di loro reggano l’obiettivo in maniera encomiabile, alcune insospettabili cedono di schianto.

A parte la Belen di turno, a cui tutto sta su in beffa della forza di gravità (magari basta ignorarne il concetto per esserne immune? Mah!), non c’è attrice che non risenta di quella brutta malattia: la cellulite.

 

E se ce l’hanno loro che spendono migliaia di euro in creme, massaggi e quant’altro la chimica e la sperimentazione scientifica propongono, non ce la dovremmo avere noi, comuni mortali che non possiamo investire capitali nella lotta alla ritenzione idrica e che dobbiamo limitarci a bere a forza tre litri d’acqua al giorno?

Ma soprattutto, io comune mortale non dovrei prendere un po’ per il culo (è il caso di dirlo) il lato B di Scarlett Johansson? Che adoro, eh, la amo sia chiaro. Però se poteva mette un altro costume, via.

Mentre sghignazzo non tanto sommessamente, sono spuntati gli uomini di casa, incuriositi: Nevruz e l’Amoremio.

Il primo si è limitato a voler tentare di acchiappare i laccetti del costume di Michelle Hunziker, il secondo per poco non rischia un infarto davanti a Lola Ponce.

Vabbè, lo perdono.

Per questa volta, e perché lei è veramente oltre.

 

“Tu sei più bella di queste qua” m’ha detto l’Amoremio.

“Grazie, amore. Quando hai detto che hai l’appuntamento con l’oculista?”

“…”

 

A parte tutto (lo so che mi amerebbe anche se avessi la forma di una tanica di benzina), vedere queste foto è sempre consolante.

 

Siamo tutte sulla stessa barca, in fondo, no?

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19 luglio 2012 4 19 /07 /luglio /2012 16:54

1103-marissa-mayer_at-1-.jpgQualche giorno fa è balzata all’onore delle cronache l’assunzione di Marissa Meyer a CEO di Yahoo.

Perché tanto rumore?

Strano.

In fondo Yahoo non lo uso più dai tempi in cui ero maniaca di Flickr.

Perchè tanto interesse?

Non so, proprio non riesco a capirlo.

Sarà perché è donna?

Perché ha 37 anni?

Perché è bionda e le bionde in genere, si sa, sono sceme?

Perché non è un cesso e non veste come Ugly Betty?

Perché indossa delle belle scarpe e si fa la tinta ai capelli, oltre alle sopracciglia?

Perché è incinta?

O solo perchè è un ingegnere laureato a Stanford?

O perchè lascia un lavoro da vice presidente di Google? 

Per la combinazione di tutte queste cose insieme?

 

O perché in Italia se sei donna e ti presenti ad un colloquio di lavoro già sai che è probabile essere scartata a favore di un candidato maschio probabilmente di valore inferiore, ma con l’innegabile vantaggio di essere privo di utero? Perché in Italia il datore di lavoro medio alle parole “sono incinta” viene colto dai primi sintomi dell’orticaria, che si trasforma velocemente in ebola appena lo stesso inizia a realizzare il concetto di “maternità”.

Perché in Italia anche se sei intelligente come la Montalcini e preparata come uno con la sindrome di Asperger, se vai ad un colloquio incinta di otto mesi non ti prendono in considerazione nemmeno col canocchiale. Le faremo sapere.

Sì, certo.

Chi ci crede?

 

Per qualsiasi posto uno si presenti, in un colloquio serio, anche solo conoscitivo,  ad una ragazza verrà sempre chiesto: “Sei fidanzata? Pensi di sposarti? Vuoi avere figli?”

Si fa per fare quattro chiacchiere.

Certo.

Sì.

Come no.

Credici.

 

E l’Italia, tra i suoi mille problemi, penzola in fondo alla classifica dell’occupazione femminile, con dati da terzo mondo.

E anche le donne occupate, sia nel pubblico che nel privato, occupano raramente ruoli dirigenziali o di comando. E quelle che ricoprono questi ruoli o lo fanno per diritto dinastico o in tarda età e con la fama e la nomea di stronze integrali. O perché la danno via e la sanno dare via con nonchalanche.

Onore al merito, eh. Io non ci riesco, ma la bicicletta è la loro e se c’hanno stomaco ci posson far salire chi vogliono. Finchè le gomme non si sgonfiano, però. Poi son cazzi.

 

Colpa dello Stato, che supporta le famiglie e la prole come supporta tutto il resto (e quidi da schifo) costringendo molte donne a richiedere il part-time. Il part-time, certo. Una maledizione vera e propria, una droga da cui molte donne poi non tornano più indietro, piazzandosi così ai margini della vita lavorativa, diventando inutili appendici tappabuchi a cui lasciare da fare le fotocopie. E perchè no? 

Colpa della sana morale cattolica, che prevede la figura femminile come l’angelo del focolare, intenta ad accudire la prole, badare agli anziani, fare la calzetta e massaggiare i piedi del marito. E magari contribuire pure al bilancio familiare con quattro spicci, che non guarsta mai ed il marito non guadagna più mica come una volta.

Colpa anche di una mentalità tutta italiana che manda avanti la Nicole Minetti di turno e lascia al chiodo gente preparata, uomini o donne poco conta.

Conta chi chiami Puccipucci o chi è tuo cuggino.

Se sei un coglione, poi, non fa niente: troverai gente qualificata pagata da schiavo che lavora al posto tuo.

 

Ovviamente Marissa Meyer è un caso limite.

Gli USA non sono un paradiso dell’integrazione così come l’Italia non è Belzebù, e anche loro hanno i loro bei problemi. Ma di certo ci sono più Marissa Meyer negli Stati Uniti che in Italia, questo è un fatto innegabile.

E mentre qui da noi c’è già chi allude a un suo successo per meriti extra-curriculari, io mi sento in dovere di stampare la sua foto e mettermela sul comodino. Perché, in ogni senso, è una donna che ha scelto la vita: ha scelto di lavorare, di avere successo e di avere anche una famiglia. Di essere madre, senza rinunciare a nulla, costruendosi la sua carriera, studiando, faticando e, perchè no, anche sgomitando.

Non è mica peccato.

Un esempio per tutte le donne, che spesso cercano nella maternità un riscatto ingiusto dalle angherie della routine lavorativa.

Non è giusto.

Possiamo fare di meglio, possiamo fare di più.

Siamo meglio di così.

Donne, rimboccatevi le maniche.

Rimbocchiamocele, mi ci metto anch’io.

 

Siete pronte a cambiare il mondo?

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18 luglio 2012 3 18 /07 /luglio /2012 11:44

01-C-Date_image_gallery.jpgMe ne stavo lì, a leggere le mie e-mail bella tranquilla.

Leggevo il fiume di mail della mia congrega di amiche (tra noi ci chiamiamo Ochine, indovinate perché…), niente di importante solo ordinari pettegolezzi quotidiani che danno il sale alle giornate, eh.

Ma aggiornando la posta mi ha colto di sorpresa una strana mail, sfuggita probabilmente al filtro anti-spam di Gmail. Il mittente dell'e-mail risultava un inquietante Donna Sposata, mentre l'oggetto recitava: dove ci vediamo?

Non avrei dovuto aprirla, lo so.

L’Amoremio è solito mettermi in guardia su tutte le schifezze che possono arrivare via e-mail, prospettandomi scenari apocalittici e morte certa del computer per suicidio.

Ma la curiosità, si sa, uccise il gatto.

Quindi senza esitazione, ho deciso di vederne il contenuto.

E a dire il vero sarebbe stato meglio non sapere.

Si trattava, infatti, del solito inquietante sito di incontri on-line. No, mi sono sbagliata: non si tratta del solito sito di incontri è molto peggio.

Di solito i siti di incontri on-line fanno leva sulla solitudine e sulla mancanza di incontri sociali che, passata una certa età o se si hanno aspettative particolari o solo sfortuna, possono farsi sempre più difficili. No, questo sito di incontri è molto, molto, molto più squallido.

 

Si tratta infatti di un sito fatto solo ed esclusivamente a beneficio di gente sposata. Sì, avete capito bene: solo per gente sposata.

Almeno in questo lancio pubblicitario, chiaro.

Che deve rendere bene, evidentemente.

 

Forse non sono molto moderna, forse sono ingenua o la mia totale indifferenza , ma sono rimasta completamente sconvolta da questa mia scoperta casuale.

Eppure non mi sento affatto bacchettona.

Esistono quindi i siti che propongono avventure senza impegno adulto consumo di gente sposata.

Addirittura, per non farsi mancare niente, lo slogan di questo sito di incontri è: Incontri leggeri e senza domani. Avete capito, non mi sono sbagliata: incontri leggeri senza domani. Io mi sono trovata inebetita davanti alla pubblicità e soprattutto davanti ad una brochure che indicava, tramite le chiappe di una donna seducente che sventolava un paio di manette, che il sito in questione di avrebbe fatto di tutto, tranne mettervi la fede al dito.

Molto, molto, molto elegante.

Soprattutto privo di doppi sensi.

Pure il nome del sito è allusivo.

Ma mi ci è voluto un quarto d’ora per capirlo.

Sì.

Ah, ma voleva dire casual dating? Ahhhhhh!

 

Ora, io non mi ritengo moralista anzi.

Mi ritengo una persona molto aperta, libera e che lascia il mondo come sta. Non mi permetto di giudicare, niente, nessuno e nessun atteggiamento in genere. Però, francamente, questa cosa mi sembra un po' troppo.

No, non sono bacchettona, né mi illudo che il vincolo matrimoniale sani dal tradimento. Ma farci addirittura un sito ad hoc!!

E voi, voi che ridete di questa mia scoperta cosa fareste? Cosa fareste se veniste sapere che vostro marito, vostra moglie, o anche solo il vostro compagno frequenta un sito del genere? Anzi, no: solo per gente sposata, la convivenza non è riconosciuta. Siamo in Italia, no?

No, perché io dovessi scoprire una cosa del genere fare il diavolo quattro.

Anche se si può invocare (a torto) la semplice amicizia ho voglia di trasgressione, mi sembra il più abietto dei comportamenti.

Non lo pensate?

Io, se scoprissi una cosa del genere sull’Amoremio non è che lo lascerei, no.

Lo farei solo a pezzi per farlo entrare meglio nel congelatore a pozzetto del seminterrato.

 

Poi il sito in questione è un sito come un altro, sia chiaro iscrizione a pagamento per gli uomini, gratis per le donne.

Tutto in regola, solo gente pulita che cerca ammòre.

Sì, certo.

 

Attendo considerazioni…

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16 luglio 2012 1 16 /07 /luglio /2012 00:00

 

1.jpgEd eccoci alla seconda puntata di Phoebe ai barattoli

Avete perso la prima puntata? Non c'è problema, potete recuperare!


Vi capita mai di trovarvi una quantità di peperoni che non sapete utilizzare? 

D’estate capita.

Almeno, a me capito, a voi no?

Insomma, mettiamo che abbiate dei peperoni d’avanzo e proprio non ne potete più di mangiarne. Che poi non fanno venire nemmeno un bell’alitoe  se avete un appuntamento galante fate pure una figuraccia.

Quindi, basta peperoni.

Ma buttarli non si può, non trovate?

 

Per conservarli, ecco una bella ricettina della vostra cuoca dilettante di riferimento. Di seguito gli ingredienti:

4 spicchi d'aglio
5/6 acciughe o alici salate 
200 gr di tonno 
1 bicchiere di olio evo (che vuol dire extra vergine di oliva, so impazzita all’inizio per capire…)
1/2 bicchiere di aceto bianco
1/2 bicchiere di vino bianco
un mazzetto di prezzemolo sminuzzato
1 cucchiaio di sale
1 cucchiaio di zucchero

 

Avete tutto? Bene, procediamo.

In una pentola capiente mettere olio, aceto e vino, gli spicchi di aglio sbucciati, le acciughe, il prezzemolo, il sale e lo zucchero. Mettere a fuoco basso per circa 5 minuti, appena inizia a  sfrigolare buttare i peperoni a tocchetti (o falde) , chiudere la pentola con un coperchio cuocere a fuoco medio.
Lasciar cuocere per circa 30 minuti girando ogni 5 minuti, per fare in modo che si cuociano per bene tutti i peperoni, poi giusto 5 minuti prima della fine aggiungere il tonno sgocciolato, dare una bella mescolata, e richiudere.
A questo punto prendere dei barattoli di vetro sterilizzati, riempire quasi fino all'orlo con il composto. Dopo aver riempito tutti i barattoli distribuire il sughetto rimanente in maniera uguale nei barattoli, poi sigillarli con gli appositi tappi, e metterli a raffreddare capovolti per creare il sottovuoto.

E’ un preparato comodissimo d’inverno, per cene veloci e gustose.

Un ovetto fritto con accanto del misto peperoni e tonno e la cena è pronta!

Io lo dichiaro: ho dimenticato lo zucchero e me ne sono accorta solo ora, ma son venuti bene uguale.

 

Sono o no meglio di Benedetta Parodi???

 

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13 luglio 2012 5 13 /07 /luglio /2012 16:35

foto-copia-1.JPGIl gatto è una creatura meravigliosa.

Elegante, raffinata, da sempre con le sue forme aggraziate ispira artisti di tutte le fogge: scrittori, poeti, pittori, scultori. E pure gli Egizi. Anzi, no: secondo Giacobbo son stati gli alieni, e quindi i gatti hanno influenzato anche la cultura aliena.

Sì. Dicevo.

Ti aspetteresti da queste creature superiori un comportamento superiore, colto quasi.

E infatti.

Infatti, Nevruz.

 

Leggevo sul divano, quando un rumore sferragliante ha colpito il mio orecchio. All’inizio ho pensavo che fosse saltata la zanzariera, poi ho sentito il grido di dolore dell’Amoremio: “Brutta bestia inutilel!!! Guarda cosa hai fatto?? Mostro!!! Ti trasformo in un tappeto!! 

Corro in cucina e lo trovo con il MIO telefono in mano, il mio iPhone, quello nuovo. Sì, quello successivo alla mia disavventura.

Il TUO gatto l’ha fatto cadere dalla soglia della finestra e ora non si accende più!” mi informa l’Amoremio mentre il rosso felino fedifrago sceglie di defilarsi alla chetichella.

Prendo il mio povero cellulare in mano, esanime. Premo il tasto home, ma nulla. L’accensione, ma niente.

Deceduto.

Morto.

Possibile? Un saltino di un metro e mezzo e è morto? Così? Ma se il 3GS m’era volato giù dalle scale senza un graffio? Ok, non sapeva nuotare, però…

Mentre immagino di fargli la respirazione bocca a bocca (a che è servito sennò il corso di primo soccorso??), il mio più performante fidanzato si mette su Internet alla ricerca di risposte, mentre quell’opportunista rosso gli si accoccola sulle ginocchia guardandomi di traversop.

Mangiapane a tradimento…

Mi prende il telefono e preme il tasto home più l’accensione per 10 secondi… miracolo, ecco la mela che appare sullo schermo!!!!

MIRACOLO!

Funziona! Funziona!

Non so come sia possibile, né come si chiama questa procedura e se siete arrivati su queste pagine in cerca di numi siete nella cacca, vi avverto.

Ma funziona!

E soprattutto il gatto non rischia più di diventare un tappeto.

Per ora.

 

Forse è stata la buon’anima di Steve Jobs, chi può dirlo?

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6 luglio 2012 5 06 /07 /luglio /2012 11:39

imagesCAKAB7CS.jpgL’ho detto già che i politici italiani fanno schifo?

Sì? Ah, strano… non mi ricordavo.

 

Insomma, io mi sono presa una cotta per François Hollande.

C’è chi lo chiama grigio burocrate, chi lo Zapatero francese che affonderà i galletti d’Oltralpe, chi ne prevede un futuro tutto fumo e niente arrosto.

A me piace. Oh.

E’ tutto quello che la Sinistra Italia non è,  sempre supposto che esista questa entità astratta così tanto nominata e di cui mai si è accertata l’esistenza. Un po’ come i folletti, insomma. Ma io lo so che esistono, magari in qualche bosco scandinavo nascosto, sì. E per la Sinistra italiana spero sia lo stesso. Scandinavia a parte, non credo che Bersani possa resistere a quelle temperature.

Ad ogni modo, dicevo: Hollande.

Qualche giorno fa rimbalza su tutti i telegiornali e sulla carta stampata la notizia choc: entro il 2013 in Francia saranno permessi i matrimoni gay.

E pure le adozioni, pensa te!!!

 Non solo, il loro Ministro della Famiglia è stato al Gay Pride: ANATEMA!!!!

Tutta un'altra storia rispetto all'Italia, eh?

Da noi pure la cd. Sinistra ha paura dei preti.

 

E' venuto giù il mondo, tutti si sono scomodati

Si è sentito di tutto.

 

In che mondo, signora mia, in che brutto mondo viviamo!

La Francia farà una brutta fine.

Per fortuna che nel 2012 finisce il mondo!

Hollande lo fa solo per i voti!

E’ la fine della nostra società, i gay comanderanno il mondo!

 

Io, invece, sono contenta: perché due persone libere e consenzienti che si amano e che vogliono sposarsi non possono farlo?

Cioè, voglio dire, a me non importa nulla del sacro vincolo del matrimonio, sono poco propensa anche al matrimonio civile, ma se una coppia lo vuole fare perché no?

Se vuole avere le tutele previste dal matrimonio, perché no?

Dove sta la stortura?

Voglio capire, non essere polemica: perché no?

Avete paura del contagio?

O vi preoccupate delle anime dannate di questi poveretti e poverette?

Temete l’inferno in terra, l’anarchia, la guerra sociale?

O è solo perché la moda la decidono i ricchioni?

 

E non mi dite che  è per via delle adozioni, eh.

A parte il fatto che una coppia lesbica non ha problemi e non deve chiedere un permesso a voi, siete sicuri che due genitori dello stesso sesso siano il peggiore dei mali?

Lo sappiamo tutti che è solo una scusa, proprio come le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono state la scusa per non approvare i famosi PACS in Italia. Che poi sarebbe come dire che siccome devi pelare un cetriolo per mangiarlo, lo butti via tutto perchè la buccia ti fa schifo.

Ok, ho sbagliato metafora.

Ma avete capito, no?

 

Attendo considerazioni serie e motivate.

Astenersi perditempo e pretini che annunciano la mia morte sul rogo tra atroci sofferenze con la Santanchè che mi pungola con un forcone.

 

Illuminatemi…

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5 luglio 2012 4 05 /07 /luglio /2012 13:19

tempo-madre-teresa.jpgCi sono oggetti che sin dalla notte dei tempi hanno mantenuto inalterato il loro valore. Che dire delle pietre preziose, delle perle, della seta o di alcuni minerali ? Sono merce di scambio da secoli ed il loro valore è noto a tutti.

Un diamante è per sempre, in fondo, no? Lo dice anche la pubblicità!

Eppure, tralasciando la retorica e le emozioni, la merce di scambio più preziosa del ventunesimo secolo non sono i diamanti: è il tempo.

Sì, il tempo.

Chi può dire di averne a sufficienza?

O di averne addirittura d'avanzo?

Sarà il lavoro? Sarà il logorio della vita moderna?

Siete sicuri?

E che dire di mia madre, pensionata? Nell'età in cui potrebbe avere tutto il tempo per sé, è talmente presa da mille impegni da lamentarsi a voce alta: “Non ho tempo di far nulla, uff...”

Certo, tra beneficenza, balli di gruppo e marmellate, di tempo gliene resta ben poco, non trovate anche voi?

E io? Io ho tempo d'avanzo?

Ah, non certo io che corro da un posto all'altro, da un delirio al successivo senza soluzione di continuità. Certe volte mi sembra che la mia vita sia solo una grande rincorsa verso un balzo che tarda ad arrivare. Mi sento come un giocattolo a molla caricato allo spasimo, ma che nessuno attiva.

Ci sono giorni, anzi periodi dell'anno, in cui mi alzo dal letto, vado al lavoro, torno dal lavoro e vado a letto. O almeno mi sembra di fare solo questo. Ripensandoci bene, ci sono anche le faccende di casa a cui pensare: lava, stira, stendi e pulisci. Wow!

E mi dimentico di richiamare gli amici, salto i compleanni, scordo gli anniversari.

Non ho tempo, non ho tempo, manco fossi il Bianconiglio alle prese con la Regina di Cuori!

 

Non ho tempo per fare tutto quello che vorrei.

Non ho tempo per gli amici, almeno non come vorrei.

Non ho tempo per leggere, figurarsi per scrivere.

Almeno non come vorrei.

 

E avrei tante idee, perché non metterle in pratica?

 

Ah, già: non ho tempo.

Ma sarà vero? O è solo una scusa? Questo fuggi-fuggi è forse il vero male del nostro secolo?

Scegliamo noi di non avere tempo o riempiamo la nostra agenda di inutili appuntamenti per la paura del vuoto che ci circonda e che potrebbe ingoiarci in un sol boccone?

Dovrei diventare zen come il mio vicino?

 

Scusate, ho visto passare il Bianconiglio, devo andare…

 

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29 giugno 2012 5 29 /06 /giugno /2012 10:16

112008-neighbor01.jpgOramai sono diventata una stalker dei miei vicini.

Che poi mi dovrebbero ringraziare, ne ho fatto una celebrità sul web.

Certo, se solo lo sapessero.

Meglio di no, sennò magari parte una denuncia.

Che non lo sappia poi il restante vicinato.

 

No, anzi, sono gli eventi che fanno di me un soggetto a rischio, non sono io.

E’ che vado a buttare il biologico e passando davanti a casa sua mi si para innanzi una statua maori nera come la pece e alta come me. Non sareste curiosi, voi?

E tutte le sere quando torno a  casa li incontro, sì. Ma mai che facciano una cosa normale come, che ne so, portare a spasso uno dei loro tre enormi cani meticci (lo ricordate, vero? C’hanno il gatto da passeggio) o buttare la spazzatura.

No.

Loro vagano.

L’altra mattina lui, ad esempio, alle sei e mezza in punto vagava per la strada rimirando il paesaggio vestito come l’uomo del monte, col panama e tutto.

E’ che ordino due pizze a portar via dal pizzaiolo sotto casa (solo bufala, please, sennò finiamo tutti la serata all’ospedale) e li trovo lì a bere una birra con gli occhiali da sole alle otto di sera e con le ciabatte ai piedi.

Lui e la moglie.

O compagna, che ne so. E’ uguale.

Che lei, lei meriterebbe un post a parte.

Sulla cinquantina inoltrata, classica forma a barilotto, capello grigio lungo ben oltre i fianchi raccolto a coda di cavallo e magliette improbabili. Tipo che l’altra sera l’ho vista con una maglietta di High School Musical. E sempre, sempre, sempre senza reggiseno. Vi lascio immaginare. Anzi, meglio, di no.

Stamattina, invece, grosso scoop.

Mentre andavo al lavoro li ho incontrati al limitare della provinciale tutti vestiti fashion (nei limiti, ovviamente) e lui rasato a zero. RASATO. Da Mauro Corona a un hare krishna in ventiquattr’ore.

Sconvolgentre.

Aspettavano, belli in ghingheri.

chissà chi.

La loro macchina giace parcheggiata dai tempi della neve davanti casa, assicurata con un mattone sotto la ruota.

Non sareste curiosi anche voi?

 

Secondo me sono artisti.

Oppure serial killer.

 

Stasera vado a comprarmi un binocolo…

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27 giugno 2012 3 27 /06 /giugno /2012 14:30

tree-of-life.jpgIeri è nata Giulia, ve lo volevo dire.

E’ la figlia di un’amica cara e di un amico vero, li ho fatti conoscere io e ne vado fiera.

Ringraziatemi.

E infatti la potevano pure chiamare Phoebe, me lo meritavo, in fondo no? No, ma scherzo, Giulia è un nome bellissimo, pieno di storia, liquido ed argentino come una risata.

E di risate sarà piena la sua vita, io lo so.

I suoi genitori, io e tante altre eprsone che già la amano faranno sì che sia sempre così.

Lei è bellissima.

Anche la mamma è bellissima, e risplende del suo solito sorriso fiducioso, che tante volte mi ha indicato la strada giusta da seguire.

Dorme placida Giulia, tranquilla accanto alla mamma.

E non posso fare a meno di restare incantata nel vedere le sue manine perfette stirarsi per afferrare un immaginario nulla, i suoi piedi che andranno lontano.

E di piangere come una deficiente, manco fossi la puerpera con la depressione post-partum.

Mi viene da piangere, perché voglio così bene a tutti loro da non poterlo contenere tutto dentro di me.

Mi viene da piangere, perché so che è un bene ricambiato.

Perché sono bellissimi.

Perché la vita è belissima, in questi giorni qui.

 

Ciao Giulia, benvenuta.

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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