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16 ottobre 2012 2 16 /10 /ottobre /2012 09:40

magritte-rene-il-figlio-dell-uomo-1964.jpgIn palestra, grazie al meraviglioso fenomeno della Zumba, si sono riversate un'orda di ragazzine e di signore di mezza età che hanno in comune due cose: la frequentazione puramente occasionale della palestra e una infoiatura ai limiti della legalità.

Oggi ho sentito distintamente un paio di loro disquisire sulle chiappe dell'insegnante come unico motivo di frequentazione del corso. Io, detto tra di noi, la Zumba la schifo, ma son problemi miei.

Mentre mi asciugavo i capelli ho assistito alla seguente conversazione tra variegate età.

“Ma un trans, in che spogliatoio va di una palestra?”

“Perché, vanno in palestra?”

“Io mi preoccuperei più dei gay”

Delle lesbiche, vorrai dire!”

“Io non ce le vorrei nello spogliatoio, mi sentirei osservata.”

"Dai, non ci posso pensare!"

“Magari ci sono e non lo sai, ihihihihi!”

“Anche se io un amico gay per andare a fare shopping lo vorrei”

“Guarda, io sono molto aperta mentalmente, solo non tollero quelli che ostentano. Quelli mi danno fastidio. Quelli che ancheggiano, fanno la vocina. Proprio proprio no.”

“Perché, due uomini che si baciano?”

O due donne!?

Seguono gridolini di orrore e finta pudicizia.

 

Ora, io sono stata molto brava.

MOLTO.

Ma davvero molto.

Non mi sono intromessa, non le ho prese a zampate sulla cellulite anche se se lo meritavano (soprattutto quella aperta mentalmente), ma sono stata zitta.

Perché sono talmente stufa di questa gente che trovo sia inutile, una lotta coi mulini a vento.

Che cosa dovevo fare, ripetergli che se a una donna piacciono le donne non è che le piacciano tutte e soprattutto non è detto che le piaccia tu?

Che non tutti i ragazzi gay sono maniaci dello shopping e sono usciti da Sex & The City?

Che ognuno sulla propria bicicletta ci fa salire chi gli pare senza dover rendere conto agli altri?

Ma soprattutto, a te che te ne frega?

Chi diavolo sei tu per giudicare?

E poi, ma che te ne frega?

Perché se due dello stesso sesso si baciano ti dovrebbe dar fastidio o fare schifo addirittura? Certo, se invece di un bacio è una esplorazione speleologica dà fastidio pure a me, ma anche se lo fanno un uomo e una donna.

 

Non è che tu, ragazzina o signora moralizzatrice, sei solo invidiosa di una libertà che non hai?

Non avrai mica paura del contagio?

 

Attenta, sono in mezzo a noi!!!

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15 ottobre 2012 1 15 /10 /ottobre /2012 08:09

vintage-woman1.jpgAlle scuole medie non ero tra le ragazze alla moda, né tanto meno tra quelle corteggiate dai ragazzi. Ero una ragazzina timida, silenziosa e anche un po' secchiona, che conviveva col suo senso di inadeguatezza guardando le ragazza attraenti, perfette, senza brufoli e con i capelli svolazzanti al profumo di shampoo.

Proprio il contrario di come mi sentivo io.

Diciamocelo, non ero proprio una Lolita.

E meno male che ancora non si parlava di bullismo, sennò non ne uscivo viva, credete a me.

Per fortuna alle medie si sopravvive, e si cresce eh.

Per fortuna.


A volte però mi capita di avere a che fare con certe donne che, pure alla mia veneranda età, mi scaraventano di nuovo con violenza nel tunnel delle medie.

Un incubo, insomma.


Avete presente quelle donne superfighe, sempre truccate anche dopo un'ora di palestra e alle quali i capelli non si appiccicano mai alla testa, nemmeno dopo un'ora di corsa?

Quelle donne botulinizzate che non hanno mai un capello fuori posto, sempre perfettamente alla moda e con gli occhi di tutti puntati addosso.

Donne che se ne vanno in giro con una sicumera che io me la sogno, belli miei. Io che mi faccio mille paranoie, che vivo di mille insicurezze, che non mi piaccio, che va a finire che sbaglio sempre cosa indossare e risulto inadeguata.

Loro, invece, non hanno paure, non temono il ridicolo, sono avvezze all'ammirazione degli altri e la pretendono con consumata nonchalance, come attrici di cinema consumate.


Ma queste donne, che esistono ve lo assicuro, come fanno?

Nascono così o ci si diventa?

C'è una scuola? E se c'è, posso ancora iscrivermi o è troppo tardi?

Se ci si nasce, perchè la mia sequenza del DNA è sprovvista di questo gene?

 

Insomma, resterò sempre inadeguata??

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9 ottobre 2012 2 09 /10 /ottobre /2012 17:05

tumblr_m9j5xxM0k51rf6qxxo1_500.jpgCi sono giorni in cui mi sento piccina.

Impotente.

Miserrima.

Giorni in cui non riesco a spostare nemmeno di un grado il baricentro del mondo, in cui mi sento schiacciata e minuscola. Giorni in cui vorrei una mano sulla spalla, la rassicurazione che andrà tutto bene, quella che si dà ai bambini prima di andare a dormire. Me lo diceva mia madre ed io ci credevo.

Ci credo ancora?

Giorni sì, giorni no.

Oggi, ad esempio, è un giorno sì. Forse perché il sole occhieggia da dietro alle nuvole, perché il mio gatto mi si è accoccolato sopra alla pancia per darmi il buongiorno, perché l’Amoremio m’ha preparato la colazione e mi ha messo la marmellata sulle fette biscottate.

O forse solo perché è così, perché non si può stare di malumore per sempre e sempre rimuginare.

La vita fa schifo. Sì, lo so.

Devo rifare il terrazzo di casa e non c’ho una lira. Sì, lo so.

Al lavoro sono sottopagata. Sì, lo so.

Vorrei scrivere, ma non ho mai il tempo. Cani e porci scrivono libri, pure Flavio Insinna (l'ho visto in libreria, lo giuro!) e io no. Sì, lo so.

Devo incassare non so quanti soldi e chissà mai se li vedrò. Sì lo so.

Vorrei tante cose, e chissà. Sì lo so.

A gennaio faccio 37 anni e c’ho l’ansia. Sì. Lo so.

E quindi?

Non posso fare nulla di più di quello che già faccio, posso solo continuare a dare il meglio di me. Oggi, e dico oggi, visto che vedo il mondo non dico rosa, ma almeno colorato, mi sembra inutile innalzare inascoltabili peana alle divinità della sfiga e della frustrazione. Occorre essere lucidi e costrutti, le lacrime non servono a un bel niente.

Ecco, magari dovrei imparare a puntare di più i piedi, ad alzare la voce ed incazzarmi con le persone giuste. E dovrei sorridere di più. Distende i muscoli e osteggia le rughe.

Ah, le rughe.

 

Quelle sì che sono un problema…

 

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8 ottobre 2012 1 08 /10 /ottobre /2012 13:22

book-books-reading-vintage-Favim_com-140468.jpgDa una vita soffro ciclicamente di insonnia e quando mi prende devo farci i conti, trovando il modo per intrattenere il cervello senza buttarmi nei miasmi dei brutti pensieri che iniziano ad affiorarmi al cervello nell’atto di girare e rigirare nel letto.

E quale metodo migliore della lettura?

Tra l’altro mi concilia anche (leggermente, eh) il sonno.

Ed è così che ultimamente ho alzato il ritmo già elevato di lettura, scoprendo due piccole chicche che non posso esimermi dal consigliare.

 

Il primo è un libro abbastanza recente, uscito a marzo 2012 ad opera di un giovane scrittore riminese, Marco Missiroli: “Il senso dell’elefante”.

Da tanto un libro non mi colpiva così, centrando in pieno il cuore. E dire che non mi aspettavo niente, non avevo letto nessuna recensione, l’ho selezionato dal lettore ebook per la lunghezza: né troppo breve, né eccessivamente lungo. Buono per una notte insonne, insomma, e me lo sono finito davvero in due soli giorni, divorandolo e facendo mie le emozioni dei personaggi che compongono questo libro corale.

Non sto a raccontarvi la storia, la trovate comodamente recensita qui, ma vi dico solo che vale la pena.

E io non sono una che si accalora così facilmente per un libro, anzi sto sempre a fargli le pulci.

Eppure, stavolta è così.

 

Di diverso impatto emotivo il secondo, ma comunque meritevole e divertente. Sì, divertente e particolare. Si tratta del primo libro di una trilogia tutta francese, dell’autrice Katherine Pancol: “Gli occhi gialli dei coccodrilli”. Divertente, mai banale, con personaggi molto vivi ed attuali, senza stereotipi. E’ un giallo? No. E’ un romanzo romantico? Non proprio. E’ un dramma? A no!

E allora? E’ tutto mischiato, condido con la certezza dell’happy end.

Riconcilia con la vita e con gli altri, fa passare i brutti pensieri e lancia l’ottimismo alle stelle.

Ottimo, davvero ottimo contro l’insonnia.

Anche in questo caso non vi faccio spoiler né recensioni, vi lascio solo il mio apprezzamento.

Ma sto divorando il secondo, quindi merita.

 

E voi, avete consigli per me?

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5 ottobre 2012 5 05 /10 /ottobre /2012 17:35

39617671691750325_BHntderK_b.jpgIo non ho un buon carattere, un carattere facile.

Ho un carattere spigoloso, che mal tollera le ingiustizie e le opinioni contrarie.

E poi ho la lingua lunga, non riesco a stare zitta nemmeno volendo e per questo mi ficco spesso nei guai.

Non sono facile, no.

Anche leggermente attaccabrighe.

Sono quella con le spalle forti, io.

Ci penso io.

 

Ma non sono sempre stata così..

Da piccola ero la bambina più buona del mondo.

Al primo sguardo non si potevano non notare due occhi marroni giganti impressi in un piccolo viso, incorniciato da un caschetto castano. Occhi tranquilli, ma non remissivi.

L’acqua cheta, rompe i ponti diceva di me mia nonna alle amiche che invidiavano la mia attitudine al silenzio.

Giocare da sola era la cosa che amavo di più, inventare storie, fiabe, amici immaginari.

Nei miei occhi marroni passava il mondo, osservavo tutto con il distacco di un adulto. Con la innata certezza della solitudine. Non amavo in maniera particolare gli altri bambini, non volevo andare all’asilo, non mi piaceva che qualcuno entrasse nel mio mondo. Anche alle elementari spesso osservavo e  basta il film della vita che correva, incapace di avere un ruolo determinante.

Non sono un personaggio principale, mi dicevo tra me e me. Sempre inadeguata, sempre non abbastanza,sempre barricata dietro lo specchio di due occhi come laghi scuri.

Una bambina buona, magari troppo sensibile e incapace di reagire. Incapace di prendersi la sua fetta di mondo, di lottare per i suoi desideri, di difendersi da chi vuol ferirla.

 

Ora, invece, ho un pessimo carattere e zitta non riesco a stare. Nemmeno quando dovrei.

Ma mai come in questo periodo mi sto rendendo conto che è tutta una farsa, una reazione al mio senso d’inconcludenza.

Dentro sono sempre la bimba con gli occhi marroni giganteschi, occhi che guardano il mondo senza appartenergli.

Chi mi conosce bene lo sa.

 

Ma solo chi sa guardare davvero in fondo ai miei occhi…

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29 settembre 2012 6 29 /09 /settembre /2012 16:19

 

Una-gita-fantastica-copertina.jpgMi chiama mia madre in preda al panico: “Tua cugina Federica compie gli anni, cosa le regaliamo??”

 Mamma, qualcosa troveremo...”

Ma ha 13 anni, è una teenager! E lo sai come sono i ragazzini oggi! Sono terribili”

Mamma, a parte che Federica non è terribile, lo sa che quando parli inglese mi fai paura? Forse dovresti smettere di vedere i programmi della De Filippi...”

...”

..”

 

Insomma, alla fine me la sono presa io questa gatta da pelare, ma solo perché avevo già la soluzione in tasca. E tutto grazie ai libri de L'isola dei ragazzi, casa editrice napoletana attiva da oltre dieci anni nel settore ragazzi, e che pone attenzione all’attualità con uno stile chiaro e diretto. Inoltre, attraverso le tante collane, affronta i grandi temi dell’ambiente, della salute, della legalità, dell’arte e della spiritualità, favorendo il dialogo dei ragazzi col difficile (non solo per loro) mondo degli adulti.

In più, proprio in questi giorni è uscito “La gita fantastica”, secondo capitolo della serie “Naturalmente Viola” della scrittrice e blogger Claudia Traversa che lacasa editrice L’isola dei ragazzi dedica alle teenagers.

La protagonista è Viola Desideri , una tredicenne amante degli alberi (adora disegnarli) che vive questa passione con i colori accesi propri della sua età e che vive tutto, amori, amicizie, scuola e famiglia, con la tempesta di sentimenti tipica dell'adolescenza. C'ha anche una pagina Facebook, come tutte le ragazzine.

Dalla fine del primo libro, “La festa di Halloween” ritroviamo i personaggi già tanto amati dai lettori alle prese con la quotidianità, fino a quando il bel Thomas annuncia a Viola la sua partenza per un soggiorno studio di tre mesi a Madrid. Questa notizia destabilizza a tal punto la ragazza che, durante una gita scolastica in una riserva naturale, conosce Luk, una guida del parco, un ambientalista più fanatico che coscienzioso, e si lascia coinvolgere in un’avventura pericolosa.

Che dite, glieli regalo tutte e due??

 

Certo, non si tratta di grandi classici, ma in un mondo come il nostro che fa di tutto per portare i ragazzini lontano dalle meraviglie della lettura, si tratta di un buon viatico.

Riconoscendosi in Viola, Federica potrà perdersi nel suo mondo, tanto vicino al suo , e iniziare ad appassionarsi alla lettura.

Inoltre, in accordo con l'animo ambientalista di Viola e di tutto il libro (e anche il mio) la casa editrice L’isola dei ragazzi ha deciso che tutte le copie di “Naturalmente Viola” sono e saranno stampate su carta ecologica con procedimento FSC.

 

Perché un libro, anzi due? Perché non mi voglio arrendere.

Non voglio pensare che sia una causa persa, non voglio regalarle un videogioco o una trousse con cui pavoneggiarsi in classe. Anche se così mi vorrebbe più bene, eh.

Ma magari mi ringrazierà più avanti!

 

Speriamo...

 


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24 settembre 2012 1 24 /09 /settembre /2012 10:09

minetti-parah-3.jpgA volte la faccia tosta è l’unica cosa che resta.

A volte quando nell’intimo ci si rende conto di essere delle brutte persone ed troppo tardi per fare retromarcia e chiudersi in convento come Lusi, resta solo da metter fuori una bella corazza d’arroganza, temprata al fuoco dell’ignoranza. Perché è un’arma potente l’ignoranza, e tu lo sai bene.

Ne hai fatto una bandiera per coprirti

Succinta, ma sempre una bandiera

 

A volte quando ti fanno domande che non capisci, invece di sembrare scema è meglio metter su una maschera e sparare cazzate. Tanto chi se ne accorge?

A volte può essere più facile girare con coperto solo lo stretto indispensabile, piuttosto che in tailleur.

A volte la politica può essere facile e divertente.

A volte per rovinare un uomo basta dire “Sì, lo voterei”.

A volte sentirsi dire di essere un brutto esempio per tutte le donne può essere un vanto.

 

A volte quando tutti ti dicono zoccola, l’unica cosa che puoi fare è mostrare le chiappe e andartene (metaforicamente).

 

A volte tu consumatore puoi scegliere, e io scelgo di non comprare Parah.

No, nemmeno l’outlet dove costa due lire.

 

Perché a volte per far venire l’acido bastan due chiappe…

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21 settembre 2012 5 21 /09 /settembre /2012 13:02

autumn-outfits.jpgE’ arrivato il freddo.

Oddio, freddo. Diciamo fresco, ma è arrivato.

E non fate come me , non vi fate fregare dal cielo azzurro: il tempo delle maniche corte è finito, per ora.

Fidatevi.

 

E oggi è l’ultimo giorno d’estate ed anche il mio gatto se ne è accorto, manifestando tutta la sua ritrosia nell’uscire in giardino con 9 gradi. Nove.

N-O-V-E. Brrr.

Ma è un brivido piacevole, cade sulla pelle che ha ancora vivo il calore dell’estate

Arriva l’autunno e non mi dispiace. Da sempre mi sembra che il suo arrivo porti con sé il nuovo, l’inizio, una nuova pagina da scrivere.

Come quando ero piccola e ricominciava la scuola e l’emozione del primo giorno portava nuovi odori, colori e sensazioni.

La prima riga scritta con la grafia tremolante delle elementari sul quaderno nuovo, l’euforia di un inizio.

 

La natura cambia, matura, tira il fiato dal caldo dell’estate.

 

Più del Capodanno, l’autunno  con le sue foglie gialle e rosse e l’aria frizzantina mi sa di novità, di voglia di rimboccarsi le maniche e andare in contro al futuro. Voglia di fare, di cambiare, di rimboccarsi le maniche e di preparare ad un inverno che poi porterà alla primavera.

 

Oggi, stranamente, mi sento ottimista.

Nonostante la crisi, la recessione, i cattivi pensieri.

 

Magari domani mi passa.

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19 settembre 2012 3 19 /09 /settembre /2012 16:31

images.jpgNoi donne c’abbiamo sempre qualcosa da dimostrare in ambito lavorativo.

Di essere in gamba, di essere più intelligenti, di non essere solo carine.

Di essere non dico meglio, ma almeno uguale al nostro equivalente maschile, perché il comune sentire non canta questa canzone.

Perché?

Perché una donna fa figli, ha il peso di una famiglia, ha altro a cui pensare, al massimo può essere decorativa.

Molto spesso durante una selezione del personale mi capita di sentire: “Meglio un uomo che non fa figli” , anche quando il candidato donna sarebbe molto più idoneo al ruolo.

All’inizio il mio istinto mi portava a reagire di pancia chiedendo: “Ma tu una madre non ce l’hai?” al simpaticone di turno, con l’istinto di rifilargli anche un paio di ceffoni, ma poi ho iniziato a farci su una riflessione.

Da dove deriva tutto questo rancore?

Perché in Italia, ma anche nel mondo in genere, c’è ancora tutta questa discriminazione?

 

Da un lato credo che sia paura. Sì, paura. Noi donne siamo molto più, permettetemi il termine troppo di moda, multitasking. Casa, lavoro, famiglia, amici: da sempre siamo abituate a gestire tutto su più livelli, palleggiando tra le lezioni di nuoto del figlio, il lavoro e cosa fare per cena. Il tutto mentre l’uomo di casa in genere è concentrato sul lavoro e sulla partita di calcetto del venerdì, durante la quale al 99% si farà male ad una caviglia.

Questa analiticità tutta femminile e questa capacità di frazionamento si riflette poi nel lavoro, rendendoci più idonee a tutta una serie di lavori. Parlando in generale, ovviamente.

Siamo più brave in media ammettetelo, via. Era così anche a scuola, no?

 

Dall’altro lato c’è il malcostume di approfittare della tutela della maternità e star fuori più di un anno dal lavoro, con conseguente disagio per l’azienda. Senza parlare della perdita di rilevanza della puerpera all’interno dell’organizzazione aziendale. Chiaramente in molti casi si tratta di scelte obbligate: dalla carenza di possibilità, dalla latitanza dello Stato che non offre servizi adeguati, dalla necessità.

Ma a volte è solo egoismo.

Trovo l’istituto della maternità molto importante, una conquista sociale così come lo sono la malattia, l’infortunio e via dicendo. Sono conquiste sociali, non ce lo dobbiamo dimenticare.

E nemmeno abusarne, però.

 

Perché al di là di casi concreti e in buona fede, potrei farvi un elenco dettagliato degli orrori.

Perché c’è gente che si piazza in maternità anticipata con la compiacenza di medici troppo frettolosi quando nemmeno si vede la pancia.

Donne che decidono di diventare mamme 24 ore dopo aver firmato un contratto a tempo indeterminato.

Gente che sta via due anni ed al ritorno vorrebbe trovare tutto come ha lasciato, senza rendersi conto che il mondo continua a girare.

 

Questa gente, come tutti quelli che si sentono furbi, pesa sulle nostre spalle di donne.

Che abbiamo o vorremmo figli.

Che lavoriamo con passione.

Che abbiamo diritto a non essere discriminate.

 

E voi, che ne pensate?

 

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13 settembre 2012 4 13 /09 /settembre /2012 18:01

vintage_egypt_hotel_poster-re832f772ef3d452cac282329e524c3b.jpgStamattina mi son sbagliata e invece di fare colazione con “Malattie misteriose” su Real Time ho lasciato che andasse il Tg di Sky a manetta. No, non è che mi sono sbagliata a dire il vero, è che volevo sentire cosa diavolo succede tra Libia, Yemen ed Egitto e capire un po’ meglio.

Ed ho capito un po’ meglio, infatti.

Poi si è passati alla rassegna stampa dei giornali ed ho visto questa.

Ora, è giusto obiettare che se si considera Il Giornale un quotidiano, allora la Minetti è un consigliere regionale, ma c’è gente (poco dotata, ma va bèh) che lo legge quindi dovrebbe imparare a pesare le parole.

E mi sono incazzata, realizzando subito il perché io d’abitudine la mattina preferisca Malattie misteriose al TG.

   

Siccome poi son rientrata da poco dall’Egitto e ho incontrato gente di tutti i tipi, mi son sentita chiamata in causa.

La Libia no, non la conosco,  né tantomeno lo Yemen quindi taccio.  

Dicevo, cose che so dell’Egitto:

1) Gli egiziani sono razzisti, ma proprio fuori da ogni limite. Sotto la linea di Hurgada per l’egiziano DOC son tutti africani, inteso nel senso più dispregiativo del termine. Noi non siamo come loro è stata la frase che la nostra guida mi ha ripetuto di più nella giornata in cui ci ha accompagnato a spasso per  El Quseir.

2) Gli egiziani di un certo livello culturale si sentono (o vorrebbero sentirsi) europei. Sognano che l’Egitto diventi come la Turchia e c’è da capirli. Sognano un boom economico che questo contesto storico non può dargli in nessun modo, e sono un po’ stufi di essere l’ultima ruota del carro.

3) Nonostante quello che dice il mio amico Giuseppe (aka Yusuf) che ha studiato dai salesiani e parla l’italiano meglio di Borghezio (nonostante non sia mai stato in Italia), l’Egitto ha il problema degli estremisti islamici. E per quanto lui li definisca minoranze ignoranti, mi sa che tanto pochi alla fine non sono.

 

Mi piace puntualizzare che non si un popolo fatto di islamisti brutti e cattivi, come ci vogliono far credere C’è tanta gente che lavora, studia, cerca di fare il suo e migliorare la propria vita.  Come ovunque, come dietro l’angolo. C’è bisogno di mettere le etichette, di salire in cattedra e giudicare?

E poi, le analogie tra egiziani ed italiani potrebbero riempire un libro, dal grande passato che non sanno valorizzare a sufficienza, alla voglia di campare facendo il meno possibile, passando per la corruzione imperante.. Pure la pizza, al giorno d’oggi, la fanno gli egiziani.

“Solo una cosa è diversa”  ho puntualizzato Giuseppe “Noi il nostro dittatore lo abbiamo rovesciato con una rivoluzione, voi ce l’avete in Parlamento ancora”.

 

 

Ecco, in effetti... che rispondere?

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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