Solo vent'anni fa allattare al seno il proprio figlio era considerato retrogrado o, quantomeno, originale. Volete mettere la comodità del latte artificiale? Acqua calda, polverina, sembratalcomanonè, biberon e via: ad orari stabiliti, quantità stabilite, garanzia di successo certificata.
Poi lo sanno tutti: sintetico è meglio ed arricchisce le multinazionali.
Fai girare l'economia, su: sii bravo.
Oggi come oggi, per fortuna, il vento è cambiato e l'allattamento al seno è considerato giustamente il meglio che possa capitare ad un neonato. Aumenta le difese immunitarie del neonato, è naturale, gratis e sempre a disposizione. Ed in effetti è così, ma come sempre in Italia non sappiamo ragionare con la nostra testa e passiamo da una moda all'altra senza soluzione di continuità: ora il male é il latte artificiale.
Per carità, non è l'ottimo, ma non credo che sia peggiore della Girella o del Cuore di Brodo, per dire, e se c'è necessità non sarà la fine del mondo. Sbaglio?
Ora, dopo un mese di allattamento esclusivo al seno mi sento di esprimere alcune opinioni in merito:
1) Sto facendo il countdown per l'inizio dello svezzamento. Bello allattare, eh. Comodo pure. Però diciamo che non è stato amore tra di noi, ma più un rapporto di convenienza e preferisco che sia una esperienza circoscritta all'indispensabile. L'amore per mia figlia non lo esprimo allattandola, cosa che trovo necessaria, ma non particolarmente coinvolgente dal punto di vista emotivo. Ora fustigatemi pure.
2) Io non ho fatto il parto naturale, ahimè, e il latte m'è arrivato in sesta giornata. Non mi vergogno a dire che finché non n'è avuto a sufficienza attaccavo Emma al seno e poi le davo il latte artificiale se aveva ancora fame. E non mi sento una brutta persona, manco per niente.
3) Donne, se per un certo numero di motivi non avete latte oppure semplicemente non volete allattare sono solo fatti vostri. Non vi rende una madre né migliore né peggiore di quelle che allattano, l'importante è che siate serene e senza ansie. Nei limiti del possibile imposti dalla situazione, è chiaro. Non permettete che gente che non sa nulla di voi vi giudichi. Non per questo, almeno.
4) Allattare in pubblico? Perché no? È un gesto naturale e senza malizia. Non ci trovo nulla di fastidioso, né di sessualmente esplicito e se qualcuno ci vede dell'erotismo dovrebbe farsi vedere da uno specialista. Uno bravo, però.
5) Allattare è psicologicamente impegnativo, specie all'inizio. Ti ritrovi con un seno enorme, ingestibile, dolorante e che perde nei momenti più impensabili. E comunque sempre davanti a gente che non vi conosce, così per rendersi simpatico. Non puoi rigirarti nel letto, prendere in braccio tua figlia e nell'armadio non c'è nulla che puoi mettere perché tutto è troppo stretto o non è sufficientemente scollato e quindi non idoneo all'uso. E lo scoramento è aumentato dallo specchio, che rimanda una immagine che non sei tu, che sogni di poter rimettere il reggiseno col ferretto.
Poi però, passa. Dicono.
Insomma, riassumendo: allattare non è tutto rose e fiori, deve essere una scelta consapevole e serena ed è certamente la scelta migliore per un neonato. Ma siccome la solitudine e la paura sono le peggiori compagne di una neo mamma, fatevi aiutare. Dalla mamma, dalle nonne, dalle zie o della vicina di casa, da chi ritenete più opportuno. Io sono stata fortunata, perché nella mia Asl c'è un consultorio apposta per l'allattamento mantenuto con le unghie e con i denti da donne meravigliose ed accanite. Un posto in cui incontrarsi, sempre aperto a tutti e che non giudica nessuno.
E poi c'ho le mie splendide amiche, che valgono tanto oro quanto pesano.
Tutto molto bello, vero?
Ovvio. Anche gratificante, perché no.
Tuttavia, io non vedo l'ora di chiudere la latteria!