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9 marzo 2007 5 09 /03 /marzo /2007 00:52

A volte vivendo la propria realtà quotidiana, fatta di complicate relazioni sentimentali, sofferenze assortite e semplici fastidi, è facile dimenticarsi che possano esistere relatà diametralmente opposte.

No, tranquilli.

Non ho intenzione di tirar su un pippone sulla fame e le malattie nei paesi del terzo mondo cottrapposte all'abuso di scarpe a stiletto nei paesi cd. "civilizzati". Queste sono cose che oramai sono trite e ritrite, fatte apposta per intenerire sotto Natale e dimenticarsene a Capodanno. Se proprio volete dare una mano, allora aderite al progetto Pangea.

 

Ma non divaghiamo.

Io parlavo del rovescio della medaglia, del raro caso che intenerisce il cuore di ogni donna più di un cucciolo di labrador abbandonato sotto la pioggia: l'uomo che soffre per amore.

 

Raro come il quadrifoglio, non è pur tuttavia una figura mitologica. Esiste, e non solo nelle canzoni di Tiziano Ferro.

E così mi capita di imbattermi in una storia quasi speculare a quella che accade a molte donne loro malgrado: innamorarsi di una persona già impegnata e che non ha nessuna intenzione di divincolarsi dal proprio rassicurante rapporto.

Né, ovviamente, di allontanare noi.

Anzi.

 

Già, a quanto pare i campioni di tenuta-del-piede-in-due-staffe non sono solo penemuniti, ma abbiamo validi esponenti anche nel sesso femminile.

Assurdamente irreale. Ma vero, cacchio.

 

Succede quindi che la suddetta campionessa tenga in scacco un mio caro amico oramai da un tempo sufficientemente lungo da poterla definire senza remora alcuna STRONZA (abbreviando per comodità in S.).

Sì, mi rendo conto che è un po' forte, ma proseguendo nel ragionamento mi darete ragione.

S. vive nella piccola ed addormentata provincia italiana, è fidanzata da tempo immemore probabilmente con il suo primo amore delle medie e vive in apparenza una vita da perfetta figlia e fidanzata.

Ma non è tutto oro quello che luccica.

S. non è poi così soddisfatta della sua vita tranquilla come vorrebbe sembrare.

Ci deve proprio essere qualcosa che le manca, se il suo ruolo sociale di fidanzatina innamorata le va un pochino stretto. Così stretto da dover cercare un appoggio esterno al suo rapporto.

Ed ecco arrivare di gran carriera il mio amico.

Un diversivo?

Un passatempo?

O un colpo di fulmine di cui non si può fare a meno?

Destino? Noia?

Non ci è dato sapere, come sempre accade in questi frangenti.

Fattostà che inizia una "relazione" molto celebrale, ma anche occasionalmente fisica, con un mio amico di lunga data (che da qui in poi abbrevierò per ragioni di semplicità e chiarezza, con A.) che tutto si aspettava meno di venire travolto.

Un po' per i motivi legati ai misteri dell'innamoramento, un po' perché come tutti anche A. è attirato morbosamente da quello che non può avere e si strugge per questo, ballonzolando al limite della depressione.

S. ovviamente non si tira indietro, altalenando momenti di grande presenza (telefonica) e di incontri furtivi a giorni di assoluto silenzio pneumatico con maestria estrema.

Cosa dovrebbe fare A.?

Ovviamente, mandarla a quel paese, archiviarla ed andare oltre.

Banale a dirsi, come banale è ricordare che al cuore non si comanda.

E poi non è mica facile giudicare da fuori. Tutti, e per prima io, sono una frana nei rapporti interpersonali.

Pensa un po’ se posso giudicare o dare consigli.

 

Ovviamente A., ferito nell'orgoglio e piccato nei sentimenti, su consiglio degli amici che lo spingono ad uscire da questo insensato vortice, frequenta altre donne.

Giusto!

Ma con loro non riesce ad essere sè stesso al 100%, il pensiero corre a S., fa paragoni tremendi ed improponibili (come si fa a battere un amore impossibile?), non ce la fa.

Così, dopo qualche uscita o al massimo una coppia di mesi, molla il colpo.

E si ricomincia da capo.

Con sofferenza un po' di tutti.

Tutto ciò porta alla nascita di giovani arpie scaricate spesso senza spiegazione o, peggio, in nome di un rapporto irrisolto ed irrisolvibile che sfogheranno la loro frustrazione su altri uomini e così via, in una piramide a crescita esponenziale.

Nei secoli dei secoli, amen.

 

Capirete bene che, analizzando e sviscerando bene la questione, dal privato siamo arrivati direttamente al problema sociale: perché ci sono tanti trentenni arrabbiati e frustrati?

Ecco il perché.

Perché ovunque tu vada c'è sempre qualche S. o qualcuno che lei ha traumatizzato.

 

Quindi, donne, la prossima volta che venite scaricate da un uomo che vi dice "Non voglio continuare a vederti, perchè sennò poi mi innamoro e non voglio soffrire più" fate una bella cosa: oltre a prendere a randellate sulle gengive lui, andate anche ad acchiappare la sua S. e passatele sopra con un tosaerba stile "Misery".

 

Zio Stephen dà sempre ottimi consigli...

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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