24 novembre 2004
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16:20

Campano poi così male le pecore, tutte in fila davanti alla prima (che segue il cane pastore), a belare in un campo verde?
E sta così bene il lupo, sempre affamato e braccato dai cacciatori? Non è cara la libertà?
E' giusto alzare la testa davanti all'ingiustizia?
Farsi portabandiera di una rivoluzione, saltare le barricate, combattere?
Ovvio che è giusto. E' sacrosanto, è ciò che ci distingue dagli animali, è importante, è ciò che ha fatto progredire la storia e l'uomo e guarda dove siamo or... Ok, lasciamo stare.
L'idea che ho è che spesso in meritoa queste cose, è che oltrepassata la barricata, il povero eroe girandosi indietro veda il vuoto pneumatico dietro sè.
E i suoi amici di lotta?
Tutti spariti.
Tutti accomodati.
Tutti pecorelle tornate all'ovile davanti alla Tv.
Ma la coscienza morale permane, anche se ad esserne dotati siamo sempre di meno. E anche se è un concetto sempre più mobile ed elastico. Soggettivo direi.
Ora, io vengo da una famiglia con un alto senso dell'onore e della giustizia. Nipote di contadini, il mio background culturale mi impedisce di stare zitta per mera convenienza davanti alle ingiustizie anche se la cosa non riguarda me.
Diciamo che spesso e volentieri sono una cd. "cacacazzi". Non ci posso fare niente, dalla piccolezza alla cosa importante, ci devo metter becco.
Ma stavolta la cosa è seria. E grossa.
Che faccio, vuoto il sacco?
Mi espongo?
Lotto, combatto contro il capitalismo, mi immolo sull'altare del "Do the right thing" oppure mi faccio beatamente i cazzi miei anche se mi rode?
Che se mi immischio, poi non è che sto in un telefilm (No, non abito in un telefilm. Quasi...) Made in Usa in cui il buono è premiato.
Però mi girano...