15 giugno 2004
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09:48

I sogni sono una porta verso l'ignoto, verso il nostro futuro.
Oppure con l'aldilà, perché no.
In una parola, magia.
Le stelle stanno in cielo
i sogni non lo so.
So solo che son pochi
quelli che si avverano...
Per altri invece è solo il parto della nostra mente, un rivivere gli accadimenti della giornata, le speranze, le gioie, le tristezze. E non vogliono dire proprio nulla. Anzi.
Io non so chi abbia ragione, so che io sogno tanto.
E io i sogni me li ricordo. Almeno, quasi sempre.
Ho sempre sognato, fin da bambina. Venivano a trovarmi nella mia cameretta mostri orribili che sgusciavano fuori dalle tende o da sotto il letto, con lunghi artigli al posto delle dita pronti ad allungarsi su di me e facce deformi e ributtanti che mi facevano urlare nel sonno e correre a perdifiato nel lettone di mamma e papà.
Oppure sognavo che le fate dei boschi mi venivano a prendere e mi facevano diventare una di loro, con tanto di alucce svolazzanti e trasparenti, proprio come nel libro sugli elfi che mi piaceva tanto.
Da grande non ho certo perso la mia vena onirica.
Continuo a sognare, e non solo ad occhi aperti (che quello potrei pure smettere di farlo e cominciare a ragionare in modo razionale che l'età c'è...)
Il sogno più assurdo che ho fatto è stato quello in cui tutta la mia famiglia si trovava catapultata in Schindler's List. Bèh, il sogno era in bianco e nero come il film e, se ve lo state chiedendo, no, non l'avevo appena visto, ma è successo ben due anni dopo. Potere della suggestione del cinema, forse, ma non è stato per niente divertente.
E poi ci sono i sogni ricorrenti, quelli che vogliono dirti qualcosa, ma proprio non sai che.
O che ti riportano alla mente momenti dimenticati, affossati nella malinconia e nel dolore.
Certi sogni sono così vivi che sembrano la realtà.
Odori, suoni, colori, tutto perfetto.
Ti svegli al mattino e pensi che il tuo sogno sia vero, cerchi la conferma e non la trovi.
E un po' resti scombussolato, sospeso in una realtà che non esiste.
Deluso.
Appeso a pensieri che non sono veri.
Fuori tempo.
A me successo da pochissimo.
Il sogno non ve lo racconto che devo giocare i numeri al Lotto, ma posso dirvi che c'entra un abbraccio.
Bellissimo.
Forte.
Inaspettato.
E che il suo peso me lo sono sentito sul petto per tutto il giorno, opprimente e dolce.
Ma allo stesso tempo amarissimo, perché solo un sogno.
Se m'esce la cinquina e divento milionaria vi prometto casse di Prosecco.