6 giugno 2010
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22:28

Si sa, c’è la crisi.
Grossa ccccrisi, signora mia.
Questo non impedisce la vendita delle Porsche, né delle Lamborghini, ma signora mia mi creda: la crisi
c’è.
Striscia, si nasconde e poi ti morde alla caviglia.
E’ latente, e nemmeno tanto.
Stia attenta, signora mia!
E quindi gli stipendi sono bloccati.
E quindi non ti paga più nessuno, c’è chi lavora gratis, ma al supermercato invece son reazionari: gli
euro li vogliono, eccome.
E quindi ecco a voi la manovrina, cadeau del nostro Governo. Che ha negato la crisi finché ha
potuto, perché eran tutte invenzioni comuniste, come la moglie che nega le corna multiple stile cervo che il marito le ha posizionato in testa come una corona.
E quindi mica noi finiremo come la Grecia, manco per niente.
Tra emendamenti, redditometri e cianfrusaglie leghiste, un provvedimento agita l’Umbria tutta: la possibilità di
mettere a pagamento il raccordo autostradale Perugia-Bettolle.
Per chi non è mai stato in Umbria faccio una doverosa premessa: la ridente Umbria non è attraversata da
nessuna autostrada. Il motivo risiede un po’ nella scarsità della popolazione e nella sua conformazione geologica. Un po’ risiede pure nel fatto che, terra sinistrorsa in periodi democristiani,
abbiamo sempre contato come il due di coppe.
Fattostà che l’unica bretella a quattro corsie sia la Perugia- Bettolle, sessanta magici chilometri che
collegano la provincia di Perugia al resto del mondo e che è usata dagli autoctoni come una specie di tangenziale coi cerotti. Sì, perché che sia ben tenuta non si può dire, con il suo asfalto
mangiato e buche grandi come tane di tasso.
E quando piove, poi, diventa scivolosa come una saponetta sotto la doccia.
E quando piove, poi, diventa scivolosa come una saponetta sotto la doccia.
Senza considerare che alcune storiche piazzole sono, dicono, meta perfetta per gli scambi di
coppia.
Da luglio, pare, tutta la strada verrà messa a pagamento.
E io sto qui a vedere cosa succederà, visto che molti ingressi sono talmente piccoli da non poter prevedere un
casello nemmeno con tutta l’immaginazione del buon Silvio.
Provateci voi ad immaginarlo, io non ci riesco.
Come faremo noi lavoratori la mattina? Intaseremo la statale o bonificheremo direttamente alla società
autostrade quel che la crisi ci ha lasciato come stipendio?
Ed il turismo? Come lo incentiviamo, se l’unica strada decente viene messa sotto balzello?
E la provinciale, sgangherato residuo anni sessanta, saprà riassorbire il traffico che da decenni gli era stato
tolto?
E gli scambisti? Loro come si riorganizzaranno?
Io sto pensando di buttarmi sull'uso dell'asinello.
Non inquina, non va sul raccordo, costa poco e va a fieno.
Con quel che costa la benzina, signora mia...