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7 aprile 2013 7 07 /04 /aprile /2013 10:02

481940 602903009724928 3190947 nSì, è primavera.
Oddio, almeno secondo il calendario, in realtà la natura ancora sonnecchia, le gemme non spuntano e le mie piante grasse dormono ancora nella serra presa coi punti della Coop.
E anche io mi sento un po' sospesa, avvolta in una bolla di lavoro frenetico per non vedere la realtà che ci circonda in questo momento.
Che non è una bella cosa, eh.
Ma proprio per niente.

Non parlo più di politica: vi manco? Non è per partito preso o perché la Sinistra italiana ha perso le elezioni (sì, siori e siore, dica quel che vuole lo Smacchiatore di Giaguari, ma quasi vincere vuol dire perdere a casa mia), è che mi sento impotente, schiacciata, raggelata.

E' che ho smesso di vedere anche il TG, non ce la faccio più.
La faccia da Big Jim buttato nella stufa a legna di Berlusconi.
Beppe Grillo e i suoi, che a parte il Wi-fi libero non sanno quello che vogliono.
Vendola che sonnecchia.
Franceschini che vuole l'inciucio.
Bersani che è Bersani, e tanto basta.

E poi, Ruby che canta a squarciagola la sua onestà (“Sono una donna, non sono una santa”), la Corea del Nord che ci riporta col teletrasporto agli anni '80 e all'incubo nucleare, i saggi, l'India che ci bacchetta e i mercati che piangono in cinese.

Ora, per quanto io sia contraria alla decrescita felice (ma non ad un minor consumismo, è diverso), quello che vorrei è vivere in un eremo in campagna pieno di gatti, raccogliendo tarassaco e preparando marmellate biologiche.

Devo dire che subito dopo le elezioni ero arrabbiatissima. Ma in che c***o di paese viviamo? (L'avevo detto che ero alterata, no?). Ero avvelenata, cercavo rissa con chiunque la pensasse diversamente da me e ho cercato su Google “Vivere e lavorare in Australia”, tanta era la voglia di fuggire da questo paese tiranno e sterile; poi ho letto questo libro e mi son detta che era meglio di no, via. Semmai facciamo la Turchia che è pure più vicina.

In realtà la spinta dell'indignazione momentanea si è assopita quasi subito, lasciando il posto allo sconforto ed alla voglia di negazione.
Non voglio sentire nulla, ci pensasse Napolitano. Non è così che ha fatto l'altra volta? Non che sia andata benissimo, a dire il vero, ma forse poteva andare peggio.

Quel che manca a questo paese più di tutto, a parte giustizia sociale, soldi e coerenza in un ordine a vostro piacere, è la fiducia. Che fine ha fatto la fiducia? Nei mercati, come dicono i giornali, ma soprattutto nel futuro.
Avete voi fiducia nel futuro?
Io dovrei ricomprare la macchina, ma fare le rate mi mette troppo pensiero e non abbandono la Peugeot manco morta. Fiducia sotto la suola delle scarpe, insomma.

Cosa spero allora? Spero in un supereroe che ci salvi tutti, magari con una tutina un filino meno scema di quella di Superman, magari figo come Wolverine. Uno che metta le cose a posto, che non assomigli a Mario Monti ma che abbia nel cuore una sete di giustizia sociale e non di accumulo delle proprie ricchezze alle Isole Antille.
Certo, lo so: non esiste. E anche se esistesse, non sarebbe la soluzione giusta.

 

Ma sarebbe comoda, eh...

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