
Per dire.
Roma andrebbe benissimo lo stesso.
Ma se vivi in provincia, dove l'80% delle tue compagne di classe progetta già il secondo figlio ed ha spesso smessoda poco di contarsi le corna in testa, la lotta è davvero dura.
Una jungla.
Prima di tutto, vieni compatita.
Questo può avvenire più o meno velatamente, in special modo da parenti o affini, ma accade sempre ed abbozzare con stile, accennando un sorrisino e reclinando il capo invece di strozzare l'impunita vecchiaccia (sempre di questo genere di soggetti si tratta) che osa ricordarti la tua zitellaggine, è un'arte a cui si arriva con il tempo.
Io, per esempio, all'inizio dichiaravo a tutti coloro che mi chiedevano il perché non avessi un ragazzo di essere lesbica, causando
stupore, paura e qualche piccola perplessità sul significato della parola stessa. No, ho dovuto spiegare, non è una malattia. Vivo in provincia, cercate di capire.
Mia madre, alquanto indispettita, non solo non ha trovato la cosa divertente, ma ha minacciato di fare la ceretta integrale alla mia gatta se solo non l'avessi piantata
immediatamente.
Capirete bene che mi sono dovuta adeguare al sorrisino di circostanza per amore della mia creatura, mica per altro.
Ma questa non è la parte peggiore.
La VERA problematica è quella dell'interfaccia con il maschio della specie: il tremendo UOMO TRENTENNE.
Appena superata la soglia del 3 l'uomo, invece di evolversi nella versione matura della sua specie, involve in una scheggia impazzita, non comprensibile alla donna che abbia un benché minimo grado di lucidità. Ad un occhio inesperto, non c'è uno schema, una cartina di tornasole che aiuti a capire. ma posso definirmi abbastanza esperta della realtà che mi circonda per poter aiutare chi si trova a navigare a vista. In realtà, l'uomo trentenne è catalogabile in diverse categorie.
Peter Pan
E' la forma più classica e diffusa del maschio trentenne. Nel momento stesso in cui avviene l'attraversamento della soglia del 3 inizia a manifestare (se non era già avvenuto
prima, esistono anche forme precoci) il fortissimo desiderio di dimostrarsi gggiovane, manco fosse Federico Moccia. Impossibilitato ad
accettare il tempo che scorre e l'ineluttabile necessità di prendere su di sé parte delle responsabilità che la vita comporta, il trentenne - Peter Pan traccheggia.
Playstation, capello fuori luogo, battutine da seconda liceo e testa tra le nuvola.
Ah, dimenticavo: anche totale e invereconda incapacità di impegnarsi nella vita sentimentale ed aspirazione a compagne fresche di maturità.
Di esame di maturità.
Vive come se facesse ancora l'Università, barcamenandosi tra un aperitivo ed una serata in discoteca come unica ragione di vita, in una continua
sfilata di serate senza senso. Sarà per questo che ogni volta che vedo Peter Pan mi irrito? Mi viene una voglia irresistibile di prendere Campanellino ed infilargliela a forza in gola,
polvere di fata compresa. Io non so perché ai bambini la Disney continui a riproporre questo cartone animato che già ha rovinato svariate generazioni. Basta, per il bene della specie...
BASTA!
Il fashion
addicted
Impossibile non riconoscerlo, visto che senza la sua polo o il pulloverino a firma Ralph Lauren non va nemmeno a comprare il giornale.
Ammesso che sappia leggere.
Curato, curatissimo, senza però eccedere mai in una eccentricità fuori luogo. Ha sempre l'aspetto di essere fresco di doccia. Non credo nemmeno che sudi.
Preciso e vuoto come un contenitore a chiusura ermetica viene da te, ti saluta, ti chiede come stai. Fa una battuta fuori luogo che lo fa ridere sommessamente, quindi si ravvia i capelli e
davanti al tuo silenzio ti stampa un bacio sulla guancia e se ne va. Impeccabile come il principe William, elegante e semplice come un JFK d'annata. In genere queste
creature sono all'occhio femminile discretamente belle, che nella maggioranza dei casi nascondono una sorpresa al loro interno: sono tutti portatori di micropiselli. Non è una verità
genetica, ma semplicemente empirica, dovuta sia all'esperienza mia che a quella delle mie amiche.
Potremmo sbagliare.
Però.
Il single di
ritorno
Se si può provare attrazione per il fashion addicted e simpatia per il Peter Pan, la categoria che è certamente più pericolosa ed odiata tra i maschi
trentenni è quella del single di ritorno. E' reduce da una relazione millenaria iniziata tra i Lego dell'asilo, finita sempre in maniera traumatica con l'abbandono o, peggio, con le corna di lei.
Magari da un matrimonio. Il soggetto è avvelenato con le donne, millanta machismo e voglia di isolazionismo, ma non riesce lo stesso a tenere abbottonata la patta dei pantaloni. Non solo,
si lancia in aberranti digressioni sull'amore perduto e sulla sua impossibilità di aprire di nuovo il suo cuore ad un qualsiasi sentimento. E la donna che ha la sfortuna di capitare tra le se
spire non solo è ammorbata dalla sua negatività, ma vive nel terrore del paragone con “lei” e, tipicamente, viene travolta da un ritorno di fiamma. Deprimente. Ed inutile.
Il drogato da lavoro
Lavoro, lavoro, lavoro.
Di altro non sa parlare.
A cena, mentre passeggiate, mentre siete in macchina.
Sareste pronte a giurare che pure mentre fate sesso stia ancora pensando a quella pratica lì. Non esiste nessun altro interesse, problema o argomento di conversazione oltre al suo fantastico ed
importantissimo lavoro.
A cui tutto è dovuto: ritardi, sole allucinanti, fine settimana passati ad aspettare che finisca “quel lavoretto lì, che non può
aspettare lunedì”. Chiaramente, la frustrazione di venire sempre seconda rispetto al lavoro è irritante, senza considerare che il vostro guerriero quando emerge dal suo ingombrante lavoro è
stanco e finito, con le pile esaurite. E invece di portarvi a ballare o di una notte di ginnastica da camera selvaggia… sviene russando sul divano.
Ah, dimenticavo: 8 volte su 10, fa l’avvocato. Non so se mi spiego.
Il cubo di Rubik
Infine egli.
La categoria più complicata, ingarbugliata e stracciacuore tra tutte quelle dei trentenni. Lui, il complicato. Non sai mai cosa vuole, se ti vorrà vedere ancora e
soprattutto cosa diavolo pensa di te. Problematico, complesso, sempre preso dai suoi pensieri, può causare reiterati batticuore nonostante la stronzaggine conclamata. Ma voi siete certe di essere
in grado di risolvere il mistero, di far tornare le pareti del cubo dello stesso colore e di essere la sua anima gemella. Vi immaginate stesa sotto l’ombra di un susino con la testa sulle sue
ginocchia, mentre lui vi legge poesie di Brecht nella quiete del pomeriggio. Perciò insistete, pervicaci e testarde. Inutilmente. Perché questo è il classico soggetto meno complesso di quel che
sembra, che si trastullerà con voi fino all’entrata in scena del suo cubo di Rubik. Bionda. E più giovane.
Ora, vi chiederete.
Ma trentenni maschi normali?
Non ce ne sono?
Oh, certo che ce ne sono.
A bizzeffe.
Sono in mezzo a noi, ci sorridono, vivono felici.
E sono già stati accalappiati, siori e siore.
Perché, nel bene o nel male, se si arriva a trentuno anni suonati single un perché ci sarà pure.
Meditate, gente. Meditate.