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13 novembre 2006 1 13 /11 /novembre /2006 10:03

Novembre, per usare un francesismo, è proprio un mese del cazzo.

Da un giorno all’altro il tempo cambia, fa un freddo cane a cui ancora non sei abituato.

E poi c’è la nebbia.

Una nebbia così fitta che pensi di stare in Valpadana e invece sono i colli del Trasimeno.

Una nebbia così densa che ti aspetti Gary Oldman uscirne all’improvviso indossando canini di plastica performata.

Io vorrei due buone ragioni per amare l’arrivo dell’inverno.

Non cinque, non quattro, non tre: me ne basta due. Due piccolissime ragioni.

E non tiratemi fuori la storia che l’inverno è bello perché ci si può rotolare sotto il piumone per ore ed ore con l’uomo della vita al calduccio e stare davanti al camino scoppiettante mangiando schifezze e facendo pucci pucci per serate intere.

Vi ricordo che sono single.

Al massimo c’ho la mia gatta amatissima e cicciona che cerca di esautorarmi dalla coperta di pile azzurra che tengo sopra al letto, in modo da averne il pieno possesso globale ad arrotolarcisi dentro in maniera totale. Magari buttandomi giù dal letto e diventando la regina del piumone.

Piumone che è difficilissimo da lasciare la mattina, quando l’aria della camera ti gela il naso.

Quindi.

Questo tempo mi mette di cattivo umore e la nebbia rende i miei capelli ancora più spaghetti di quello che sarebbero in natura. E la cosa è di per sé quasi impossibile.

Ed il piumino mi fa sembrare l’omino della Michelin dopo le festività natalizie. Grassa. Brutta. Orribile.

Quando arriva l’estate?

 

Sento freddo.

Orribile novembre, solo l’inizio di una lunga stagione di buio e gelo. Mi domando, ma come faranno nei paesi scandinavi a tollerare sei mesi di buio inverno senza speranze? Come il tasso dei suicidi? No, perché secondo me è un clima favorisce la produzione e proliferazione di depressi e serial killer.

Sole, sole, sole.

Scaldare un pochino di più, no?

E poi lo vogliamo dire? Alle cinque e mezza è già buio. Si può? Si può??

Ma quand’arriva l’estate?

 

L’umore nero, come il cielo sopra la mia testa, l’aria spazzata dalla tramontana e la pioggia che non si sa se verrà. Ma forse no. Io, proprio io, che ho passato l’ultimo anno a cercare di non piangere, a ripetermi che le lacrime vanno usate solo per nobili ragioni, non farei altro che frignare.

Il mondo mi odia.

Mi sento sola.

Non ho talento.

Non mi sento realizzata, magari non lo sarò mai.

Me tapina.

Me poveretta.

L’incompreso in versione umbra.

 

Per fortuna basta poco.

 

Una mail di chi non ti conosce di persona, ma sa leggerti l’anima e toccarti il cuore come se abitasse accanto a te.

Un “Ti adoro” improvvisato.

Un regalo inaspettato fatto solo per veder nascere il tuo sorriso da chi ti conosce come il fondo delle sue tasche.

Un “Chiama se hai bisogno” urlato dal fondo di un corridoio da chi sai che ci sarà sempre, magari silenziosa ma presente.

 

Ed anche novembre ha le sue giornate di sole.

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