29 ottobre 2004
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Non perché non vada al cinema, tutt'altro.
Non so nemmeno io perché.
Magari è solo perché la mia malata fantasia non era stata così colpita da una storia da molto tempo.
E questa è una storia davvero originale e fresca, ben girata e recitata, nonchè ricca di spunti assolutamente interessanti di riflessione.
Cosa c'è di meglio per una che pensa troppo come me? Una rimuginatrice di idee per vocazione?
O magari solo perché la protagonista, una eccezionale Kate Winslet (sì, a quanto pare dal Titanic è scesa grazie a Dio!), nella sua follia istintiva, spensierata ed impulsiva mi assomiglia un po'. Mi somiglia anche nella chiacchiera senza fine, nel voler raccontare tutto di sé e sapere tutto, cosa che lui non approva. "Parlare non vuol dire comunicare" le dice Jim Carrey.
Mah.
Sarà come dice lui.
Ma ci credo poco...
Clem mi somiglia nel vedersi brutta, grassa e sciocca, nell'insicurezza, nel disordine perenne della sua vita.
Ecco a voi la storia. Joel e Clementine sono ormai ai ferri corti, alla dirittura d'arrivo della loro storia. C'è l'amore, ma è un amore grande quanto fragile, ci sono le paure, le sciocche fisime, i punti deboli dove le difficoltà di ogni giorno che scavano un solco fino a indebolire anche la relazione più solida. Ognuno ha cose da rimproverare all'altro, ma soprattutto si sentono ormai prigionieri di un menage che non riconoscono più, non si riconoscono né conoscono più.
Clementine, un po' pazza e impulsiva, che decide di recarsi in un centro dal nome evocativo, Lacuna Inc., azienda specializzata nella rimozione dei ricordi, per farsi cancellare la storia con Joel.
Venuto a conoscenza della cosa Joel decide di fare altrettanto, ma durante l'operazione se ne pente e tenta a tutti i costi di "salvare" il ricordo della sua amata.
Il film è costruito ad incastri e dà uno strano senso di circolarità, con lo spettatore che alla fine del film si ritrova esattamente al punto di partenza senza quasi sapere come.
Favolosi, oltre i due protagonisti, anche gli interpreti secondari (come Kirsten Dunst), ognuno dotato di personali ombre e demoni, che non si limitano ad asservire la storia, ma gli danno profondità, illuminandone particolari con la loro luce soggettiva e privata.
Non vi svelerò il finale, tuttavia vi consiglio di prestare attenzione ai capelli di Clem, che spaziano dal color Sfacelo azzurro al Mandarino senza soluzione di continuità.
Cancellare una persona ed i ricordi che vi legano a lei.
Per non soffrire più.
Per continuare a vivere.
"Una vita nuova" afferma Kirsten Dunst nel film.
Magari un giorno i progressi della scienza medica lo renderanno possibile veramente.
E allora, che fare?
E' giusto? E' sano farsi cancellare qualcuno dalla mente?
Una bella lobotomia e via tutto.
Il bello e il brutto.
Si riparte da zero, quella persona non c'è più.
FORMAT.
Cancellare il bello e anche il brutto, tutto di una storia che, magari, ci ha fatto soffrire e ora ci impedisce la serenità.
Un "Mi mancherai" sussurrato mentre il treno parte.
Una giornata di sole accecante.
Ray Gelato che suona.
Una porta sbattuta in faccia per ridere e che lascia suo segno involontario.
Una festa di una amica importante.
Ma anche
Lacrime.
Groppo allo stomaco.
Bugie.
Senso di inadeguatezza.
Insicurezza.
Quando una storia che noi riteniamo importante finisce, non sempre è facile ricominciare a credere nel prossimo, aprirsi a nuove persone, riuscire ad incrociare sguardi diversi da quelli di visi che già sappiamo amici.
Ricominciare a credere a qualcosa di diverso, di unico, di quasi sovrannaturale.
Quando i ricordi sono termini di paragone e tare emozionali di non facile superamento, è giusto chiedere ed ottenere una lobotomia parziale?
Se i ricordi non sono pagine divertenti da sfogliare in compagnia o quando si è tristi e soli, è giusto cancellarli?
O i ricordi sono tesori preziosi in ogni caso?
L'esperienza insegna sempre?
E' sempre un tesoro?
E se sì, i suoi insegnamenti sono sempre utili
Oppure qualche volta ci condizionano in negativo?
Dobbiamo aspettare pazientemente che i ricordi smettano di fare male?
Se noi stessi siamo il prodotto delle nostre esperienze, magari se cancellassimo quelle negative il mondo sarebbe un posto migliore per vivere.
O no?
Basta, mi è venuta l'emicrania.
Forse basterebbe una botta ben assestata contro la parete...