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29 agosto 2006 2 29 /08 /agosto /2006 15:58

L’estate è la stagione dei giornaletti frivoli e gossippari, letti sotto il solleone e commentati a viva voce con la sciura vicina d’ombrellone. E cosa ha combinato Vieri? E la Ventura si ripiglierà quello stragnocco di Bettarini? E Briatore? Come starà sto porco rifinito? E Costantino a spasso con la nuova fidanzata?

In genere, questi ossessivi ed inquietanti interrogativi causerebbero nella parte sana della popolazione un sonoro “machissenefrega”, ma visto che è estate (anche se non si direbbe…) e vista la pioggia battente anche nella ridente località di mare in cui mi trovavo dopo una settimana di sole greco abbacinante, la rivista femminile media sembra diventata un solido scoglio a cui aggrapparsi.

Non di solo Houellebecq si vive, in fondo.

Vegetavo nella noia, tra un oroscopo sexy e un “indovina di chi è questa chiappa tatuata”, quando la mia attenzione è stata prontamente catturata da un articolo innovativo che porta sulla cresta dell’onda un essere antropomorfo di cui da un po’ non si parlava: il trombamico.

Ah.

Novità?

No, non mi pare proprio.

Infilo gli occhiali ed il taiilleurino da professoressa di scienze delle medie ed arrivo.

 

(Musichetta di Quark a palla e giochi tridimensionali sullo schermo. Absolute 80s.)

 

Buonasera.

Siamo qui per parlare di questa interessante creatura, prodotto di scarto della nostra società dei consumi, che non si accontenta del ciclico e naturale scorrere delle cose, ma che in mezzo deve sempre infilarci qualcosa.

Ops… Scusate il doppiosenso.

Ma anche no.

La figura del trombamico, definito da chi è molto più glamour di me (Phoebe si aggiusta gli occhiali e alliscia la gonna grigia a trequarti) come “colui che si chiama per soddisfare le proprie voglie sessuali, con cui non si esce al cinema, non ti porta a cena fuori e che non sa praticamente quasi niente della tua vita non fa parte della tua cerchia d’amici. Si tromba e basta… che però detta cosi sembra un uso reciproco, invece è un amicizia di letto, una scopamicizia!”.

Analizziamo questa definizione a piccoli passi.

Pare inanzitutto che questa figura sia nata dalla necessità impellente della società moderna di proseguire scevra e snellita da ogni sentimentalismo e rottura di balle devivante dai rapporti interpersonali.

La società moderna suddetta che ci porta ad essere così chiusi ed egoisti, siccome è data per assunto l’impossibilità oggettiva di trovare l’anima gemella; ed allora perché rinunciare alla soddifazione del sesso puro e semplice?

Perché non sedersi sulla comodità di un rapporto agile e senza invasioni di privacy indesiderate?

Detto così, in effetti, non sembra male.

Niente rotture, drammi, preoccupazioni, rotture di stivali.
Il tutto a condizione di reciprocità.


Citando sempre la stessa autorevole fonte riportata dalla rivista:”Il trombamico non è quel ragazzo che presenti alle amiche, che vedi ogni giorno,lui sa poco di te e tu sai poco di lui e sopratutto vi raccontate solo cose piacevoli tra di voi perche da una scopamicizia si cerca anche e sopratutto un rifugio dallo stress quotidiano un'ora di relax solo per te”.

Lungi da me dare giudizi morali (O raccontarvi qualcosa di più sulla mia vita. Sono e resto in vesti professoresche, quindi non provateci), occorre precisare che secondo la mia autorevole opinione di scienziata questa creatura antropomorfa mitologica così vantata dai media non esiste, se non come forma embrionale di frequentante.

Pare improponibile che da entrambe le parti persistano i presupposti di una “scopamicizia” (chi ha coniato questo termine dovrebbe morire tra atroci sofferenze bruciato nell’olio bollente, reo di crimini contro la lingua italiana) per un lasso di tempo superiore alle due settimane. Per sua stessa natura, l’essere umano medio tende a socializzare quel tanto che basta per aprire una finestra sul suo mondo. E se siamo in grado di lamentarci delle piccole rotture quotidiane anche con il pensionato in fila alle poste davanti a noi, possiamo evitarlo con il soggetto con cui abbiamo appena scambiato fluidi corporei?

Mi pare improponibile (giustamente) che ciò non avvenga, almeno nel medio/lungo periodo.

Come mi appare impossibile che, da rapporto paritario, si scada poi nel coinvolgimento sentimentale anche di bassa lega per almeno una delle due parti. Da qui lo scivolamento nella frequentanza più banale.

Non può quindi esistere una storia fatta solo di sesso?

Dipende, e non fraintendetemi, dalla durata.

Se la faccenda è episodica (nonché, spesso, pseudocurativa delle frustrazioni e delle ansie lasciate da precedenti relazioni), ben venga. Ma senza coniare termini nuovi come trombamico, la vecchia cara definizione una-botta-e-via mi pare sufficiente. Può essere anche più di una volta sola. Due. O tre. Poi basta.
E’ fisiologico.


Se è reiterata per un lasso di tempo non definito, come lascia ad intendere la sopracitata scopamicizia, fuori dal paese di Utopia non credo sia possibile, anche se auspicabile specie in momenti di crisi (e specie se siete appena uscite da relazioni complesse con ingegneri depressi). Questo genere di rapporto viene infatti minato ben presto dalla gelosia, dal desiderio di possesso di una (almeno) delle due parti e, cosa ben più grave, dalla noia.

 

(Basta musichetta di Quark, grazie, sto impazzando… Ma come farà Piero Angela????)

 

Più del coinvolgimento sentimentale di una delle due parti, è proprio quest’ultima che fa saltare le fondamenta del ragionamento di base su cui si fonda il trombamico.

La noia, proprio come la cantava Leopardi.

Alla fine della fiera non rimane nulla. Nulla, se non una certa aridità.

Pure il sesso diventa un appuntamento obbligato e perde del sapore trasgressivo e travolgente iniziale.

Insomma, non solo l’idea del trombamico non è reale, ma solo mass-mediatica.
Ma è anche triste.

Parecchio.
In casi di emergenza, allora, è meglio sempre e comunque affidarsi alla meccanica.

 

Almeno poi non fuma…

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