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23 maggio 2005 1 23 /05 /maggio /2005 22:14

Come saremo tra dieci anni?”

Eravamo belle stese in spiaggia, al sole, a guardare qualche bel bicipite ed un paio di addominali a tartaruga fare bella mostra di sé parcheggiati sul fisico di uno niente male, quando la Vale se ne esce fuori con questa frase ad effetto.

 “Come saremo tra dieci anni?”

Ecco, questo è uno dei pensieri che sa terrorizzarmi, atterrirmi e lasciarmi senza parole. E chi mi conosce, sa che non è una cosa facile.

Zittirmi, intendo.

Sono rimasta un po’ spiazzata lì per lì, fissa a spalmarmi la mia cremina protezione 4 al cocco sulle gambe.

E mi sono ricordata che, a dire il vero, una domanda simile me l’ero già fatta dieci lunghi anni fa. Come sarebbe stata la mia vita di ventinovenne?
Come me la immaginavo da teenager?

Ero al primo anno di Università.
Il futuro non era un mio problema.
Cacchio, c’era ancora un mucchio di tempo! Ero piena di speranze, di ideali. Tutto era bianco o nero, niente sfumature, tutti contorni netti.
Andavo a  ballare, mi mettevo i pantaloni stampati lucertola, non vedevo oltre l’esame di procedura civile e pensavo che il mondo fosse mio.
Ah, dimenticavo.
Disprezzavo enormemente le “tardone” quasi trentenni che giravano intorno ai miei amici, non consce della propria età e che volevano fare le ragazzine come se il tempo non contasse.

A 29 anni, pensavo, sarei stata diversa, io.

Magari fidanzata col principe azzurro, oppure sposata.

Magari con un figlio.

La vita perfetta.

Realizzata un po' in tutto, anche nei sogni.

Magari, fuori da questo buco asfissiante, polveroso, provinciale,noioso e senza stimoli che è Perugia. Via, in una grande città.

Perché no? In fondo, dieci anni sono così tanti, si possono fare un sacco di cose in dieci lunghi anni.

E invece, eccomi qui.

Niente di tutto quello che immaginavo s’è realizzato.

Sono diventata una donna (er… ehm.. . facciamo una ragazza, và!) con un lavoro, una famiglia, tanti amici e qualche sogno nel cassetto, difficile da aprire in verità.

Sono ancora qui, in questo buco di città che offre parecchio ai turisti ma poco agli abitanti assonnati e riottosi.

Non ho spaccato il mondo, non l’ho cambiato e nemmeno rivoltato come un calzino.

Vivo ancora coi miei, perché non voglio lasciare mia nonna che sta male. So che le darei un dolore andandomene, non capirebbe il mio desiderio di indipendenza che, nella sua mente ricca di saggezza contadina, s’acquista solo col matrimonio, dica quel che vuole la Maria De Filippi.

Insomma, tutto diverso.


E tra dieci anni?

Ho un po’ paura a chiedermelo, a mettere su carta le mie aspettative.

Cosa voglio? Cosa mi aspetto?

Niente è lasciato al caso, siamo noi che decidiamo, bla bla, bla bla. Ma è proprio vero?

Oppure noi non abbiamo possibilità di scegliere ed è già tutto scritto?

Il tempo vola, non è lento come la sabbia in una clessidra. Va molto più veloce di quello che ci si immagina.

Un battito di ciglia e PUF! Gli anni sono diventati trentanove e sei uscita fuori target anche per Cosmopolitan senza nemmeno accorgertene.


“Tra dieci anni come saremo?”

Spero che gli amici di oggi siano ancora tutti nella mia vita, che qualche piccolo desiderio si sia realizzato. Spero di non essere solo ed avere vicino il principe celestino che mi possa rendere felice. E che io possa fare altrettanto.

Vedremo.

Speriamo.

 
Que sera, sera
Whatever will be, will be
The future's not ours to see
Que sera, sera

Cantava Doris Day. Il futuro non lo possiamo vedere, non possiamo sapere chi, come e quando busserà alla nostra porta.
Posso solo star attenta al campanello e vedere che succede.

Intanto, a furia di riflettere sotto il sole, mi sono pure abbronzata..

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Tutto quello che c'è nella mia testa...vita, amore, arte, libri, immaginazione, musica. Il tutto naturalmente immerso nella confusione più totale. Poco? Qualche volta, pure troppo!!!

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