
Il nostro è un paese strano, pieno di contraddizioni e di nonsense. Complicato, contorto. Facile ai
sentimentalismi, così come facile alle dimenticanze improvvise. Un paese dotato di una morale distorta, che vede ancora nel diverso in ogni sua forma un alieno da additare, e poi non
nota la volgarità dei trenini scosciati e luccicosi a Buona Domenica.
Un paese ipocrita, senza coscienza nazionale, direte voi. Ma no, che dite!!!
Assolutamente no!
Ma che cosa dici?
Non la vedi la TV???
Basta vedere come tutto il paese unito, si stringe stretto, sofferente, commosso fino alle lacrime ed
a capo chino quando qualcuno dei suoi valorosi soldati muore in qualche parte remota del mondo, assurta alle prime pagine dei giornali perché lì, e solo lì, non impera Signora
Democrazia.
Senza stare a scomodare il Kuwait e il bellissimo exploit fatto dagli otto sparuti caccia della prima
Guerra del Golfo, catturati e sbeffeggiati, di cui rimane nella memoria televisiva solo la faccia contrita del Capitano Cocciolone, la commozione degli italiani ha avuto nel corso degli anni
molte occasioni di esprimersi in ondate di sdegno e orgoglio nazionale di puro plexiglass, saltando in piedi quando parte l’attacco dell’inno di Mameli.
Come dimenticare l’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003? Un camion cisterna pieno di esplosivo scoppia davanti la base militare italiana, provocando l'esplosione del deposito munizioni della base e la morte di 28 persone tra militari e civili. In fondo, l’Italia è lì per una operazione di un operazione di peacekeeping, è in Iraq per garantire la sicurezza, ripristinare i servizi e le infrastrutture, addestrare la nuova polizia irachena. E ce ne sono così grati che dopo tre anni (ma non doveva durare poco?), il 27 aprile 2006, ci concedono il bis, facendo saltare per ariano dei nostri carri armati con dentro 5 militari, dei quali 4 moriranno per le ustioni riportate.
Venerdì 5 maggio 2006: due autoblindo vengono investite da un’esplosione a Kabul. Guerra dimenticata,
ma viva. Muoiono 2 alpini, quattro sono i feriti. Ve la ricordavate la guerra che imperversa ancora in Afghanistan?
E giù, tutto il paese che guarda la Tv, che aspetta le bare scendere dall’aereo.
Mi viene da pensare, come sempre quando succedono queste cose, che almeno la casalinga mentre stira sa cosa guardare e la giornata le scorre via con meno difficoltà e più cose di cui parlare con
la vicina. “Non è più mondo, signora mia!!” Troppo cinica? Forse.
Sarà che io della guerra come soluzione sono certa come della verità sull’Area 51.
Sarà che nei portatori di pace ho sempre avuto paura, ché un popolo la libertà, la democrazia la deve volere, cercare, desiderare. Noi, in fondo, al nostro modello di democrazia imperfetto ci
siamo arrivati dopo secoli e secoli. Possiamo esportarlo così com’è anche a chi proviene da esperienze ed ha radici culturali così diverse da noi? L’autodeterminazione dei popoli non è possibile?
E questa invasione, non porta solo ad un acutizzarsi dei conflitti per paura di una invasione sia fisica che culturale? Perché Hamas stravince tra i palestinesi e l’Iran ha un presidente,
Mahmoud Ahmadinejad, più pazzo del Cavaliere in persona? Solo follia distruttiva?
Sarà, soprattutto, che in questi ragazzi, partiti al mondo come soldati e non ancora tornati, mi sembrano tutto meno che eroi. Mi sembrano il parto di una società che offre loro poco
altro oltre ad una divisa e l’obbligo di sporcarsi le mani per faccende non loro. Per 2000 euro il mese o poco più, ma la vita di meglio non offre in certi posti.
Proprio come in certe zone degli Usa, in cui abili reclutatori lasciano dietro di loro scie di inquietanti fiocchi gialli, che non avranno un futuro di gloria. O magari sì.
Patrioti, sacrificati per un bene superiore.
Già, sacrificati al Dio petrolio, al Dio della ricchezza. Non certo partigiani, non certo in lotta per la libertà o per un mondo migliore.
Sono eroi, martiri della pace?
O ragazzi, uomini, padri, mariti come tanti?
Poveri disgraziati, per di più.
La “vocazione” è sempre più una rarità.
Ed io invidio la Spagna di oggi. La Spagna di Zapatero, che ha tolto le sue truppe dall'Iraq senza temere le conseguenze. Che poi, detto tra noi, se lottiamo per il petrolio, che almeno il prezzo
della benzina scenda, capperi!
L’extracomunitario che, lavorando come manovale in nero per mantenere la sua famiglia in un paese che non lo vuole, cade dall’impalcatura non messa in sicurezza è meno eroe?
Il carabiniere freddato mentre compie il suo dovere, è meno eroe?
Il giudice che tutti i giorni lotta contro un potere che non potrà vincere, è forse meno eroe?
Una madre che mette al mondo un figlio oggi, merita forse di meno il titolo di eroina?
Certo, non è che possiamo far finta che tutto quello che accade fuori dal nostro orticello, ma perché certi paesi meritano la democrazia più di altri? Perché il mondo è pieno di guerre
dimenticate?
Angola, Burundi, Ciad, Costa d'Avorio, Etiopia, Ciad, Nigeria, Congo, Somalia, Sudan, Uganda, Algeria, Saharawi, Colombia, Perù, Kurdistan, Birmania, Filippine, Kashmir, Indonesia, Nepal, Sri Lanka, Cecenia, Inguscezia e Daghestan, Georgia, Waziristan e chi più ne ha più ne metta.
Tutti in piedi, applaudite. Ecco l’inno.