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18 novembre 2016 5 18 /11 /novembre /2016 14:00

Quel che è successo negli ultimi mesi nel Centro Italia non vale nemmeno la pena di raccontarlo. La serie di terremoti che si è abbattuta è stata così catastrofica, destabilizzante e ribattuta dai media da non meritare nemmeno menzione ulteriore.

La terra ha ballato e continua a ballare a due passi da casa, e anche se qui da noi sulle rive del Trasimeno s'è mosso il lampadario e poco più la paura resta tanta tra la gente.
E non è che la stupidaggine di chi non lo vive aiuti: vogliamo parlare del Campionato Nazionale di ginnastica ritmica spostato da Perugia a Forlì per il terremoto?
Perugia non è una città terremotata.
Chiaro? 

Lo so che io, con la mia razionalità anche esasperata, sto antipatica.
Perchè io non ho paura.
Non me ne vanto, affatto, ma chi si terrorizza e dorme in macchina fuori dalle zone veramente terremotate mi fa molto ridere. Ma molto, eh. E lo so che non si dovrebbe ridere delle paure e delle ansie altrui, ma cazzo. Sì, cazzo, ma dico: le avete viste le immagini in televisione?
Sì, la terra a tremato anche a casa vostra, come si dice a Perugia ha dato un sdringolata ai lampadari del salotto, ma basta. A casa vostra non è successo nulla. Pure io mi sono agitata, però poi basta.
Sì, certo, può succedere. 
Ma anche ieri avrebe potuto.
O tra due mesi.
O tra un anno.
Senza considerare poi il meteorite che potrebbe colpire la Terra. Mica farete affidamento su Bruce Willis, vero? L'avete visto, sì, come s'è ridotto nelle pubblicità della Vodafone?

E ancora.
Hanno sfollato la gente da Norcia e dai paesini montani limitrofi. Duecentoventi o poco più sono nel mio comune, alloggiati negli alberghi ormai vuoti per il fine stagione. 
Son tutti vecchiarelli, più o meno, ma ci sono anche tante famiglie ed un bambino di due mesi. E' gente che ha perso la casa o che comunque non sa bene cosa è successo. O potrebbe succedere. Il mio impagabile Comune (e lo dico senza ironia) ha predisposto tutto al meglio, comprese le scuole epr i bambini con relativo autobus che li passa a prendere nelle strutture in cui sono allocati. 
La gente del mio paesello, ancora sconvolta emotivametnte dal terremoto, si è fatta in quattro per dare una mano agli sfollati in ogni modo, come nelle più belle utopie.
Bello, vero? No, non così tanto. Perché, per esempio, gli sfollati non è che siano superfelici delle attenzioni loro rivolte, visto che hanno avuto un periodo di cacca e magari (dico magari) vorrebbero solo tornare a casa. Gente magari semplice, non abituata a dover prendere la carità, che si imbarazza e diventa burbera.
Molti hanno perso tutto, altri molto ed in ogni caso hanno vissuto un grosso trauma. E di fronte al no inizia a serpeggiare il malumore. Sempre a mezzabocca, perché non si può dire.

E poi.
Mi viene da pensare che questa sconvolgente affezione sia dovuta al trauma condiviso, seppur in lieve forma non paraganabile (torno a dirlo: NO ALLARMISMO). Se al mio paese fossero giunte 200  persone profughe in fuga dalla guerra sarebbe stato lo stesso?
Ci sarebbe stata questa corsa all'accoglienza?
Ci sarebe stata questa brama di farsi un po' più in là per fare posto a chi ha perso tutto?
E' una questione di pelle o più semplicemente di emozioni condivise?
Il terremoto, in fondo, è qui. Le bombe, invece, solo in televisione e lontane chilometri e chilometri. 

Poi vedo la faccia di merda di Salvini in visita agli sfollati a trecento metri da casa mia e mi rispondo da sola.

Ecco, riassumendo a me la tremarella per il futuro non la fa venire il terremoto, ma la gente. La gente sì che mi fa davvero paura; quella che sembra comune, buona, pacifica, ma che poi si fa fotografare mentre stringe la mano di Salvini perché prima gli italiani, prima quelli come noi.
Ma prima di che? Prima di chi? 
Ma poi, che senso ha?

Forse le bombe (quelle vere) ce le meritiamo davvero. 

 


 

 


 

 

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