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29 luglio 2015 3 29 /07 /luglio /2015 09:00

Molti mi chiedono perché me la prenda così tanto contro chi non veda la naturalezza delle unioni tra persone dello stesso sesso. In fondo la loro legalizzazione in Italia non riguarda qualche mio parente stretto o un amico caro.

A parte il fatto che per perseguire una ingiustizia non dovrebbe essere necessario averne titolo, quello che più mi lede il sistema nervoso è il pregiudizio ed il cinguettio sociale che lo precede e contraddistingue.

In seconda battuta, la mia incazzatura deriva dall'ignoranza che dilaga in questo paese ed alla sua ipocrisia. Oggi anche il peggior cristiano della penisola si erge a paladino della morale, rivendicando l'univocità della parola famiglia come se ne fosse l'unico fiero detentore. 

E non posso fra a meno di pensare che, in questo paese che dimentica e che copre le storture con un colpo di spugna e servendo in tavola una bella ciotola di spaghetti, i nonni o i bisnonni di quelli che ora predicano contro le famiglie diverse erano quelli che negli anni '40 e '50 ce l'avrevano con il tipo di famiglia che oggi è il mio. Sono quelli che mi avrebbero chiamato donnaccia per strada, puttana sottovoce e rovinafamiglie al bar prendendo il caffè con gli amici prima della partita di briscola.

Prima l'unica famiglia accettata era quela generata dal matrimonio cattolico, unico ed indissolubile, ed i figli nati fuori da questo inscindibile vincolo erano reietti, figli di NN  o comunque di serie B. Se poi lui o lei avevano alle spalle un matrimonio... anatema!!!!! Divorziare? Roba da andare all'inferno per direttissima, macchia incancellabile, diffida sociale! Dove mai andremo a finire?? E' la morte della famiglia!!! 
Vi suona familiare?

Poi, dopo lotte e lunghi periodi in cui i più facoltosi sganciavano denaro alla Sacra Rota per eliminare il vincolo o facevano legittimare da giudici progressisti sentenze di divorzio ottenute in altri paese, nel 1970 anche l'Italia ha avuto la sua legge sul divorzio.

Prima piano piano, poi sempre più velocemente, è diventato un fatto normale. Grazie alla legge, ad un referendum, ma anche alle telenovelas brasiliane. Tutto normale, quasi banale.

Ed eccomi qui, nel 2015. Compagna di un uomo divorziato, madre e matrigna tutt'altro che odiata. Eppure non mi hanno ancora lapidata, anzi. Anche se solo cinquant'anni fa sarei stata additata per la strada come un male della società, come Rita Pavone o la Dama Bianca. Esempi glamour, c'è poco da dire.

Eppure quello della matrigna cattiva era un mito difficile da scardinare, proveniente dalle favole, dall'inconscio nascosto di ogni babino che vive dentro di noi. Matrigne cattive, che vogliono il cuore delle figliastre per metterlo in una scatola o che abbandonano i poveri pargoli nel bosco per farli mangiare dai lupi. 
Brutte persone, insomma, ma sempre vestite bene. E' un must.
Esiste una donna più fashion di Grimilde?

Eppure niente, il loro mito è finito, destinato a rimanere confinato nelle favole di una volta. 

E allora mi chiedo, cosa risponderò ad Emma quando tra trent'anni mi chiederà: "Ma davvero neggli anni '10 c'era tutto sto casino contro le unioni civili? Mamma mia, che ridicolezza!!" Perchè non solo nel frattempo sarà diventata l'ennesima consuetudine italica che nessuno mai si era sognato di avversare.

Pensateci.

Ma soprattutto si accettano scommesse su chi sarà additato a nuovo mostro.
 


 

 

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